Capitolo 4

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Il riavvicinamento tra Grace e suo padre, ma soprattutto quella che parve essere la rinascita di Christopher, portò un moto di allegria che anche la piccola bottega sembrò riprendere vita. Ma per Grace quello sprazzo di gioia veniva fuori soltanto quando condivideva il tempo con suo padre: ridevano, scherzavano, talvolta si tuffavano nei ricordi che, per quanto intrisi di nostalgia, avevano su di loro un effetto serafico. Rivedere suo padre sorridere e parlare alla gente faceva sentire Grace al settimo cielo, un effetto che terminava non appena si ritrovava da sola. Quella gioia vera svaniva divenendo effimera nel momento in cui si trovava a tu per tu con se stessa, che fosse la sera nel letto, nel mentre si accingeva a fare la spesa, o quando raggiungeva la scogliera, nonostante la bellezza mozzafiato del paesaggio che si apriva dinanzi a lei. Si sentiva sola persino quando era con Steve.

Si erano conosciuti al college, lui era di due anni più grande di lei, eppure a volte non sembrava mostrare i suoi trentasette anni. Grace aveva sempre creduto che crescendo fosse maturato di più, ma si ritrovava spesso a rapportarsi con quello che, invece, sembrava ancora un ragazzo di vent'anni. Ormai, era da un bel po' di tempo che aveva finito di illudersi, capendo che Steve non si sarebbe mai dimostrato più adulto e maturo di lei. Lavorava come responsabile delle vendite in uno dei centri commerciali di Brisbane, per uno dei più importanti marchi alimentari del Queensland. Non aveva mai avuto grandi ambizioni, la sua mansione gli piaceva e non avrebbe cambiato lavoro per niente al mondo. Grace non gli aveva mai imposto di proseguire gli studi e magari laurearsi per diventare qualcuno di importante, nonostante dopo il college lo avesse spronato in più di un'occasione. Alla fine si era rassegnata a quello stile di vita semplice e tranquillo che permetteva loro di trascorrere insieme più tempo di quanto potessero immaginare, al contrario delle sue amiche che avevano trovato dei “buoni partiti” - avvocati, dottori, ingegneri - che però trascorrevano più tempo fuori città che con loro. Grace si era ritenuta fortunata e pian piano, col passare del tempo, aveva sperato che Steve le chiedesse di sposarlo. Raramente capitava che ne parlassero, più che altro veniva fuori che qualche loro coetaneo convolasse a nozze, ma quella proposta, per lei, non era mai arrivata.

La loro storia durava da quindici anni ed ora, all'età di trentacinque anni, Grace ancora si chiedeva perché Steve eludesse sempre l'argomento quando capitava di accennare al matrimonio di qualche loro amico. Lei non aveva il coraggio di chiederglielo, piuttosto si convinceva che stavano bene così. Avevano convissuto anche per alcuni anni, ma in seguito alla morte di sua madre, Grace aveva preferito ritornare a casa da suo padre per stargli vicino, per aiutarlo a riprendersi. E così era svanito anche il suo piccolo sogno di aprirsi una cioccolateria. Aveva lavorato in una pasticceria, seppure come semplice banconista, servendo ai pochi tavolini di tanto in tanto, immaginando di avere un'attività tutta sua dove far felici grandi e piccini dinanzi a fumanti tazze di cioccolato caldo durante i freddi inverni. Ma la morte di sua madre e il crollo di suo padre avevano indotto Grace ad accantonare il suo sogno per occuparsi dell'orologeria. Erano, così, passati due anni, durante i quali aveva, per di più, avuto modo di pensare anche alla sua situazione con Steve, rendendosi conto che, probabilmente, stavano insieme più per abitudine che spinti da un sentimento che avrebbe dovuto unirli ancora di più.

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«Papà, ti dispiace se ti lascio da solo?» gli chiese Grace un tardo pomeriggio.
Ormai era certa che suo padre poteva “reggersi” da solo.

Raggiunse a passo svelto la sommità della scogliera, non voleva perdersi i colori spettacolari del tramonto che si riflettevano nelle placide acque dell'oceano, rilasciando in esso l'arancio e il magenta che tingevano anche le alte pareti rocciose circostanti. Distratta, sovrappensiero, Grace si sedette a terra piegando le gambe e portando le braccia intorno ad esse, come un senso di protezione dai suoi pensieri.

Era assorta in quell'immensità che la faceva sentire piccola e vuota, quando captò la presenza di qualcuno poco distante da lei. Voltò curiosa lo sguardo e riconobbe l'uomo incontrato proprio lì qualche settimana prima. Non l'aveva più rivisto quelle rare volte che era arrivata fin lassù, eppure non aveva potuto evitare di pensarlo ogni volta, un pensiero seppure fugace ma che le si metteva in testa come un tarlo, per poi cacciarlo improvvisamente via riconoscendo che non era il caso. Perché avrebbe dovuto rivolgere la sua attenzione a qualcuno che aveva incontrato soltanto una volta per pura casualità? E poi, lei era fidanzata e lui era sposato...

Nello stesso istante in cui Grace volse lo sguardo sulla sua figura, anche Jeremy si voltò verso di lei incrociando i suoi occhi.

«Salve, come va?» le chiese lui titubante, sperando di non disturbarla.

«Bene... la ringrazio! E a lei?» contraccambiò Grace con un lieve sorriso.

«Ora meglio...» rispose Jeremy, osservando lo sguardo interrogativo della ragazza.
Capì che quella risposta poteva essere stata fraintesa e immediatamente aggiunse: «Venire qui mi fa stare bene.»

Grace poteva capirlo perfettamente, anche lei si rifugiava su quell'altura ogni volta che aveva bisogno di restare da sola per riflettere, per pensare o lasciarsi semplicemente abbracciare dalla brezza che soffiava leggera portandosi via il suo malumore.

«È vero, questo posto è magico. Anch'io, sa, mi sento meglio ogni volta che vengo qui, riesco a liberarmi dai pensieri negativi e cerco di ritrovare me stessa» disse Grace portando il suo sguardo oltre l'orizzonte.

Jeremy percepì nei suoi occhi un guizzo di malinconia. Si chiese cosa potesse renderla così fragile, si notava benissimo che sarebbe bastata una parola per spezzarla, per farla cedere. O almeno fu ciò che lui percepì. Forse il suo dolore lo portava a capire meglio quando anche gli altri erano feriti, ma si rese conto che quella era la prima volta che studiava con attenzione qualcuno, nello specifico una donna, e quel pensiero lo sconvolse al punto che pensò di andare via.

«La lascio tranquilla» esclamò, sollevandosi da terra.

«La prego, resti! Non mi dà alcun fastidio.»

Quell'affermazione decisa e sincera bloccò Jeremy che non esitò a rimettersi seduto. Ecco, adesso non sapeva come comportarsi, mentre Grace si pentì di averlo fermato, pensando che non era conveniente rimanere lì da sola con un uomo, e non perché ne avesse paura, ma il fatto che entrambi fossero impegnati la fece sentire immediatamente a disagio.

Rimasero in silenzio alcuni minuti osservando il sole calare pian piano ma non riuscendo a godersi quella tranquillità che stava diventando imbarazzante.

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🌺 La rosa dell'inverno 🌺Donde viven las historias. Descúbrelo ahora