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Il palazzo del terzo principe possedeva uno dei giardini più belli di tutto il palazzo, in cui si ergeva un grande salice dalle foglie che si piegavano nel vento, alla stregua di seta verde

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Il palazzo del terzo principe possedeva uno dei giardini più belli di tutto il palazzo, in cui si ergeva un grande salice dalle foglie che si piegavano nel vento, alla stregua di seta verde. Mi-sun aveva sempre amato sonnecchiare sotto quell'albero durante la primavera, mentre Shin le faceva compagnia, leggendo i suoi scritti sulla filosofia e la letteratura. I due si erano sempre ritagliati quei momenti fin da quando erano bambini, dove potevano essere niente meno che due fratelli affezionati l'uno all'altra.

Niente di più.

Stavolta, però, Mi-sun non riusciva a dormire. A dire il vero, non faceva altro che sorridere, mentre Shin attendeva che compiesse la sua mossa sulla scacchiera bianca e nera del baduk. Mi-sun era evidentemente in svantaggio, le sue pedine, quelle nere, erano state accerchiate da quelle bianche del terzo principe, che era riuscito ad ingabbiarla.

Shin le rivolse uno sguardo curioso, prima di piegare lo sguardo in un sorriso. «Dovresti imparare a nascondere meglio i tuoi sentimenti. Tutto ciò che provi ti si riflette in viso, sorella.»

Mi-sun sospirò, adagiando le mani sulle gonne indaco che avvolgevano il suo corpo minuto. Sentiva i capelli castani dolere a causa della pesante acconciatura, cinta da un lungo diadema dorato. Persino i lobi erano appesantiti dagli orecchini laminati, eppure, tutto sembrava passare in secondo piano. «Sono felice, Shin.»

«Felice di sposarti con un principe che non è nemmeno stato nominato ereditario?» le domandò il fratello, avvolto da leggere vesti candide, sovrapposte sul petto e cinte con una fascia argentea in vita. «Sei la prima principessa di Sunju, avresti potuto ambire a qualcosa di più.»

«Yong è tutto quello che voglio, da sempre!»

«No, è tutto ciò che vuoi dalle ultime tre celebrazioni di pace» la prese in giro Shin, mentre i raggi del sole che riuscivano a penetrare dalle fronde si riflettevano sul suo viso pallido, enfatizzato ancora di più dai lunghi capelli neri che scivolavano fin sui fianchi. «Per tutti i Cieli, hai pretendenti in ogni dove, perché dovevi scegliere proprio qualcuno di Kaewang?»

Mi-sun sbuffò di fronte quella presa in giro e compì la sua mossa con una certa ingerenza. «Perché Yong è l'unico uomo che abbia suscitato in me qualcosa che non sia la noia!»

«Quindi io ti do noia, è questo che stai dicendo?» le domandò Shin, ridendo soffuso.

Mi-sun rise a sua volta, spandendo nell'aria il suono ancora infantile della sua voce. «No, certo che no. Tu sei il migliore dei miei fratelli. Song non è mai presente ed Eunji mi ha sempre trattato con odio. Io a te voglio bene davvero, orabeoni

Shin strinse fra l'indice e il medio una delle sue pedine, smettendo di ridere. Socchiuse le labbra e la guardò con più serietà, come se temesse l'effetto di quelle parole. «Sai, credo davvero che mi mancherà vederti sbucare nel mio giardino quando sarai a Kaewang» le rivelò, portando a termine una mossa che, Mi-sun intuì, fu volutamente sbagliata. Shin stava cercando di farle recuperare terreno. «E, per quel che vale, anche io ti voglio bene. Sebbene nel palazzo non conti niente...»

Cieli di Sangue - Il Cammino Della RovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora