Capitolo 21

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Steve non si capacitava che Grace davvero avesse messo fine alla loro lunga storia. Si rimproverava di non averle chiesto prima di sposarlo, ma a lui la loro relazione - che per un periodo si era trasformata anche in convivenza - andava più che bene. Vedeva il matrimonio come una catena, una prigione che lo avrebbe legato indissolubilmente ad un'altra persona e, nonostante non avesse mai tradito Grace, quell'idea lo spaventava.

Dopo la morte della madre, lei era tornata da suo padre e lui, che dapprima aveva preso male quell'abbandono, aveva ritrovato una certa libertà, una libertà che lo aveva spinto a frequentare sale giochi e poi bische clandestine, dove di volta in volta aveva cominciato a perdere i propri risparmi, frutto di anni di lavoro, fino ad indebitarsi di cifre che nemmeno riusciva più a contare. I suoi debitori avevano cominciato a fargli pressione, soprattutto Jack Thompson, il quale aveva minacciato Steve di mandare in rovina la Find Your Time, l'orologeria di suo suocero di cui era fornitore. La spinta, però, ad agire per trovare il denaro, l'aveva subita quando lo stesso Thompson gli aveva fatto capire che, se non avesse pagato entro un limite di tempo, la sua bella e dolce fidanzata sarebbe diventata un'attenuante, momentanea ovviamente, finché non avesse estinto il debito.
Pur di salvare Grace, non avendo mezzi per scovare soldi, aveva proposto a Thompson di ricattare Christopher Path. Per due anni non si era preso cura dell'orologeria e far ricadere su sua figlia l'indebitamento del negozio non sarebbe stato difficile. Spesso Grace si era avvilita dietro a conti che non tornavano o a fornitori esigenti, per cui avrebbe trovato il modo di manomettere i vecchi registri di cassa che erano archiviati nel retro della bottega.

La telefonata del fornitore a Christopher Path era avvenuta durante la festa al ranch del signor Eight e Christopher, colto dalla rabbia, sia per quel debito reclamato ma soprattutto per aver abbandonato tutto nelle mani di sua figlia, aveva distrutto gran parte del negozio. Steve era riuscito, già tempo prima, a recuperare il numero di Sarah Path, cosicché da essere lui a comunicarle del debito di suo fratello, ben conoscendo l'astio che correva tra i due. La donna non aveva esitato ad inviare il denaro, avendo a cuore soprattutto la vita di sua nipote, e il signor Thompson aveva incassato senza problemi il suo debito con Steve, non risparmiandogli un'ulteriore, seppur velata, minaccia, alludendo alle grazie della sua ragazza. Con la paura che Thompson potesse farle del male, Steve aveva pensato ad un piano: sposare Grace, sicuro che dopo tanti anni lei avrebbe accettato la proposta, e fuggire lontano con lei che non si sarebbe potuta opporre, diventando sua moglie. Un piano fallito inaspettatamente, buttando Steve nello sconforto; per quanto quel matrimonio non era realmente ciò che desiderava, avrebbe però messo in salvo quella ragazza che a modo suo ancora amava.

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Grace trascorse l'intera mattinata con sua zia nella sua camera. Jeremy si era affacciato un paio di volte per controllare che la donna stesse bene, lanciando sempre sguardi di supplica verso Grace, la quale distoglieva immediatamente lo sguardo da lui finché non andava via.

Verso mezzogiorno, Sarah volle essere accompagnata in salotto, non ne poteva più di starsene a letto e, con il consenso del dottor Winter, la fecero accomodare sulla sua vecchia poltrona, dalla quale osservava minuziosamente i volti accigliati e il comportamento diffidente dei due giovani che sembravano tenersi a debita distanza, in particolare sua nipote.

«Se non vi dispiace esco a prendere un po' d'aria» reclamò Grace.

«Perché non va anche lei, dottore?» lo intimò Sarah non appena la ragazza uscì dalla stanza e notando come lui l'avesse seguita con lo sguardo.

Ma Jeremy preferì rimanere lì, continuando a far finta di leggere un libro per eludere qualsiasi strano pensiero nella mente della donna.

«Ha sofferto tanto» esordì Sarah, ignorando completamente quella che pareva la disattenzione del giovane. «Dopo la morte di sua madre, Grace si è spenta ancora di più, ma ciò che l'ha resa grigia è stata la presenza di quello Steve, un bravo ragazzo, non lo metto in dubbio, ma non la persona giusta per lei. Il loro è semplicemente affetto, saranno anche stati innamorati ma col tempo quel sentimento è svanito ed ora che finalmente l'ha lasciato lei è rifiorita, nonostante io sia convinta che il merito non sia dovuto solo alla rottura della loro relazione. Nei suoi occhi si legge palesemente che è innamorata di qualcuno. Mi sta ascoltando, dottore?»

«Mh, mh!» mugolò Jeremy mettendo via il libro che teneva inutilmente aperto tra le mani. «L'ascolto, signora Path, ma non credo stia bene parlare della vita di sua nipote, soprattutto in sua assenza.»

Le parole della donna lo avevano, però, incuriosito, soprattutto l'ultima frase.

«Sa, credo che nella vita bisogna darsi delle possibilità quando esse ci capitano. Nulla cancellerà mai il nostro passato che ci porta ad essere ciò che siamo ora, ma non si può vivere di ricordi... o il nostro presente potrebbe diventare un rimpianto futuro. Non trova, dottor Winter?» gli chiese Sarah addossandosi alla spalliera della poltrona e assottigliando cautamente gli occhi.

Quella mattina Grace le aveva accennato che il dottor Winter era vedovo, le aveva raccontato vagamente di come già si conoscessero, ma pur non entrando nei particolari, sua zia aveva avuto la conferma che entrambi non si fossero indifferenti.

«Mi chiami Jeremy, la prego!»

«Solo se lei mi chiama Sarah» sorrise la donna.

«Sarah... concordo con lei. Non possiamo soffocare il nostro passato ma è proprio quello che ci blocca il presente.»

«No, se si vuole qualcosa a tutti i costi. Segua il suo cuore e viva. La vita è troppo breve per lasciarsi scappare la felicità. Ora se non le dispiace chiudo un po' gli occhi» concluse Sarah sorridendo fiera di se stessa.

Jeremy la lasciò sola ed uscì a fare una passeggiata nell'immenso giardino, ma in realtà era lì fuori unicamente per cercare Grace. La vide seduta su un'altalena che pendeva all'ombra di due alberi. Non si avvicinò subito ma si fermò a contemplarla da lontano, era bellissima, i suoi capelli erano mossi dal vento e nel suo semplice vestito bianco sembrava un angelo. Non poteva più attendere, quel momento che aveva rimandato negli ultimi giorni era arrivato. Il giorno prima aveva avuto la conferma che ciò che desiderava era lì fra le sue braccia e non ne poteva più fare a meno e le parole di Sarah, di poco prima, gli avevano dato un'ulteriore spinta. Era palese che ciò che voleva a tutti i costi era proprio lì davanti a lui.

Si avvicinò cautamente a Grace ed entrambi si persero a guardarsi senza controllo.

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