13. Torment ☆

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"Una dolce ossessione
non può competere
con un amaro tormento".

P.D


3 ANNI PRIMA...

Carola e Kevin erano in salotto, lui stava leggendo un libro, lei stava revisionando gli ultimi ritocchi del progetto da presentare alla prossima riunione.
Carola gestiva uno studio di architettura molto rinomato a Roma, il suo lavoro consisteva nella riedificazione e progettazione di nuovi modelli architettonici ispirati agli antichi monumenti storici, di cui, molto spesso, si occupava nell'ambito della ristrutturazione.

I suoi modelli ricercati, e al contempo anacronistici, avevano ottenuto molto successo sul campo e il suo studio era diventato famoso in tutto il Lazio e in diverse zone dell'Italia.

In quel momento stava definendo gli ultimi dettagli.

Quel progetto era molto importante, un magnate del turismo aveva pensato di creare un albergo ispirato all'architettura dell'antica Roma, con tanto di "Sala Colosseo" e "Terme di Costantino".

Lui si chiamava Costantino Bentivenga.

Se l'affare fosse andato in porto, avrebbe preso un mese di ferie per portare i ragazzi al mare.
Sicuramente Sofia, per via del suo lavoro, non avrebbe potuto unirsi a loro, ma era sicura che per Selene e Kevin la salsedine e il riposo sarebbero stati un toccasana.

"Mamma".

Kevin aveva chiuso il libro e la guardava dal divano con gli occhi grandi.

Erano identici a quelli del padre.

Suo figlio era cresciuto ormai, era più alto di lei di quindici centimetri e a settembre avrebbe cominciato il liceo.

"Dimmi, tesoro" affermò, distogliendo l'attenzione dalle sue scartoffie.

"Parlami di lui, parlami di mio padre" disse, cogliendola di sorpresa.

Kevin non era un ragazzo di molte parole, era taciturno e riservato, da bambino era più loquace, ma, dopo l'incidente, qualcosa era mutato dentro di lui.

Non aveva mai fatto domande su Alessandro, purtroppo non avevano avuto abbastanza tempo per conoscersi.

"Come l'hai conosciuto?" domandò, ancora.

Carola sospirò, triste, poi raccolse i pensieri, cercando di utilizzare parole che non lo turbassero.

"Avevo venticinque anni, tesoro. Dopo gli studi, feci domanda nel suo studio come apprendista e, dopo un colloquio formale, mi assunse.
Tuo padre era molto professionale, sai?".

Kevin aveva storto il naso, ma non aveva risposto.

"Ci siamo conosciuti così, tesoro".

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now