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"Jungkook, dove stiamo andando?"

La sera successiva Jungkook mi aveva imposto di uscire con lui a cena, perché mi avrebbe portato in un "posto importante", ma non mi aveva voluto dire dove.

"Tra poco lo scoprirai"

Quando arrivammo e scesi dalla macchina, entrai in uno dei ristoranti più belli che avessi mai visto; c'erano diverse stanze, piene di tavolini rotondi di cristallo, ma la cosa più spettacolare erano i meravigliosi rami pieni di fiori che pendevano dal soffitto, ed immergevano il locale in un'atmosfera quasi fantasy.

"Questo è il locale preferito dei miei genitori, per ogni occorrenza vengono qui a cena"

"Hanno veramente buon gusto!" affermai tenendo ancora gli occhi puntati in alto

"Vieni da questa parte, ho prenotato una delle sale private"

Quando aprii la porta, seduti al tavolo vidi due persone, un uomo ed una donna, di mezza età; immediatamente pensai avessimo sbagliato stanza e, dopo essermi scusata, mi voltai per andarmene ma Jungkook mi trattenne. Lo fissai con sguardo interrogativo.

"Jade, ti presento ufficialmente i miei genitori, la signora e il signor Jeon"

In quel momento non seppi cosa fare, se scappare via o entrare; quell'incontro era del tutto inaspettato ed io non mi ero ancora preparata psicologicamente a conoscere i suoi genitori. Ero così imbarazzata da non riuscire a muovermi; sarei rimasta lì, impalata come un lampione, se non fosse stato per Jungkook, che con una mano dietro la schiena mi invitò a sedermi.

"Piacere signora Jeon" le strinsi la mano e feci un inchino "Piacere signor Jeon" lo salutai allo stesso modo

"Il piacere è nostro cara, accomodati" dopo aver sentito ciò, mi tranquillizzai

La cena procedette serenamente e parlai molto con loro; erano persone gentili e gradevoli. Mi raccontarono moltissimi aneddoti di quando Jungkook era piccolo, come quella volta in cui si era fatto un graffio profondo mentre litigava con suo fratello per ottenere il controllo di un joystick della playstation, e aveva pianto per giorni; io morivo dalle risate, mentre il protagonista di quelle storie era diventato rosso dall'imbarazzo.

"Mamma, Papà, vi dobbiamo dire una cosa"

A sentire quelle parole, il boccone d'insalata che stavo masticando mi andò di traverso. Pensai al peggio. Voleva per caso dirgli che ero incinta? Come avrebbe potuto farlo se non eravamo ancora sposati? Sicuramente i suoi genitori mi avrebbero mal giudicata per questo motivo e si sarebbero opposti alla nostra relazione. Ero terrorizzata da ciò, perché ero ben consapevole che la maggior parte dei genitori coreani avevano una mentalità all'antica : credevano che un bambino si potesse crescere solo in una famiglia con genitori legalmente sposati da almeno qualche mese. Io e Jungkook non eravamo ancora nulla, non ci eravamo fidanzati ufficialmente, le nostre famiglie non si conoscevano a vicenda, e non eravamo tantomeno sposati.

"Jade stai bene?" mi chiese Jungkook porgendomi un bicchiere d'acqua

Annuii, feci finta di niente, e sfoggiai un sorriso falso in modo da mascherare tutti i pensieri negativi che avevano dominato la mia mente negli ultimi secondi.

"Di cosa ci volete parlare figliolo?" chiese la madre

' Ora glielo dice' pensai ' E' la fine; sicuramente mi caccerà e proprio come succede nei drama mi perseguiterà fino a quando non lascerò suo figlio '

"Mamma, sono ben consapevole che ti piacciono i bambini, quindi questo non dovrebbe essere un problema" fece una breve pausa nella quale afferrò la mia mano e la strinse alla sua, portandola sul tavolo "Vedi...tu e papà diventerete nonni!"

Lo aveva detto, lo aveva fatto. Ora non c'era più nulla da nascondere.

Mentre aspettavo quasi con gli occhi chiusi il mio destino, entrambi i genitori iniziarono ad applaudire

"Congratulazioni! Non potremmo esserne più felici!" disse la madre

"Mio figlio diventa padre! Era ieri che correvi in giro per la casa inseguito da tuo fratello" una piccola lacrima scese dall'occhio del padre

La mamma di Jungkook si era alzata dal tavolo, per avvicinarsi a me e mettendo una mano sul mio ventre mi chiese "Cara, come stai? Lo senti già muovere?"

"A volte" le sorrisi

Ero al settimo cielo; quello che poteva rivelarsi un incubo era diventato un meraviglioso sogno. Sia mia mamma che i genitori di Jungkook avevano accettato la nostra relazione e il frutto del nostro amore. Nessuna delle due parti aveva citato l'obbligo del matrimonio, e non potevo che esserne sollevata, non perché non volessi sposarmi con Jungkook, al contrario, ero sicura sarebbe stato il primo e l'ultimo uomo della mia vita. Ciò che mi preoccupava era la carriera di Jungkook, e la nostra giovane età; ero sempre timorosa che la nostra relazione potesse limitare la sua vita pubblica e lavorativa.

Quando Jungkook mi riportò a casa, insistette ad accompagnarmi fino a su; entrammo, l'appartamento era immerso nel buio. Probabilmente mia mamma era già andata a dormire. Chiusi la porta e mi diressi in cucina per prendere qualcosa da bere per entrambi; non appena mi voltai, trovai Jungkook di fronte a me e per lo spavento feci cadere dell'acqua a terra

"Jungkook, che fai!" mi lamentai

Ma lui non disse nulla, si limitò a venire sempre più vicino a me, mentre io indietreggiavo, fino a quando non incontrai il bancone e fui costretta a bloccarmi

"Che c'è?" gli chiesi sorridendo; continuava a non rispondere

Appoggiò entrambe le braccia alla cucina così da bloccare le uniche vie d'uscita che mi erano rimaste; non profanava parola, ma l'unica cosa che faceva era fissare le mie labbra.

Così, presi l'iniziativa : afferrai il suo viso con entrambe le mani e lo baciai. Quando mi staccai da lui, approfittai della sua distrazione per fuggire dalla sua morsa e mi fermai dietro di lui

"Non puoi fare il furbetto, ora che non sono più bloccata da te!" gli feci una linguaccia

"Questo lo dici tu!"

Iniziò a rincorrermi per tutta la casa e io a scappare da lui, fino a quando lui si ritrovò ad un capo del divano e io all'altro.

"Signor Jeon, non mi prenderai mai!!!" pensavo di avere il coltello dalla parte del manico, fino a quando Jungkook, salì coi piedi sul divano, e con un balzo felino mi afferrò tra le sue braccai; inutile dire che non ebbi scampo. Mi prese in braccio, e mettendomi sdraiata sul divano, si mise a cavalcioni e iniziò a riempirmi di baci, sulla fronte, sulle labbra, sul collo.

"Mi fai solletico, smettila!" non facevo altro che ridere

"Ora non mi puoi scappare!"

"Shhh..." gli dissi mettendo un dito sulle sue labbra "Mia mamma dorme"

Si accoccolò vicino a me, e stretto l'uno all'altra, ci addormentammo.

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