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Il giorno dopo...

Andai all'università, e cercai di arrivare in anticipo, così da avere il tempo di parlare con Jong Suk, ma quando entrai in aula, accanto al mio solito posto non c'era nessuno; pensai che forse non era ancora arrivato, ma era alquanto strano, e se fosse stato assente, me lo avrebbe detto in anticipo. Gli mandai diversi messaggi, ma non rispose a nessuno di questi. L'inizio della lezione era vicina, così provai a chiamarlo, ma non ricevetti alcuna risposta. Il professore entrò e iniziò a parlare, ma io non riuscivo a seguire la spiegazione come al solito. Il mio unico pensiero era il mio amico; temevo fosse adirato con me. La luce proveniente dal cellulare attirò la mia attenzione; controllai il display e notai che finalmente Jong Suk aveva risposto ai miei mille messaggi.

'Ho la febbre' mi aveva scritto.

Non appena la lezione fu conclusa, passai a comprare i suoi snack preferiti, poi delle medicine in farmacia e mi diressi a casa sua. Non c'ero mai stata, ma mi ricordavo la via, di cui una volta mi aveva parlato; ci misi un po' a trovare il palazzo giusto, ma alla fine ce la feci. Era un edificio mediamente alto e dal design moderno.

Lo chiamai al cellulare :

"Pronto" mi rispose lui con voce fioca.

"Apri la porta, sono sotto casa tua"

"Sotto casa mia?" chiese lui con tono sorpreso e stordito.

Mi fece entrare, presi l'ascensore, cliccai il pulsante e arrivai al quinto piano. Una delle porte si aprì, e da dietro ad essa spuntò Jong Suk con la faccia assonnata e con tutti i capelli arruffati. Dal suo aspetto ero sicura fosse, fino a poco prima, a letto con le coperte fino a sopra la testa.

 Dal suo aspetto ero sicura fosse, fino a poco prima, a letto con le coperte fino a sopra la testa

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Mi sorrise.

"Come mai sei qui?" chiese sbadigliando e grattandosi il capo con una mano.

"E me lo chiedi anche? Sei malato, è ovvio che ti debbia aiutare!"

"Tranquilla non c'è bis-"

"Permesso" lo interruppi io mentre lo superavo e mi accingevo ad entrare in casa sua.

Lui non poté fare altro che lasciarmi passare. Non appena fui dentro, lo obbligai a sedersi sul divano e a non muoversi.

"Tieni questi, sono i tuoi snack preferiti e questa è la medicina. Prendila e poi mangia"

"Va bene mammina" disse lui facendo una smorfia.

"Bravo figlio" gli accarezzai la testa "Vado a prepararti qualcosa di caldo"

Mi comportai come se fossi stata a casa mia; presi le verdure e la carne che avevo comprato e gli preparai un bel brodo di carne. Non ero brava a cucinare le zuppe, ma nel brodo ero imbattibile. Ero sicura gli sarebbe piaciuto.

"Ho messo a bollire tutti gli ingredienti" gli dissi mentre mi avvicinavo per sedermi sul divano vicino a lui.

"Come sono andate le lezioni?" mi domandò.

"Come al solito" feci una pausa in cui gli misi una mano in fronte per sentire quanto fosse caldo "A proposito, ti devo passare gli appunti"

"Te ne sarei grato" sorrise.

"Comunque..." riprese a parlare, con voce titubante e interrogativa "Da quando in qua esci con un idol?"

"Ti assicuro che non era mia intenzione bidonarti" decisi che avrei colto quell'occasione per chiarirmi con lui.

"Dici così, ma intanto sei uscita con lui, lasciando solo il tuo amico"

"Ti prometto che rimedieremo" pensai un attimo a quando saremmo potuti uscire "Lunedì! Lunedì sarebbe un giorno perfetto per mangiare la pizza!!"

"Ho un impegno" rispose lui facendo una smorfia. Era palese che in realtà non avesse nulla da fare, ma che si stesse solo vendicando della buca che gli avevo dato.

"Dai!" cercai di persuaderlo tirandogli il braccio.

"Va bene, ma smettila di fare quella faccia da gatto abbandonato"

Quando volevo qualcosa sapevo essere davvero testarda e persuasiva, e uno dei metodi che sfruttavo era fare gli occhioni dolci.

Quando volevo qualcosa sapevo essere davvero testarda e persuasiva, e uno dei metodi che sfruttavo era fare gli occhioni dolci

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Felice e contenta di essere riuscita nel mio intento, andai in cucina per controllare la pentola che avevo lasciato sul fuoco. Mentre mescolavo il brodo, sentii in lontananza la suoneria del mio telefono, e Jong Suk spuntò dalla porta con il mio cellulare in mano.

"Ti stanno chiamando!"

"Chi?" chiesi io curiosa.

"Un numero sconosciuto "

"Puoi rispondere per me? Ora non riesco" indicai con lo sguardo ciò che stavo facendo.

"Pronto, questo è il telefono di Jade che al momento è occupata" ci fu silenzio "Chi? Jungkook?" fece lui con tono interrogativo.

Non appena sentii quelle parole, mollai il mestolo che stavo usando e gli strappai il telefono dalle mani.

"Pronto?" risposi io alla chiamata.

"Ciao Jade, scusa il disturbo, vuoi che ti richiamo più tardi?"

"C-c-ciao Jungkook...no, non ti preoccupare, non sono impegnata" avevo balbettato.

Nel frattempo vidi Jong Suk avvicinarsi a me e mettere il viso tra le mani, come per farsi notare.

Così tentai di cacciarlo dalla cucina, ma fu tutto inutile

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Così tentai di cacciarlo dalla cucina, ma fu tutto inutile.

"Ti andrebbe di uscire giovedì sera?"

Rimasi un attimo sorpresa dalla sua richiesta, e dopo aver ripercorso mentalmente i miei impegni e constato di essere libera gli risposi.

"Certo, ci sono"

"Ti piacciono i tteokbokki?"

"Li adoro"

"Perfetto, allora a giovedì alle 18. Vieni davanti al dormitorio; non mi paleserò in pubblico, ma sono sicuro che troverò un modo per farmi notare da te"

"Va bene. Allora a presto Jungkook "

Chiusi la chiamata , e non potei fare a meno di stringermi al petto il telefono e sorridere come una sciocca.

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