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"Jong Suk, tieni" dissi porgendogli gli appunti che avevo tanto faticato a trovare "Adesso se non c'è altro..." lo tirai per un braccio, per invitarlo ad alzarsi dal divano, dove si era seduto in attesa del mio ritorno.

"Va bene, me ne vado" mi fece una smorfia.

Mentre stava varcando la porta, io iniziai a sentirmi sollevata, ma improvvisamente si bloccò. 

"Che c'è ora?" chiesi ormai esasperata.

Si voltò a guardarmi, e la sua espressione era uguale a quella di qualcuno che ha appena progettato un piano malefico e che lo sta per mettere in pratica.

"Me ne vado solamente se mi accompagni al portone!"

"Jong Suk, non ho tempo, lo sai" non avevo idea del perché si stesse comportando così. 

Incrociò le braccia al petto, e si girò verso di me a fissarmi con il broncio.

"Va bene Jong Suk, ti accompagno! Ma che ti prende oggi?" pensai che il modo più veloce per sbarazzarmi di lui sarebbe stato accondiscendere alle sue richieste.

Così lo spinsi e chiusi finalmente la porta di casa.

"Siamo arrivati, sei felice adesso?" gli dissi con tono sarcastico.

"No" non feci nemmeno in tempo a controbattere, che mi ritrovai avvolta dalle sue braccia. 

"Jong Suk, ma che fai!" cercavo di liberarmi dalla sua presa dimenandomi, ma tutto sembrava inutile "Jong Suk!"

"Volevo un abbraccio da un'amica, per consolarmi siccome oggi mi sento un po' giù, e invece mi stai solo scacciando, come se fossi una mosca"

Alzai gli occhi al cielo, e anziché respingerlo come stavo facendo, lo ricambiai; in fin dei conti, in quel momento Jong Suk era come un bambino, quindi per farlo smettere di fare i capricci, avrei dovuto dargli ciò che voleva. Poco dopo, quando fu soddisfatto, mi lasciò andare e con un sorriso mi salutò

"Ci vediamo all'università"

Ricambiai il saluto, e il più velocemente possibile tornai nuovamente in casa, perché per colpa del mio amico ero rimasta indietro con la preparazione degli snack, e per di più non mi ero ancora vestita a dovere. Feci a malapena in tempo a mettere i popcorn che avevo preparato in una ciotola, che il campanello suonò nuovamente; quando aprii la porta, fui felicissima di vedere finalmente Jungkook. Mi era mancato così tanto che la prima cosa che feci fu afferrargli una mano e tirarlo in casa, senza neanche salutarlo. Il cuore mi batteva all'impazzata dalla felicità; in quel momento mi chiesi se anche quella emozione, che era un'unione di entusiasmo e eccitazione, facesse parte di quella strana cosa chiamata amore.

"Se vuoi puoi appoggiare la giacca e il cappello su quella sedia, e fai come se fossi a casa tua" dissi mentre mi allontanavo per andare in cucina.

Al mio ritorno, ero convinta che avrei trovato Jungkook già seduto sul divano, pronto per la visione del film, invece, era rimasto lì dove l'avevo lasciato, immobile come una mummia; da quando era arrivato, non aveva pronunciato nemmeno una singola parola, ma sul suo volto c'era solo un fievole sorriso percepibile dai suoi occhi leggermente chiusi. Il suo atteggiamento era strano, non lo avevo mai visto così, quindi dopo aver appoggiato la ciotola che stringevo tra le mani, mi avvicinai a lui.

"Jungkook, stai bene?" gli chiesi guardandolo negli occhi.

"No, non sto bene" finalmente il suo sguardo si era alzato dal pavimento ed aveva incontrato il mio.

A quelle parole rimasi impietrita; iniziai a riflettere su cosa potessi aver sbagliato, ma non mi venne in mente nulla.

"Cos'è successo?"

"Davvero non sai cos'è successo Jade? Allora per te abbracciare altri ragazzi è una cosa normale? Cosa faresti se io facessi lo stesso?"

Capii tutto; probabilmente Jungkook aveva visto Jong Suk salutarmi.

"Ti riferisci a Jong Suk?"

Dal suo silenzio capii che avevo centrato il segno.

"Jungkook, è il mio migliore amico!" non sapevo se la sua gelosia fosse giustificata "Non so perchè si è comportato in quel modo, ma posso garantirti che non è mai successo prima"

"Non è mai successo prima, ma non sai se riaccadrà" aveva ripreso a parlare "Jade, se non pensi che io ti renda felice, dimmelo, non voglio forzarti a stare con uno come me"

"Con uno come te? Perchè stai dicendo queste cose? Tu sei quello con cui voglio stare, nessun'altro!" 

Il vero problema non era Jong Suk, ma l'insicurezza di Jungkook. Dovevo fare qualcosa per fargli capire che l'unica persona con cui volevo stare era lui, nessun altro. Così, avvicinai una mano al suo orecchio, gli sfilai la mascherina nera che ancora stava indossando, e gli diedi un bacio a stampo. Mentre mi stavo allontanando, con una mano mi prese la schiena, mi avvicinò a lui e le sue labbra si appoggiarono alle mie. Quel bacio, simile a uno dei tanti che ci eravamo già dati, ma che erano sempre diversi l'uno dall'altro, divenne sempre più coinvolgente. Gli buttai le braccia al collo, ma nel farlo gli feci cadere il cappello che stava indossando. Tentai di raccoglierlo, ma non me lo lasciò fare; le sue labbra cercavano costantemente le mie. Lui faceva dei piccoli passi all'indietro, ed io, come per gravità mi muovevo con lui, fino a quando non mi ritrovai con le spalle al muro.

Fu quando Jungkook mi sollevò e mi prese in braccio, che pensai che qualcosa di diverso stesse per accadere; mi sentivo così tanto ansiosa e spaventata, che tutto il mio corpo tremava e fremeva sotto il suo tocco. L'avevo visto fare solo nei film, ed io non mi ero mai immaginata in una situazione del genere; pensavo sarebbe stata una cosa lontana, ma forse in quel momento, non lo era poi così tanto.

 L'avevo visto fare solo nei film, ed io non mi ero mai immaginata in una situazione del genere; pensavo sarebbe stata una cosa lontana, ma forse in quel momento, non lo era poi così tanto

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