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Il suono della sveglia mi fece alzare di soprassalto; andai in bagno e mi lavai la faccia. Quella mattina avevo voglia di fare qualcosa di diverso, così non mi accontentai del solito trucco, matita nera sotto gli occhi e mascara, ma seguendo un tutorial veloce, provai a fare diverse sfumature con l'ombretto. All'inizio, considerate le mie scarse abilità nel trucco, ero spaventata potessi sembrare un panda dagli occhi neri, ma poco dopo, scacciato quel pensiero, mi misi un filo di lucidalabbra e uscii di casa. Da quando la pandemia era finita, ogni giorno ero solita mettermi il rossetto, per recuperare tutto quel tempo in cui indossarlo era praticamente inutile a causa della mascherina.

Uscii di casa, e mi incamminai alla fermata più vicina per prendere l'autobus e andare all'università. Come tutte le mattine salutai il signor Kim, il fornaio del quartiere, che tentò di regalarmi una focaccia; lo faceva tutti i giorni, e dopo aver provato più volte in passato a pagarlo per il suo gentil gesto, avevo capito che non avrebbe mai accettato un singolo centesimo da parte mia. Così presi la focaccia, gli porsi un profondo inchino per ringraziarlo e proseguii il mio tragitto.

Arrivai all'università un po' in anticipo, ma preferii lo stesso recarmi in classe. Entrai, e seduto accanto al mio solito posto, vidi Jong Suk. Lui era sempre puntuale, mentre quella che a volte rischiava di arrivare in ritardo ero io. Sederci vicini era diventata ormai un'abitudine; a volte durante le lezioni chiacchieravamo, giocavamo, ci scambiavamo gli appunti...era diventato uno dei miei amici più cari.

Appena si accorse della mia presenza, mi rivolse un enorme sorriso e mi salutò.

"Buongiorno!"

"Ciao, tutto bene?" ricambiai il suo saluto.

"Non c'è male" disse con fare sarcastico "Hai prenotato quel ristorante dove fanno la 'vera pizza italiana'?" mi chiese lui, mimando con le dita le virgolette.

A quelle parole realizzai : primo, non avevo prenotato un bel niente, secondo, anche se avessi voluto, non avrei potuto perché quel pomeriggio mi sarei dovuta vedere con Jungkook. Mi ero completamente scordata dell'impegno che avevo con il mio amico; da quando avevo letto quel bigliettino, era come se il mio cervello fosse impazzito, e ogni cosa fosse diventata secondaria a Jungkook. 

"Ehi tutto bene? Perché quella faccia? Non hai prenotato vero?" mi assalì un improvviso senso d'ansia, e probabilmente questo fu evidente al mio amico.

"Ecco, la verità è che mi ero scordata di avere già un altro impegno"

Potei notare il suo bellissimo sorriso spegnersi leggermente, e mi sentii tremendamente in colpa, ma giustificai il mio comportamento dicendo a me stessa che un'occasione del genere non mi sarebbe mai più accaduta.

"Vabbè, stai tranquilla, allora oggi ne approfitto per andare a provare il nuovo lavoro part-time che ho trovato"

"Tu lavori?" chiesi sbalordita.

"Ebbene sì, lo faccio per aiutare i miei a pagare le tasse universitarie"

In quell'istante mi sentii ancora peggio, perché voleva dire che aveva posticipato il suo impegno solo per uscire con me.

"Ti prometto che un altro giorno andiamo a mangiare insieme, te lo giuro!"

Le lezioni iniziarono e finirono velocemente, forse troppo; il solo pensiero di dover vedere Jungkook mi faceva sentire un nodo in gola impossibile da deglutire. Non era affatto una bella sensazione.

Una volta salutato il mio amico, cercai di tornare a casa il prima possibile per avere tutto il tempo necessario per prepararmi. Quando aprii l'armadio, che era sempre in disordine, mi assalì il panico; non avevo assolutamente la minima idea su cosa indossare. Non potevo neanche contare sul consiglio di mamma, siccome in quei giorni si tratteneva anche al pomeriggio a lavoro. Svuotai tutto il guardaroba; provai a mettermi un vestitino con sopra una giacchetta, ma era tantissimo tempo che non indossavo qualcosa del genere e non mi sentivo comoda, poi provai una gonna, un maglioncino, ma alla fine optai per ciò che mi faceva sentire più a mio agio : jeans neri stracciati, maglietta bianca e giacca elegante rosa. Così mi sentivo davvero me stessa. Una volta truccata e agghindata con i miei numerosi anelli e braccialetti, uscii di casa e prendendo l'autobus tentai di arrivare alla fermata più vicina possibile al luogo indicato da Jungkook. Giunsi lì con un po' di anticipo, tuttavia decisi di entrare nella caffetteria, dove rimasi stupita dalla sua bellezza. Il locale era semplicissimo, adornato con tavoli e sedie di legno; ma ciò che mi lasciò a bocca aperta fu il soffitto, che era totalmente ricoperto di fiori di ciliegio.

 Il locale era semplicissimo, adornato con tavoli e sedie di legno; ma ciò che mi lasciò a bocca aperta fu il soffitto, che era totalmente ricoperto di fiori di ciliegio

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Ero dubbiosa su cosa avrei dovuto fare, se sedermi e aspettarlo, oppure tornare fuori e attenderlo lì. Mentre mi guardavo intorno, qualcuno, dal tavolo più lontano dall'entrata, e anche quello che sembrava essere il più riservato, mi stava salutando con la mano.

All'inizio ci misi un attimo a rendermi conto che quella persona era Jungkook.

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