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Eunhee non tornò a casa quella sera.

Taehyung e Jeongguk rimasero svegli ad aspettarla fino alle due del mattino, ma alla fine cedettero entrambi alla stanchezza e si addormentarono l'uno accanto all'altro sul divano del soggiorno. Fu soltanto tre ore più tardi, quando ormai il sole stava sorgendo, che la ragazza finalmente riapparve.

Il suono della porta d'ingresso che si chiudeva destò Jeongguk dal sonno, costringendolo a districarsi con molta delicatezza dal corpo del proprio ragazzo e ad alzarsi per avvicinarsi ad Eunhee, che stava tentando di sgattaiolare in camera sua.

Lei ebbe un sussulto rumoroso non appena si accorse di lui. «Gesù Cri-», fece per dire, venendo però prontamente fermata da una mano posatalesi sulla bocca.

«Taehyung e Hyunwoo stanno dormendo, Eunhee», la rimproverò Jeongguk in un sibilo deciso. Poi, senza neanche darle il tempo di replicare, l'afferrò per un polso e la trascinò in cucina, dove la luce accesa gli consentiva di guardarle per bene in viso. «Dove sei stata?»

«Gesù, sembri mio padre», sibilò lei acidamente. «Sono uscita per vedermi con degli amici. L'avevo detto a Taehyung».

«Sì, quattordici ore fa».

Gli occhi della ragazza si spalancarono. «Cazzo. Davvero?»

Jeongguk annuì, osservandola attentamente e accorgendosi di come batteva ansiosamente le dita sulle braccia conserte e muoveva i piedi sul pavimento.

«Il mio telefono è morto. Non sapevo che ora fosse», andò avanti Eunhee. Mentre lo diceva, serrò i denti in modo quasi impercettibile, ma il corvino se ne accorse comunque.

«È una scusa del cazzo», replicò infatti Jeongguk, il tono gelido. Teneva lo sguardo fisso in quello di lei e, in particolare, sulle sue pupille tanto dilatate da far scomparire l'iride.

«Chi cazzo ti dà il permesso di parlarmi in questo modo?!»

Jeongguk la fulminò nuovamente con lo sguardo. «Per favore, abbassa la voce. Stanno cercando di dormire». Indicò con un braccio il soggiorno dove, per chissà quale miracolo, sia Hyunwoo che Taehyung stavano ancora dormendo.

Eunhee sbuffò ancora. «Mi dispiace, va bene? Cazzo». Digrignò un'atra volta la mascella – come se non potesse farne a meno – e prese a tamburellare ancora più velocemente le dita.

Qualche ora prima, dopo la visita sgradita del Greaser, Jeongguk aveva fatto del proprio meglio per convincersi che ciò che l'uomo gli aveva detto fosse una bugia, ma le condizioni in cui versava in quel momento Eunhee non lasciavano spazio ad alcun dubbio.

«Sei fatta», affermò senza nessun'ombra d'incertezza nella voce.

A quell'accusa, la ragazza spalancò gli occhi. «Cosa?»

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora