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Grazie alle indicazioni di Jeongguk, Taehyung impiegò solo pochi minuti per arrivare a destinazione. Con un'espressione confusa, parcheggiò l'auto davanti ad una casa sconosciuta.

«Devo restare in macchina o...», chiese, mentre osservava con occhio attento l'edificio. Era una villetta di dimensioni modeste e dall'aspetto piuttosto moderno per essere costruita nell'East Side.

«No». Jeongguk scosse la testa e si slacciò la cintura di sicurezza. «Entriamo tutti». Saltò giù dalla macchina e aspettò che Taehyung lo seguisse, se pur con quell'espressione perplessa.

«Guk», lo richiamò il biondo. «Chi vive qui? Non voglio che Hyunwoo...»

L'Hellhound lo interruppe con un sorrisetto sulle labbra. «Ti fidi di me, Tigre, vero?», inquisì furbescamente. Poi, senza attendere risposta, aprì lo sportello posteriore dell'auto e recuperò la borsa con dentro le cose di Hyunwoo, mettendosela in spalla.

Taehyung fece vagare per un paio di volte lo sguardo dalla casa al proprio ragazzo e viceversa. Certo che si fidava di Jeongguk, ma quella situazione non lo convinceva comunque. In più, aveva appena legato Hyunwoo a quello stupido seggiolino dalle cinture impossibili, e l'idea di doverlo rifare non lo entusiasmava per niente.

Ad ogni modo, si abbassò per aprire la portiera e, dopo qualche sforzo, riuscì finalmente a liberare il bambino dalla costrizione di quel dannato aggeggio. Lo prese tra le braccia con delicatezza – assicurandosi di avvolgerlo per bene nella copertina in modo che i pungenti raggi di sole non gli colpissero la testa – e poi si voltò verso Jeongguk. Il corvino gli avvolse un braccio attorno alla vita, conducendolo verso la porta d'ingresso della casa e, sotto i suoi occhi sempre più confusi e curiosi, tirò fuori da una tasca dei jeans un mazzo di chiavi con cui sbloccò la serratura.

Non appena Taehyung mise piede oltre la soglia, non poté fare a meno di lasciarsi scappare un mormorio sorpreso. La casa era vuota. Completamente spoglia di ogni tipo di mobilio. Subito davanti a lui si apriva un breve corridoio d'ingresso oltre il quale si trovava un'ampia zona giorno, incorniciata da alte finestre e una porta scorrevole che conduceva al cortile.

«Cos'è questo posto?», domandò, compiendo qualche passo verso l'interno dell'appartamento e osservandosi attorno. Lungo la parete opposta alle finestre c'era una scala in legno bianco che portava ad un soppalco a vista.

Jeongguk spalancò teatralmente le braccia, stampandosi un enorme sorriso sul volto. «Benvenuto nel mio nuovo appartamento!»

Le sopracciglia di Taehyung sfiorarono l'attaccatura dei capelli. «Il tuo nuovo appartamento?», ripeté incredulo, assicurandosi di aver sentito bene.

L'altro annuì. «Bè, in realtà...», si portò una mano alla nuca e puntò gli occhi sui propri piedi, come se improvvisamente li trovasse di estremo interesse. «Speravo che potesse essere il nostro nuovo appartamento».

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora