Capitolo 16

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Quando Jeremy si discostò quel tanto da permetterle di continuare a suonare, Grace si riappropriò del suo estro e riprese le note del Clair de Lune. Seppure con un unico pensiero che le vorticava nella mente, si lasciò andare come quando suonava per sua madre, mentre Jeremy la osservava rapito, incantato, perdendosi a sua volta in un lontano ricordo.

«Posso farti una domanda?» gli chiese Grace una volta terminata quella che a lui parve una celestiale esecuzione.

«Certo!» rispose Jeremy curioso e sedendosi accanto a lei sul largo sgabello in maniera quasi naturale. Non osò sfiorarla ma la osservò attento.

«Ti ho visto molto preso da questo brano» ammise lei, mentre lui si chiese come avesse fatto ad accorgersene se il suo sguardo percorreva i tasti insieme alle sue dita. «Ti... ti ricorda qualcuno?»

Non avrebbe dovuto porgli quella domanda ma doveva, aveva bisogno di sapere se ciò che leggeva nei suoi occhi era qualcosa di profondo rivolto a lei o se la sua fosse solo un'illusione, se quell'abbraccio in ospedale era stato un semplice gesto di consolazione o racchiudeva in sé un significato ben più intenso. Nonostante tremasse, Grace aveva bisogno di una risposta.

Jeremy sorrise.
«Mia madre... Adora la musica classica e questo è uno dei suoi brani preferiti. Non sa suonare ma le sarebbe piaciuto. Da piccolo spesso la beccavo sognante mentre ascoltava Debussy e con le dita sfiorava l'aria come se stesse pigiando i tasti di un pianoforte. La osservavo e spesso la prendevo in giro, ero solo un bambino e credevo fosse un po' matta in quei momenti.»

Il suo sorriso si fece ancora più largo e quasi rise. Grace ne fu coinvolta e si sentì anche più leggera dopo quella confessione. Per entrambi, quel brano aveva più o meno lo stesso significato.

«Anche mia madre lo adorava ed è stata lei ad insegnarmelo... così come tanti altri pezzi. Era il nostro modo di darci la buonanotte, suonare qualcosa insieme prima di andare a dormire» confessò Grace.

«E ancora adesso lo fai!» Quella di Jeremy non fu una domanda ma un'affermazione convinta. «È una cosa bellissima!»

«In realtà non suono da quando lei...» Le parole le si smorzarono in gola ma subito riprese. «Suonare mi ricorda troppo lei e mio padre non sopporta di sentire il suono del pianoforte. Per il resto a nessuno interessa...»

«A me sì» ammise impulsivamente Jeremy. «Resterei ad ascoltarti per ore.»

Grace gli sorrise riconoscente mentre i loro sguardi si scrutavano e il suo cuore batteva forte.

«Posso farti un'altra domanda?» chiese di nuovo lei impacciata.

La risposta esigeva che lui le parlasse di sua moglie, ma Grace sentiva il bisogno di conoscere quel passato e capire quanto ancora lei fosse presente.

«Va bene,» concesse Jeremy, «ma dopo te ne farò io a te.»

«Accordato!» convenne Grace per poi abbassare gli occhi sulle proprie mani che si muovevano agitate. «Anche a... tua moglie piaceva la musica classica?»

Le sembrò una domanda sciocca ma doveva pur cominciare da qualche parte. Non osò guardare Jeremy e continuò a tenere lo sguardo basso.

«Diciamo che non amava particolarmente il genere, a volte mi teneva semplicemente compagnia mentre mi rilassavo sul divano ascoltando Mozart, Vivaldi... E spesso si addormentava» raccontò lui sorridendo quasi divertito. «A lei piaceva molto cantare, aveva una voce bellissima. Anche quando si ammalò non smise di farlo. Mi chiedevo ogni volta da dove traesse la forza, mentre io mi sentivo completamente inutile.»

Jeremy si fermò, non voleva rovinare quella strana e piacevole, seppur tesa, atmosfera. Ma Grace non poté resistere, chiedendogli cosa lei amasse cantare.

«L'Hallelujia era la sua preferita.»

Jeremy sentiva che quella risposta l'avrebbe toccata e temeva di creare una barriera tra di loro, ma sentiva la necessità di dover essere sincero fino in fondo. Aveva amato Melanie ed era giusto che Grace conoscesse tutto, o almeno le avrebbe raccontato qualsiasi cosa gli avesse chiesto.
Infatti, quella risposta fu un colpo per lei mentre con la mente rivedeva lo sguardo acceso e luminoso di Jeremy dopo la sua esibizione alla fiera. Quindi non era per lei che si era emozionato! Una fitta di delusione la avvolse ma cercò di nasconderla e, come a leggere dentro di lei, Jeremy non poté rimanere in silenzio.

«Quando alla festa ho ascoltato quelle note mi sono sentito travolgere da un'emozione mai provata prima. Per la prima volta i ricordi sono rimasti in un angolo... È stato come se in quel momento si fosse accesa una nuova luce...»

Grace sollevò lo sguardo e capì, osservando quegli occhi intensi e con uno strano bagliore, che non avrebbe avuto nulla da temere.

Si creò un silenzio imbarazzante che Jeremy prontamente spezzò. Non era il momento di lasciarsi andare alle emozioni, anche lui aveva bisogno di alcune risposte. Lanciò uno sguardo sulle dita di Grace.

«Come mai non porti l'anello?» chiese col cuore che gli batteva in gola.

Lei lo guardò perplessa prima che lui aggiungesse di aver assistito alla proposta di matrimonio.
Il viso di Grace si ravvivò a causa dell'imbarazzante ricordo, ma soprattutto al pensiero che lui avesse visto...

«Perché gli ho detto di no» fu la sola risposta che fece esplodere di felicità il cuore di Jeremy. «Non posso condividere la mia vita con qualcuno che non amo più... che conosco da tanto tempo ma che non mi conosce affatto... con qualcuno che non ama il Clair de Lune...»

Quell'ultima frase fu quasi un'ammissione, una celata confessione dei sentimenti dirompenti nel suo cuore.

«Ho bisogno di pensare a me stessa, a ciò che mi fa stare bene. Voglio ricominciare a vivere e non sentirmi legata a nessuno... a nessuno che io non ami...» aggiunse, rendendosi conto che la sua affermazione poteva creare degli impedimenti.

«Come si fa a non amare il Clair de Lune!?» Quella di Jeremy non fu propriamente una domanda ma la velata confessione dei propri sentimenti celati dietro un sorriso profondo.

La sua mano si sollevò per accarezzare il candido viso di Grace e lei glielo lasciò fare. Quel contatto li rese entrambi vulnerabili, coscienti e sicuri di non voler più opporre alcuna resistenza a ciò che oramai era palese agli occhi e al cuore dell'altro.
Cautamente, Jeremy si spinse contro la fronte di Grace, continuando ad accarezzare col pollice una delle sue rosee gote mentre tutta la mano poggiava delicatamente sul suo viso, e senza più alcuna incertezza sfiorò le sue labbra che lo accolsero senza fretta ma col vivo desiderio di sentirle sue.

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