25. On the sea ☆

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"Corri insieme a me,
corri forte,
fino al mare,
fino al cielo,
fino alla fine del mondo".

P.D

Mezz'ora dopo eravamo nel garage di casa sua.

Il cigolio acuto e stridente della serranda, risuonò tra le pareti fredde e buie, mentre un aspro sentore di olio, gomme e motore, pervase le mie narici.

Kevin accese la luce che tremolò pochi secondi sugli scatoloni ammassati in ogni angolo e gli scaffali di legno stantii, grondanti attrezzi di ogni tipo. Il Bmw nero di Carola sonnecchiava, lucido e pulito, al suo solito posto, affiancato da una vecchia moto, tenuta davvero molto bene.

Lo guardai e la sua bocca si curvò in un mezzo sorriso seducente .

Ma quanto cazzo era figo?

Porca puttana!

Lui abbassò lo sguardo sulla moto.

"Era di Roberto" proferì, nostalgico.

La fissai interdetta.

Me la stava solo mostrando, vero?

Non aveva intenzione di andare in giro su quell'aggeggio, giusto?

Con me, per giunta.

Ma poi, da dove diamine era sbucata fuori quella cosa?

Non ero a conoscenza del fatto che Kevin avesse una moto, non l'aveva mai usata in mia presenza.

"Davvero?" domandai, esitante.

Lui annuì e, con la falcata sinuosa di una lince, era già seduto sulla sella.

"Vieni qui!" mi invitò, gentile, picchiettando l'indice dietro di lui.

"Non sarebbe meglio fare... una passeggiata?".

Mi guardò e sorrise, rendendo le mie gambe un cumulo di gelatina.

"Dai!" insistette, con quella voce accattivante.

"Non succederà nulla, te lo prometto!", affermò, allungando la mano ambrata verso di me.

Tentennai combattuta.

Quello che più mi spaventava era la velocità che, su due ruote, quei cilindri erano in grado di raggiungere.
Non ero mai salita su una moto, ma quando vedevo sfrecciarne una sulla strada, con il suo equilibrio precario, mi sentivo destabilizzata. Eppure, chi c'era sopra macinava chilometri d'asfalto con andatatura temeraria.

"Non avere paura" graffiò ancora, quando la mia mano si tuffò nella sua con un movimento involontario.

Non era stata la mia mente a ordinarlo, ma un istinto cieco annidato nell'incoscio.

Avevo paura, ma allo stesso tempo ne ero attratta.

"Devi andare piano!" lo avvertii, sfoderando un ridicolo tono intimidatorio.

Dopo avermi dato l'unico casco a disposizione, montai in sella.

"Metti bene i piedi sulla pedalina" mi avvisò, subito dopo il motore infuriò in un rombo di tuono.

UCCIDIMI DOLCEMENTETempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang