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Quando tornò mia madre con la colazione, ci trovò seduti sul divano, uno appoggiato all'altra mentre guardavamo la televisione. In quel momento sembrava come se tutto fosse tornato alla normalità, come quando passavamo ore in casa a mangiare e a giocare ai videogames.

"Ragazzi adesso apparecchio per mangiare qualcosa. Jade, vai a chiamare Jong Suk"

Così, obbedii e mi diressi in camera mia. Quando spalancai la porta, il mio amico dormiva  beatamente, quasi provai dispiacere a svegliarlo.

"Jong Suk, vieni a mangiare"

Mugolò qualcosa di incomprensibile

"Jong Suk"

Dopo svariati tentativi, uscii dalla stanza e poco dopo, ancora addormentato e con i capelli disordinati, mi seguì Jong Suk. Quando arrivò in sala, la prima cosa che fece fu notare Jungkook.

"Quindi ce l'hai fatta.." gli disse

"Che cosa intendi?" chiesi a Jong Suk confusa

"Chi pensi che abbia avvertito Jungkook dell'accaduto? Ovviamente io" rispose con fare orgoglioso

Lo guardai negli occhi, ma non dissi altro, e mi limitai a mangiare la mia colazione. Scrollai velocemente le notizie sul telefono, e comparse un articolo che parlava del concerto dei BTS. Ci misi un po' a realizzare, ma non appena lo feci, lasciai cadere la ciambella che avevo in mano

"Jungkook, il concerto! Come diavolo fai ad essere qui se dovevi fare il concerto oggi in America! Perché sei venuto!" 

Prima di rispondere, Jungkook mi guardò negli occhi; sembrava molto più tranquillo di quanto lo fossi io.

"Jade, come potevo non venire da te?"

"Si ma il conc-..."

"Si tratta di scegliere" disse interrompendomi "Dovevo scegliere tra te e il concerto, e non ho avuto minima esitazione, perché tu sei più importante di qualsiasi altra cosa"

"Non puoi rovinare la carriera per colpa mia!"

"Jade, devi capire che dal momento in cui ho deciso di amarti, la mia carriera è diventata qualcosa di secondario. Questa è stata la mia decisione e nessuno potrà farmi cambiare idea, neanche tu"

Non sapevo più cosa dire, né come controbattere. D'altronde quelle erano le sue decisioni ed io non potevo farci nulla. Aveva deciso di includermi nella sua vita e io ne ero felicissima. Promisi a me stessa, che avrei smesso di avere i sensi di colpa per quelle cose, di sentirmi inferiore o inadatta a Jungkook.

Nel pomeriggio, Jungkook se ne andò, con la promessa che sarebbe tornato la sera stessa a trovarmi; disse che aveva questioni importanti da risolvere. Jong Suk invece, rimase lì fino a tardo pomeriggio, quando, dopo l'ennesima chiamata di sua madre, fu costretto a tornare a casa. Erano solamente le nove di sera, e io lottavo con il sonno per cercare di aspettare Jungkook sveglia, ma persi quella sfida, e mi addormentai.

L'indomani, non appena aprii gli occhi, il mio primo pensiero fu Jungkook; la sera precedente non si era fatto vivo e non aveva lasciato nessun messaggio, così decisi di chiamarlo.

"Jungkook?"

"Jade, credi in me, vero?" quelle parole mi avevano sorpreso

"Sì, certo, ma perché mi chiedi questo?"

"Allora vestiti bene, tra mezz'ora vengo a prenderti. Il perché lo scoprirai dopo"

La chiamata si chiuse in quel modo, e io non ebbi neanche l'opportunità di chiedere più informazioni. Corsi a prepararmi, così come mi aveva chiesto Jungkook. Mi chiesi più volte dove saremmo andati e perché mi aveva detto di mettermi qualcosa di bello, ma decisi di non dare voce ai miei dubbi, e iniziai a cercare qualcosa di adatto da indossare. Trovai una gonna bianca, che non mettevo da moltissimo tempo, e sopra ci abbinai una semplice maglietta nera, dalle maniche di velo che si gonfiavano a formare un leggero palloncino sulle spalle; per quanto i tacchi fossero perfetti per quel look, optai per la comodità, e scelsi delle sneakers bianche. Il tempo era ormai finito, e in pochi minuti Jungkook sarebbe stato sotto casa, così decisi di anticiparlo; mi misi un po' di profumo e uscii. Dopo poco Jungkook arrivò in auto e io salii; quando aprii lo sportello della vettura, il suo sorriso mi diede il benvenuto. 

"Jungkook, quindi dove stiamo andando?" gli chiesi, mentre stavamo lasciando il mio quartiere

"Ad una conferenza stampa"

"Cooosa? Perché non me l'hai detto, io-"

"Sei perfetta così come sei, devi solamente mostrarti per ciò che sei, nulla di più, nulla di meno"

"Perché hai deciso far partecipare anche me? In questo modo tutti sapranno di noi due! E i ragazzi?"

"Ho indetto io stesso una conferenza stampa per chiarire il motivo della mia assenza al concerto in America, e per dire, una volta per tutte, la verità sulla nostra relazione" rimasi in silenzio, mentre Jungkook allungò una mano sulla mia gamba "Sono stanco di dover vivere in questo modo, sono esausto di dover nascondermi dalla luce del sole, come se fossi un criminale, e non poter vivere con te una relazione, come quella di tutti gli altri. Voglio darti il meglio Jade, e solo in questo modo potrò farlo" 

Rimasi ammutolita da ciò che aveva appena detto; appoggiai la mia mano sulla sua e la strinsi. Ero sicura, che insieme, avremmo superato anche quel momento.

"E se dopo questa dichiarazione tutti ti odieranno, compresi gli altri membri? Lo hai già detto ai ragazzi?"

"Loro mi supportano nella mia scelta di dire la verità; nel bene e nel male, mi hanno detto che ci saranno sempre per me, per te, per noi, e di fare ciò che mi dice il cuore. Le conseguenze di questa azione, che siano più o meno gravi, le affronteremo tutti insieme. Se i fan mi amano, e amano i BTS così come affermano, sono sicuro saranno felici per me"

Le parole di Jungkook consolavano il mio cuore agitato, tuttavia, dopo ciò che mi era successo, non mi fidavo più di nessuno, tantomeno dei giornalisti, capaci di modificare qualsiasi realtà, e degli Army, nonostante io stessa, ne facessi parte. Avevo paura, anzi, ero terrorizzata per ciò che stavo per affrontare da lì a pochi minuti.

Quando la macchina si fermò, mi ritrovai davanti all'ingresso di un lussuoso hotel; in pochi secondi la vettura fu circondata da paparazzi e i flash delle telecamere stordivano la mia vista. Mi voltai verso Jungkook, cercando di dare le spalle alle centinaia di telecamere che puntavano verso di me, e lo guardai negli occhi, come se mi aspettassi che lui dicesse qualcosa. 

I suoi occhi incrociarono i miei, mi prese una mano e sorrise.

"Sei pronta?" mi chiese

Tirai un lungo respiro, chiusi per un istante gli occhi, poi, lentamente, li riaprii.

"Sono pronta"

"Allora andiamo"

Jungkook aprii la portiera e scese per primo; si fece strada tra la gente, per giungere dalla mia parte e farmi scendere. Quando afferrò la maniglia, e lo sportello iniziò ad aprirsi, capii che era arrivato quel momento, che mai avrei pensavo di vivere. Non potevo più tirarmi indietro.

Era la resa dei conti.





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