27. Red Castle ☆🔞

2K 92 114
                                    

"Là, dove ella ti diede alla luce
mettimi come sigillo sul tuo braccio,
come sigillo sul tuo cuore,
perché forte è l'amore,
più della morte".

Tristano e Isotta

Eravamo dentro un'ala del castello chiusa al pubblico.

Kevin mi condusse all'interno di un vano rischiarato dall'altalenante singhiozzo dei fulmini che si abbattevano spietati sulla superficie del mare.

Eravamo sospiri immersi nella penombra, in un coagulo di acqua e brividi.

Percepivo la stoffa bagnata sulla cute e piccole gocce scivolavano sulla fronte, percorrendo la linea del collo fino all'incavo del mio seno.

Le sentivo scorrere dietro la nuca e penzolare rapide sulla spina dorsale.

Non riuscivo a smettere di tremare.

Vidi Kevin guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa, poi, sfilò uno dei lenzuoli che coprivano... dei mobili?

Scorgevo solo sagome indistinte.

Quando un fulmine illuminò la stanza era di fronte a me, a torso nudo, i vestiti giacevano inermi sul pavimento.

Con andamento lento abbassò la cerniera del mio giubbotto che scivolò ai miei piedi in un lieve fruscìo di stoffa.

Poi mi sfilò la maglietta.

Mi stava... spogliando.

Un altro lampo illuminò il suo volto.

Sembrava una creatura sovrannaturale.

Intorno a noi soltanto un placido silenzio, rotto dall'ansimo dei nostri respiri.

Prese la mia mano e mi guidò... su un divano?

"Sdraiati" raschiò, sottovoce.

Un cuscino di velluto carezzò le mie forme, mentre lui si metteva al mio fianco. I nostri corpi si scontrarono pelle contro pelle e, istantaneamente, sentii il suo calore addosso, mentre lui sistemava il lenzuolo su di noi, incastrandolo nella piega interna del divano.

Tremavo, ma non dal freddo.

Kevin circondò il mio addome con le sue braccia, stringendomi ancora di più contro di lui in una morsa bollente, mentre il suo respiro mi scaldava il collo.

Avvertii il battito veloce dei nostri cuori uno sull'altro, prima che il frastuono del temporale facesse vibrare le finestre.

Mi avvinghiai a lui ancora di più, intimorita da quel fragore improvviso, e Kevin mi abbracciò più forte.

In quel piccolo anfratto di mondo c'eravamo solo noi.

Tutto si riduceva al fremito di un abbraccio silenzioso.

Il freddo era ormai svanito, lasciandomi addosso il sigillo del suo corpo rovente aggrappato al mio.

"Va meglio, adesso?" gracchiò, dopo un pò, alzandosi su un gomito.

Mio Dio quella voce, era un artiglio che strisciava lento sull'anima.

UCCIDIMI DOLCEMENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora