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Le porte del palazzo erano state aperte

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Le porte del palazzo erano state aperte. Alcuni uomini coperti da lunghe pellicce tenevano fermi i cavalli. Provenivano dalla tribù dei Taigat, una delle più potenti, che abitavano nella regione del Khusai.

Yong si era sempre tenuto a debita distanza da loro. Non tutti si comportavano seguendo le regole del palazzo e preferiva non averci niente a che fare. Se era lì, lo doveva solo al fatto di salutare suo cugino.

Si fermò a pochi passi da lui, osservando Areum abbracciare Dier prima della partenza. L'hanbok blu e rosso della sorella si confuse a quello verde e marrone del ragazzo. Sembrava che entrambi si fossero avvicinati in quei giorni, ma lui non se ne era accorto. Era stato troppo impegnato ad adeguarsi alla sua nuova posizione di marito, per pensare a tutto il resto.

«Dier.» Yong interruppe il loro commiato, tenendo le mani libere lungo i fianchi rivestiti da un abito viola scuro. «Ti auguro buon viaggio.»

Si inchinò al cugino unendo la mano destra nel pugno sinistro.

Non erano mai stati vicini. Oltre la gemella, Yong non aveva stretto legami solidi con gli altri membri della famiglia. Soprattutto con Junoh. Essere imparentati nella casata reale portava ad essere estranei, pur di evitare un pugnale conficcato nella schiena.

Dier arrossì, allontanando Areum con dolcezza, come se avesse osato troppo. Si spostò una ciocca di capelli fuoriuscita dalla acconciatura e si inchinò a sua volta, con malagrazia. Era sempre stato impacciato. «T-ti ringrazio, cu-cugino.»

Areum lanciò uno sguardo distratto a Yong, per poi prendere le mani di Dier. Le era difficile lasciarlo andare. «Mandami delle lettere e non scordarti della promessa. Mi porterai dai Taigat molto presto!»

«T-ti scriverò o-ogni volta che p-potrò. E ve-verrai p-presto, te lo p-prometto» le sorrise Dier, posandole un bacio sulla fronte.

Yong guardò dalla parte opposta, così da concedere loro un momento di riservatezza.

Per qualche strano motivo sapere che la sorella sarebbe andata via dal palazzo lo rendeva sereno. Si dannò per quel pensiero.

Come poteva essere tanto meschino? Strinse i pugni, conficcando le unghie nei palmi.

«Nipote, dobbiamo partire!» la voce profonda di Tomur khan riecheggiò nel piazzale del palazzo, impedendo a Dier e Areum di prolungare quel contatto. Il principe si voltò verso lo zio e annuì ai suoi comandi, avviandosi verso il proprio cavallo e salendo in sella. Era sempre stato bravo a cavalcare.

«A presto, Dier» aggiunse Yong, in un sorriso.

Il cugino sollevò una mano in cenno di saluto, per poi partire insieme agli altri membri dei Taigat pronti ad attraversare l'intera Gwajin e dirigersi verso le montagne, lasciando dietro di sé solo una nube di polvere.

«Spero di mancargli» sospiro Areum, guardandolo andare via con un sorriso e le guance arrossate. Una risata nervosa lasciò le sue labbra, non appena le grandi porte del palazzo furono chiuse.

Cieli di Sangue - Il Cammino Della RovinaWhere stories live. Discover now