✩ 3 - La cittadella di Arcadia ✩

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Il lago artificiale che circondava l'isola di Albora era limpido, calmo e soprattutto molto, molto più vasto di quanto Kader avesse immaginato. Non che potesse essere paragonato al Mare del Sole che era abituata a vedere tutte le mattine dal borgo in cui era cresciuta, ma non aveva mai visto nulla del genere. Al centro perfetto dell'enorme specchio d'acqua sorgeva, lì dove l'occhio umano poteva già scorgerla, una cittadella circondata da alte mura. I tetti appuntiti degli edifici di pietra bianca spiccavano oltre i cancelli serrati, che si affacciavano su una striscia di costa relativamente sottile, priva di moli o porti di alcun genere. La città di Arcadia non era, a giudicare da lontano, sulla sponda del lago, molto grande, e questo fece pensare a Kader che probabilmente gli abitanti non dovevano essere tantissimi, non più di quanti ve ne fossero a Elysia. Tutto sommato, però, quel luogo sembrava elegante, regale. Al contempo, isolato e irraggiungibile.

Ri, Erys, Kader, Auria e Sol erano immobili a qualche passo dalla riva pietrosa, dove pacate onde si abbattevano generando il dolce suono della corrente che, tuttavia, non riuscì a confortare del tutto il gruppo.

«Be'...» esordì Auria Gaia, che si stava sfregando il mento mentre osservava la distanza che li separava dall'unico punto adatto a nascondersi dall'assedio dei Cavalieri di Cenere, «Mi aspettavo che ci fosse... non lo so... una barca? Un ponticello? Qualcuno di guardia?» Sollevò le spalle, guadagnandosi un'occhiataccia da Erys che stava cercando di non perdere le staffe. In effetti, non c'era nulla di simile. Erano soli, nel bel mezzo del nulla.

Ri valutò attentamente la situazione prima di parlare. «Arcadia si è distaccata dal resto del mondo vent'anni fa, i vampiri non vogliono avere a che fare con il mondo esterno, non è nel loro interesse uscire dall'isola di Albora, essendo autosufficienti. Avremmo dovuto aspettarci una cosa del genere.»

Erys si sfregò gli occhi, arrossati per il poco riposo che si era concessa quella notte. «Dunque dobbiamo cambiare piano? Perché dubito fortemente che da qui riusciremo a trovare un modo per smuovere i loro raffinati fondoschiena da quelle graziose mura.»

Kader trattenne un profondo sospiro e non badò troppo alle sue parole, d'altronde oramai conosceva Erys da abbastanza tempo da comprendere le conseguenze del suo temperamento. «Potremmo attirare la loro attenzione e persuaderli a uscire.» propose, appena ebbe finito, la prima idea sensata che la sfiorò.

La guerriera dai capelli rossicci sollevò un indice. «Ottima idea! Allora io potrei lanciare delle pietre nell'acqua, Ri sbracciarsi finché non gli cadranno gli arti e Auria... che ne dici di scatenare un incendio nella foresta, raggio di sole? Il fuoco catturerà sicuramente la loro attenzione.» replicò con una frase fortemente condita di sarcasmo.

Kader si sfregò le tempie, cercando di lasciar correre ancora una volta, mentre Ri poggiava una mano sulla spalla della compagna d'arme. «Non essere prevenuta, Erys. Ascoltiamo prima cos'ha da dire.» provò a rabbonirla.

Erys sbuffò, intrecciò le braccia e guardò la più giovane con la coda dell'occhio. Bene, sarebbe stata buona per un po'.

La ragazza ne approfittò per parlare in totale tranquillità, senza rischiare di essere giudicata negativamente. «Dobbiamo trovare un modo di annunciare la nostra presenza agli abitanti e al contempo di far capire chi siamo. La nostra identità potrebbe essere un lasciapassare per un riparo.» cercò di spiegarsi in modo succinto, per poi voltarsi in direzione della coetanea al suo fianco, «Auria, pensi di poter chiedere a Sol di ruggire? Lui è praticamente il tuo famiglio, non è un semplice leone. Quando sentiranno il rumore, non potranno ignorarlo. Sapranno chi sta bussando alla loro porta.»

Auria Gaia strabuzzò gli occhi per qualche istante, alternando lo sguardo tra lei e il grande felino. Nell'arco di pochi secondi il suo volto s'illuminò di un genuino sorriso. «A me sembra un'ottima idea!» rispose, accarezzando la schiena del grande leone nero al suo fianco, «Allora, ragazzone? Pensi di riuscire a farti sentire fin da laggiù?»

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now