Capitolo 38

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La corsa in ospedale a Jeremy sembrò durare un’eternità. A bordo dell’ambulanza fu costretto a restarsene inerme seduto in un angolo mentre gli infermieri cercavano di fermare l’emorragia che aveva procurato a Grace uno stato febbricitante e di incoscienza. Gli avevano permesso di salire a bordo unicamente perché era un medico, ma gli avevano assolutamente vietato di intervenire. La sua agitazione era controproducente e fortunatamente Grace non sembrava avere disfunzioni cardiache.
Gli occhi di Jeremy erano rimasti perennemente a fissare quel corpo stanco e provato, ferito, sussultando ogni volta che la sua Grace produceva qualche lamento che, seppure gli dilaniava l’anima e lo faceva fremere dalla voglia di prendersi personalmente cura di lei, gli dava almeno la speranza che non riversasse in uno stato di coma.

Una volta giunti in ospedale, gli fu permesso di assistere ad una prima visita generale di Grace, ma gli fu poi chiesto di aspettare fuori dallo studio quando si ritenne necessario l’intervento della ginecologa per fermare l’emorragia e capirne la causa.

L’ansia lo stava divorando. Camminava avanti e indietro tormentandosi per non poter agire, si sentiva inutile, frustrato, essendo medico ma non potendo intervenire personalmente.

«Jeremy!» La voce squillante ma preoccupata di Mary lo raggiunse e lui non riuscì a trattenersi dal gettarsi nelle braccia della donna. «Cosa è successo, ragazzo mio?»

«Grace…» Riuscì soltanto a pronunciare il suo nome per poi lasciarsi andare a lacrime silenziose. «Non voglio perdere anche lei!»

«Non la perderai, è in buone mani. Ma vuoi dirmi cosa è successo?»

Mary cercò di confortarlo con fare materno accarezzandogli la schiena e parlandogli col tu per la prima volta.
Jeremy si ricompose, rendendosi conto di non potersi mostrare così fragile dinanzi ai colleghi.
Si sedettero e lui prese a raccontare quanto accaduto. Quando arrivarono correndo anche Christopher e Steve, l'uomo gli chiese come stesse sua figlia e proprio in quel momento il dottore che si era occupato del primo intervento chiamò Jeremy nel suo studio.

«Prima di tutto voglio dirle che la paziente si sta riprendendo; la febbre sta scendendo ma è ancora un po’ debole.»

«Posso vederla?» chiese Jeremy sospirando, benché si sarebbe calmato solamente dopo aver visto Grace.

«Certo ma… c’è altro.»

«La prego, dottore, non mi faccia stare sulle spine.»

«Ecco… Dottor Winter, se mi permetto di parlare con lei e non con i familiari della paziente è perché la conosco e ho molta stima di lei. Ma prima devo farle una domanda.»

«Mi dica!»
Il panico si stava di nuovo impadronendo di Jeremy.

«Si vede chiaramente la sua preoccupazione per la ragazza… Quanto è coinvolto, dottor Winter?»

«Completamente! Lei è tutto per me» ammise Jeremy senza vergogna e implorando il medico che gli stava di fronte di continuare.

«Sapeva che era incinta?»

«Incinta?... Era…?» Jeremy sgranò gli occhi e per un attimo gli mancò il respiro.

«Purtroppo la ferita al fianco, nonostante sia stata disinfettata, le ha comunque procurato una lieve infezione. Poi la febbre e probabilmente lo shock, purtroppo, hanno messo a rischio la gravidanza di cinque settimane procurandole un’emorragia che è stata fatale per…»

Qualsiasi altra parola uscì dalla bocca del medico non arrivò più all’orecchio di Jeremy. La sua Grace gli avrebbe dato un figlio, un figlio che però non sarebbe mai nato. Prima che le lacrime gli velassero gli occhi, chiese in quale stanza fosse stata spostata.
Uscendo dallo studio, ebbe soltanto il coraggio di avvisare gli altri che Grace stava meglio. Non disse altro e si precipitò da lei.

🌺 La rosa dell'inverno 🌺Where stories live. Discover now