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Erano trascorse ore da quando Hana se n'era andata, e ancora stentava a tornare a palazzo

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Erano trascorse ore da quando Hana se n'era andata, e ancora stentava a tornare a palazzo. Eunji aveva atteso finché il cielo non si era tinto di sfumature arancioni e il sole aveva cominciato a nascondersi fra le colline, trattenendo la rabbia e la vergogna. Dal patio del palazzo, cominciavano a innalzarsi già i festanti cori delle sacerdotesse, pronte a festeggiare lo Yudu in memoria di coloro che se n'erano andati. Il via vai era continuo, ed Eunji non poteva far credere ai servi e ai membri del palazzo che non fosse in grado di esercitare la propria autorità su sua moglie, una ragazzina del genere, umile per di più.

«Shin!» urlò il secondo principe, una volta giunto sulla soglia della dimora del fratello. Avrebbe calpestato il suo orgoglio soltanto questa volta.

Il terzo principe uscì in fretta dal palazzo, con gli occhi ricolmi di intolleranza e le labbra strette.

«Eunji, porta indietro quella donna» gli chiese, fermandosi di fronte a lui, sotto la veranda illuminata da lanterne bianche. «Non voglio che attiri disgrazie con le sue lacrime in un giorno come questo.»

Il giovane si astenne dal ridere, incrociò le braccia al petto e si voltò a osservare il vento della sera accarezzare le foglie del salice che dominava il giardino di Shin. «Quando eravamo bambini non facevi altro che piagnucolare. Se dovessi contare tutte le disgrazie che mi sono cadute addosso a causa delle tue lacrime, si farebbe mattina.»

«I principi non piangono» disse Shin, ammorbidendo i lineamenti del volto. «Sono solo malinconici.»

«Malinconici» borbottò Eunji, osservando la luna farsi più nitida nel cielo. «Ho bisogno del tuo aiuto. Comprendiamoci invece di scontrarci, fratello.»

Shin sorrise di scherno e gli fece cenno di entrare. «Vuoi vedere tua moglie? Ti accompagnerò da lei, sperando che tu non la faccia arrabbiare più del dovuto.»

«Non accadrà» promise Eunji, addentrandosi nel palazzo del fratello. All'interno, un leggero aroma di loto stava venendo disperso nell'aria dai grossi incensieri. Le volute si innalzavano verso il soffitto, guidandoli verso la fine del corridoio del palazzo, dove i servi più intimi del principe abitavano.

Shin si fermò davanti a delle porte scorrevoli, sopra cui erano stati dipinti cervi pazienti tra abeti innevati. Il terzo principe non gli diede il tempo di ammirare il paesaggio, che fece scorrere le ante lignee, rivelando la piccola e modesta stanza della sua dama favorita.

Yuki e Hana stavano sedute sul letto, la maggiore piangeva sulla spalla della minore, intenta ad accarezzarle i capelli e a stringerle la mano, sussurrandole rassicurazioni con voce materna.

Eunji avvertì un moto di disagio. Sapere che Hana fosse ridotta in quel modo a causa sua lo rese triste, e non se ne spiegò il motivo. Perdersi in stupidi sentimentalismi non serviva a niente e Hana avrebbe dovuto capirlo.

«Hana» la chiamò, avanzando nella stanza dalle sfumature grigie.

La principessa consorte, non appena lo vide, si alzò e gli diede le spalle. Yuki, invece, si inchinò riluttante di fronte ai due principi, rimanendo in silenzio.

Cieli di Sangue - Il Cammino Della RovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora