Capitolo 11

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Steve non attese la risposta di Grace, le ginocchia gli dolevano, non resistette nemmeno un minuto e si alzò, continuando però a tenere la mano della ragazza nella sua.

«Allora... non dici niente? So di averti fatto aspettare troppo ma credo sia arrivato il momento di mettere su famiglia. Da quanto ci conosciamo, Grace? È davvero tanto...» sorrise, senza rendersi conto dell'impassibilità di lei. «Ti conosco come le mie tasche, conosco tutto di te, la tua vita, le tue passioni, i tuoi sogni...»

Ma Grace non lo lasciò finire.
«Sai perché vengo qui?» gli chiese seria.

«Perché ti piace questo panorama. Effettivamente è spettacolare» rispose Steve lanciando una rapida occhiata all'immensità del mare ma senza soffermarsi veramente. «Ti prometto che ci torneremo insieme!»

«Sai quale brano musicale amo suonare più di tutti?» gli chiese Grace con un sorriso forzato.

Conosceva già la risposta di Steve che non tardò ad arrivare seguita da una lieve risata di convinzione: «L'Hallelujah... te l'ha insegnata tua madre».

«Sai perché tingo i capelli di biondo da anni?» continuò Grace sempre più amareggiata.

«Ma cosa sono queste domande? Sembra un quiz a premi,» esclamò Steve ridendo, «ma se serve a farti dire , allora rispondo volentieri, tanto le risposte le conosco tutte» mormorò facendo un occhiolino d'intesa. «Per cui, rispondo che questo biondo ti sta d'incanto e che ti fa sentire più bella» concluse ammiccando nuovamente.

Grace avrebbe voluto urlare, fuggire via. Sentì gli occhi pizzicare ma si trattenne, non valeva più la pena versare lacrime per un uomo che la conosceva soltanto in superficie e per il quale, ormai ne era certa, non provava più nulla se non un bene profondo, un bene che non aveva nulla a che vedere con il battito forsennato del cuore, le farfalle nello stomaco, la voglia di stringersi ed accarezzarsi, la voglia di perdersi l'uno negli occhi dell'altro.

«Allora? Lo merito il ?» chiese speranzoso Steve mostrando un sorriso così voluminoso che a Grace diede soltanto fastidio.

Così, lei chiuse gli occhi e sospirò, inalò l'aria salmastra proveniente dal mare, l'odore dell'erba e dei fiori selvatici. Si lasciò sfiorare dalla brezza del vento pensando fosse la tenera carezza di sua madre. Ebbe la sensazione di sentirla davvero, dandole il coraggio di liberarsi finalmente da catene invisibili che lei stessa aveva in un certo senso creato.

«Vengo qui, in questo posto indubbiamente meraviglioso, per parlare con mia madre, per sentire la sua presenza nel vento, come ora, per liberarmi dalle angosce quotidiane... Amo ascoltare e suonare il Clair de Lune di Debussy, quel brano che anni fa reputasti noioso e palloso ma che ho continuato a suonare per mia madre fino al giorno della sua morte, ogni sera. Ma la tua risposta non è del tutto sbagliata, anche l'Hallelujah mi ricorda lei... Così come non sarebbe stata errata la terza risposta se avessi aggiunto che il biondo mi faceva sentire più bella... per te... per compiacerti, perché quando ci siamo conosciuti mi dicesti che il tuo prototipo di donna era bionda, con gli occhi azzurri, ma io ti piacevo lo stesso... eppure sono stata così stupida da volerti accontentare e tingermi i capelli per piacerti di più.»

Le parole di Grace arrivarono inaspettate alle orecchie di Steve. Il suo sorriso si spense e il suo sguardo calò al suolo chiaramente sconfitto.

«Ma non è per questi motivi che la mia risposta è negativa, semplicemente io non sono più innamorata di te, Steve. Ti voglio un bene dell'anima, abbiamo trascorso insieme tanti anni, ma il mio cuore non prova ciò che dovrebbe.»

«Ascolta, Grace, è normale che dopo tanti anni non si provino più le stesse emozioni, subentra l'abitudine, ma insieme stiamo bene... io sto bene con te, voglio stare con te e mi dispiace se non ho risposto correttamente alle tue domande, mi farò perdonare, ti dedicherò tutto il tempo che meriti...»

«Steve... non funzionerebbe. Non ti amo. E un matrimonio senza amore è già rovinato in partenza.»

«Ma... anche tuo padre è d'accordo, l'hai sentito l'altro giorno...»

«Ah, Steve, lascia perdere mio padre!» sbuffò davanti alla superficialità di quel ragazzo.

Cosa gli era preso all'improvviso? Si chiese Grace. Forse stava soccombendo sotto l'avanzare dell'età? Probabilmente qualcuno gli aveva fatto pressione dicendogli che il suo orologio biologico stava raggiungendo dei limiti? Di sicuro a Grace non era sfuggita la poca convinzione nella proposta di Steve. Insomma, sì, si era inginocchiato ma era stato tutto così frettoloso, come se qualcuno lo avesse costretto a fare quel passo. O forse si sbagliava e davvero lui si era deciso a volerla sposare?
Qualunque fosse la verità a lei non importava. Non le importava più di condividere la propria vita accanto ad un ragazzo che conosceva ben poco della sua parte profonda e che ormai lei vedeva soltanto come un caro amico.

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Un paio di giorni dopo, Grace partì per Cairns. Il senso di libertà che l'avvolgeva l'accompagnò durante quel viaggio verso un nuovo domani, seppur temporaneo, verso una destinazione che l'avrebbe aiutata a ritrovare se stessa, a capire cosa farne della propria vita. Magari avrebbe potuto impartire lezioni di pianoforte o aprire una piccola cioccolateria dove deliziare i palati di tutti con i suoi squisiti dolci, servire cioccolate calde durante i rigidi inverni, coccolare con praline e biscottini mamme e bambini. Fu con quel pensiero ed un sorriso rilassato che si addormentò, poggiando allo schienale la sua folta chioma finalmente castana, mentre l'aereo sorvolava verso nord la costa orientale del Queensland.

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🌺 La rosa dell'inverno 🌺Where stories live. Discover now