Una serata difficile.

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La carrozza arrancò lungo Vauxhall bridge e si portò nel quartiere di Lambeth. Raggiunsero la zona vicina al Tamigi in breve tempo.

Scesero un paio di vie prima di Heyford Avenue dove c'era la casa del vetturino defunto.

Holmes liquidò la carrozza.

"Dottore mantenga un profilo basso. Non procuriamoci inutili problemi." Si sistemò il cappotto, aggrottò la fronte. "Indossiamo dei vestiti poco consoni per questa zona, anche se qualche benestante trova divertente venire qui a stordirsi di birra."

Afferrò il suo bastone e si incamminò. Watson era silenzioso, forse si stava rendendo conto che il posto non era molto sicuro a quell'ora. Le case erano fatiscenti, poche luci illuminavano la strada. Incrociarono un uomo ubriaco che espletava le sue funzioni corporali in un angolo nascosto. Il Tamigi, che era poco lontano, emanava un odore nauseante di pesce. L'umidità della sera era come una lama che penetrava sotto ai vestiti, Mycroft si strinse nel cappotto, John che gli era vicino sembrava non sentire il freddo, ma il suo fisico era molto più allenato e in salute.

Arrivarono presso la casa del vetturino, c'era una carrozza nera senza i cavalli lungo la strada, sembrava abbandonata. Una corona di stoffa nera in segno di lutto era appesa alla porta.

"L'indirizzo corrisponde, quindi quella è la carrozza. Che facciamo?" chiese sottovoce il dottore. Lui si girò, osservò la sua faccia tesa. " Rimanga qui, tenga il mio bastone e mi aspetti."

"Ma che vuol fare?" chiese preoccupato.

"Avere dei riscontri, poi le spiegherò." 

Non fece in tempo a replicare che Mycroft si incamminò circospetto. Si avvicinò prima alla porta e lesse l'epigrafe sotto alla corona, poi scivolò fino alla carrozza. Il buio lo proteggeva e i pochi lampioni accesi erano insufficienti a renderlo visibile. John lo vide intrufolarsi nel carro incustodito per uscirne un paio di minuti dopo. Sospirò di sollievo.

Il giovane tornò con un sorriso in volto. "È proprio quella dove è salito Sherlock."

Aprì la mano e gli mostrò pochi pezzi di tabacco rossiccio, lo sfregò fra le dita e annusò il profumo.

"È la miscela di mio fratello! Si è ricordato del nostro patto." Sbottò con orgoglio e vedendo il viso corrucciato di Watson gli raccontò del loro strano accordo.

"Che razza di idea! Solo vuoi due potevate concepire una cosa del genere." Holmes sorrise, almeno aveva riconosciuto apprezzabile quel modo curioso per lasciare degli indizi.

"Abbiamo una traccia, non ci resta che aspettare e vedere chi esce da quella casa e quello che farà. Ci sono due famiglie che vi abitano e una è del fratello rimasto che lo piange.

"Ho visto che leggeva l'epitaffio, pensa che potrebbe essere implicato con la scomparsa di Sherlock?" chiese preoccupato.

"Non ne sono sicuro, ma di certo deve sapere qualcosa." 

Tirò il dottore per la manica.

"Venga togliamoci dalla strada, sediamoci in quel pub da dove possiamo osservare la casa." Mycroft si diresse nell'unica taverna che aveva un'ampia vetrata che dava sulla via. 

Prima di entrare Holmes si tolse il cappello, si scompigliò i capelli, sbottonò il cappotto e stropicciò la camicia. "Non dobbiamo attirare troppa attenzione, cerchiamo di sembrare alticci, forza John."

Con passo malfermo si accomodarono in un tavolo tranquillo cercando di evitare gli sguardi degli avventori incuriositi, Mycroft tenne vicino il suo bastone da difesa.

Finse di essere troppo ciarliero e il dottore capì la sua recita, ordinarono della birra e intanto sorvegliarono quello che succedeva nella casa del vetturino.

Le strade di Londra_ La scomparsa di SherlockWhere stories live. Discover now