UCCIDIMI DOLCEMENTE

42. Ars Amatoria ☆🔞

"Leggimi
e sarai
letto".

P.D

UN ANNO PRIMA...

"Sei innamorato, Kevin?" gli aveva chiesto Lilith, notando il suo sguardo assente.

Era sempre così, quando entrava dentro di lei la sua mente si perdeva, come se stesse cercando qualcun'altro.

Kevin non rispose e lei prese a scoparlo più forte, dondolandogli il seno sulla bocca e incidendo la sua pelle di graffi e morsi.

Lui fissò lo sguardo nel suo, poi l'attirò sulle sue labbra e cominciò a spingere sempre più forte.

"Ti piace il dolore, non è vero?" domandò soddisfatta.

"Amo questo dolore" aveva risposto lui.

Dopo quel giorno lui non l'aveva più toccata, anche se non aveva mai smesso di frequentare il suo club letterario.

***

Lilith si fece trovare sulla soglia, come se già sapesse del nostro arrivo.

Era elegante come al solito, ammantata di sensualità e mistero, mentre le sue labbra s'incurvavano nel suo consueto sorriso.

Anche se...

Ci osservava in modo strano.

Diverso.

I suoi occhi saettorono da Kevin a me un paio di volte, soffermandosi, infine, sul mio viso.

Anch'io la scrutai attentamente.

Sembrava un volto famigliare, come se già l'avessi vista da qualche parte.

I suoi lineamenti erano molto simili ai miei.

Il taglio e il colore degli occhi in particolare.

Non riuscivo a comprenderne il motivo, ma, in qualche modo, la parte più istintiva della mia mente mi stava suggerendo qualcosa.

Ma non sapevo cosa.

Sospirai e spostai lo sguardo altrove per distrarmi da quel pensiero, poi strinsi più forte la mano di Kevin.

"Bentornati" soffiò Lilith, con la sua voce melodiosa, poi ci mostrò la chiave.

"Solita camera?" chiese.

Anche la sua voce sembrava diversa, come se avesse perduto parte della sua connaturata sicurezza e sensualità.

Kevin annuì e lei gliela porse.

"Buona lettura" ci augurò, prima di scomparire, tracimata da una porta.

Mi sentivo in una dimensione parallela, in universo ultraterreno, quasi sovrannaturale.

***

Lilith osservò la sua immagine allo specchio.