Capitolo 32

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T/N POV'S

*Flashback*

25 Dicembre 2002

"Amore di papà, sveglia..." - Cerco di aprire gli occhi, con scarso successo e mi infilo di più sotto il piumone. - "Dai, coraggio, è Natale ed è ora di aprire i regali. Manchi solo tu all'appello".

"Non è vero..." - cerco di formulare una frase completa, ma con scarso successo.

"Hai ragione, non è vero, ma la nonna ha preparato i pancakes che ti piacciono tanto."

"Potevi dirlo subito che la nonna ha fatto i pancakes, mi sarei alzata più volentieri." - Vedo mio padre ridere e inizia a farmi il solletico.

"Sto crescendo una figlia a cui non importano i regali, ma solo il cibo?"

"DAI PAPÀ BA-BASTA..." - rido a crepapelle e nonostante abbia ormai dieci anni, mi prende in braccio e mi porta giù in cucina.

"Ormai sei diventata pesante per la mia povera schiena."

"Io però ti dico sempre che ormai sono grande, ma tu non mi ascolti..."

"Hai ragione! Dovrei darti più retta... Guardate un po' chi si è svegliata?"

"Ma buongiorno piccolina..."

"Buongiorno nonna! Mamma dorme ancora?"

"Sì! Le prepariamo la colazione e gliela portiamo a letto, ti va?"

"Sì..."

"I regali vuoi aprirli dopo aver fatto colazione?" - mi chiede nonna.

"Voglio aspettare i miei cugini. Li apriamo tutti insieme, così non si offendono come fanno sempre."

"Tu per avere 10 anni, sei fin troppo matura." - Faccio spallucce e prendo un boccone di pancake. Dopo che mio padre ha preparato la colazione per mia madre, ci dirigiamo verso la camera dove mamma stava dormendo e io mi butto sul letto facendo svegliare mamma.

"Buon Natale mamma!"

"Buon Natale a te tesoro mio..." - Mia madre mi abbraccia e mi riempi di baci.

"Papà ti ha preparato la colazione da fare a letto. I regali li apriamo quando arrivano gli altri..."

Adoravo passare le mie vacanze di Natale a Seattle. Un po' meno doverle passare con i miei cugini. Non erano molto simpatici nei miei confronti e mi trattavano come la viziata bambina cresciuta a Los Angeles. Non ho mai capito perché mi trattavano così, ma sapevo che dovevo comportarmi meglio di loro. Tranne mia cugina Eleonor, lei era proprio antipatica e credeva di essere sempre più in alto degli altri. Era più grande di me, di un paio di anni, ma i miei zii le hanno sempre concesso tutto.

Avevo fatto colazione con molta calma in cucina con nonna che stava già preparando da mangiare da almeno un paio di ore, mentre mamma e papà erano di sopra.

"Nonna..."

"Dimmi amore..."

"Secondo te, io sono viziata?"

"Chi te lo ha detto?"

"Me lo dicono sempre Eleonor e Russel. Poi a ruota vengono imitati dagli altri e finisco sempre per essere chiamata 'la viziata di Los Angeles'. Io non mi permetto mai di dire a Eleonor che se la tira. Rimango sempre nel mio, perché so che poi le prenderei, ma a lei invece viene concesso tutto. In verità, anche agli altri, se proprio vogliamo essere sinceri."

THE NIGHT WE METحيث تعيش القصص. اكتشف الآن