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{Jade's pov}

La mattina dopo il nostro ritorno in città, sia io che Jong Suk eravamo esausti per il viaggio, e siccome ci ritrovammo all'università per seguire le lezioni, decidemmo di prendere un caffè insieme, anche se per me era raro prenderne uno.

"Bene ragazzi, oggi approfondiremo il cuore, in particolare i movimenti che il sangue fa all'interno di esso"

La lezione incominciò e attirò completamente sia la mia, che l'attenzione di Jong Suk; entrambi infatti, stavamo valutando una specializzazione in cardiologia, ma la strada per la laurea era ancora lunga e molte cose sarebbero potute cambiare.
Nonostante ciò, l'arrivo di un messaggio mi fece distrarre dalle parole del professore.
Senza farmi notare, presi il telefono, e mettendolo sotto il banco, sbirciai da chi quest'ultimo provenisse; l'emittente era Jungkook. Improvvisamente il cuore iniziò a battermi più velocemente del normale, e un leggero brivido mi pervase il corpo.

"Scusi Professore, posso andare in bagno?"

Mi affrettai ad uscire dall'aula, così da poter leggere il messaggio con calma.

'Ciao Jade, come stai? Avevo provato a chiamarti, ma in quel momento eri occupata. Ti chiedo scusa se non mi sono fatto vivo per un po', ma ti posso assicurare che c'è una spiegazione per tutto e che non è stato volontario.
Ho bisogno di vedere i tuoi occhi e parlarti, faccia a faccia, come ormai non facciamo da tempo; sappi che ci tengo a te.
Ti passo a prendere stasera a casa tua alle 21.
Mi manchi'

Lessi il messaggio più volte, analizzai ogni singola parola; non potei fare a meno di notare la dolcezza di ciò che aveva scritto, ma ero anche confusa da alcuni particolari. Nonostante ciò decisi di accettare il suo invito.

'Va bene, ci vediamo stasera.
Anche io ti devo parlare'

Quando tornai in classe, Jong Suk era curioso di scoprire perché io fossi uscita in fretta e furia dalla classe, non appena avevo preso in mano il telefono, ma per una volta decisi di non raccontargli nulla, perché temevo che esprimesse di nuovo il suo giudizio su Jungkook, che non era sicuramente positivo.

Quella sera mi vestii in modo semplice; volevo sentirmi completamente a mio agio, così da potergli parlare tranquillamente, cosa della quale anche io mi rendevo conto fosse impossibile. Tuttavia, scelsi un paio si jeans bianchi stracciati, una maglietta nera di tessuto leggero, e una giacca elegante del medesimo colore; in questo modo potevo ottenere il giusto compromesso tra caldo e freddo.

Il telefono squillò.

"Sono sotto casa tua. Se sei pronta scendi" mi disse Jungkook.

Così mi infilai velocemente le scarpe, presi la borsa e scesi. Nel mentre mi chiesi come sarebbe stato rivederlo e come mi avrebbe salutata, se come una sconosciuta, un'amica o qualcuno di più importante.
Aprii il portone, e davanti a me mi ritrovai Jungkook, appoggiato alla macchina con le braccia incrociate; era ancora più bello di come me lo ricordavo. Aveva pantaloni e giacca eleganti, un dolcevita che gli fasciava l'addome, e al collo una sottile catenella argentata. Nonostante fosse già sera, e lui fosse vestito completamente di nero, qualcosa lo faceva brillare nell'oscurità.

Avevo voglia di abbracciarlo, di chiedergli come stava, com'era andato il concerto, ma qualcosa mi bloccava dal farlo

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Avevo voglia di abbracciarlo, di chiedergli come stava, com'era andato il concerto, ma qualcosa mi bloccava dal farlo. Mi sentivo come se la distanza che prima ci separava fosse diventata un po' più ampia, come se quel nodo che avevamo stretto, si fosse leggermente sciolto; ma ancora non del tutto.

My DreamWhere stories live. Discover now