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Era ormai mezzanotte passata e mi apprestavo ad andare a dormire; durante il pomeriggio avevo provato più volte a mettermi in contatto con Jungkook, ma non c'ero mai riuscita. Ero ormai sotto le mie soffici coperte del letto, quando il campanello di casa mia suonò. Mi alzai, e controvoglia andai a vedere chi fosse.

"Chi è?"

"Jade?" una voce che avevo già sentito mi rispose

"Si?"

"Jade, sono Jimin" quando sentii quelle parole rimasi più che sorpresa "Vuoi vedere Jungkook? Se vuoi ti porto da lui, ma non abbiamo molto tempo"

"Ehm, Jimin...sì scendo subito"

Così il più velocemente possibile indossai qualcosa di decente, salutai mia mamma e corsi giù per le scale. Quando Jimin mi vide, mi fece un cenno con la mano, e mi fece salire in un'automobile nera. Era così tanto vestito che l'unica cosa che di lui rimaneva visibile erano gli occhi.

"Jimin ma che diavolo sta succedendo? Perchè non riesco a contattare Jungkook?"

"Vedi, il manager ha preso il cellulare di Jungkook, quindi è stato impossibile per lui contattarti. Inoltre, molte fan si sono appostate davanti alla nostra agenzia per ricevere maggiori spiegazioni. Jungkook non voleva che te lo dicessi, ma stamattina, quando ha tentato di uscire di nascosto dall'agenzia per venire da te senza bodyguard, è stato assalito da alcune persone che gli hanno tirato addosso uova e farina, insulti e per assurdo ha ricevuto anche delle minacce sui social; minacce orribili, che credo sia meglio tu non legga"

Rimasi sconvolta per ciò che mi stava dicendo Jimin. Non concepivo come fosse possibile che certe persone che si definivano sue fan, potessero comportarsi in questo modo, arrivando addirittura a minacciarlo. Dopo il racconto di Jimin, non sapevo davvero più cosa dire, così in auto scese un silenzio gelido. Approfittai di quel momento per cercare su internet le cattiverie che stavano divulgando, perchè volevo vedere se per caso la situazione si stesse risolvendo. Purtroppo era tutto il contrario, trovai solo insulti e minacce; minacce verso di me, verso Jungkook, verso la nostra relazione, verso cosa sarebbe successo se avessimo continuato a frequentarci. Ne lessi uno, due, tre, venti, poi non ce la feci più. Chiusi il cellulare, lo infilai in borsa e mi abbandonai sul sedile mentre guardavo fuori dal finestrino.

"Dove stiamo andando esattamente? Per andare all'agenzia la strada è diversa"

"Infatti non è lì che stiamo andando. Devi sapere, che dopo l'accaduto, il manager ha deciso di far stare Jungkook per il tempo necessario, in un appartamento di proprietà dell'agenzia a Gangnam"

"E come farete a fare le prove insieme?"

"Per ora, tutto è sospeso" mi rispose con aria amareggiata

Sentendo le parole di Jimin, e vedendo con la poca luce che proveniva dai lampioni, la sua espressione triste e amareggiata, capii che tutto ciò che era successo era colpa mia. Jungkook non avrebbe avuto tutti questi problemi se non ci fossimo mai incontrati, non avrebbe dovuto interrompere le sue attività con il gruppo e soprattutto non avrebbe sofferto così tanto. Sarebbe stato il solito Jungkook di sempre, amato da tutti.

Pensai che forse, per quanto la sola idea mi lacerasse il cuore, la cosa migliore per lui, sarebbe stata interrompere la nostra relazione.

Così come ero comparsa nella sua vita, sarei scomparsa.

E l'ultima volta che l'avrei visto, sarebbe stata oggi.

Oggi sarebbe stato il nostro addio, per sempre.

My DreamWhere stories live. Discover now