☾ 1 - Benvenuti alla bottega Toymaker ☽

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PARTE 1

[ L'IMPRESA DEL SECOLO ]

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CAPITOLO 1

In bottega, per tutto il giorno, non s'era visto un singolo cliente. Il che era strano, dato che oramai il sole aveva superato il punto più alto nel cielo. Non che il resto delle volte straripasse di persone, certo. Tutti quanti sapevano che Elysia era una città povera, i cui abitanti riuscivano a stento a guadagnarsi una pagnotta con cui sfamare la propria famiglia, figurarsi quante poche persone potevano permettersi di acquistare giocattoli per i loro bambini.

Nonostante la brutta situazione, Kader e suo padre erano riusciti a mandare avanti l'impresa di famiglia. Il negozio di giocattoli fruttava abbastanza da permettergli di pagare le tasse imposte dal governatore Edrick Krävinge e di mettere qualcosa fra i denti due volte al giorno. C'era stato qualche problema in passato, quando le imposte erano state alzate bruscamente e senza preavviso, per cui i due proprietari si erano dovuti adeguare: oltre ai giochi, avevano iniziato a vendere anche legna e prodotti per la casa, tra quelli di prima necessità. Quando la cittadina si era ripresa dal duro colpo, poi, quel legno era avanzato e il signor Toymaker ne aveva ricavato delle meravigliose statuette: soldatini, animali bizzarri, barche in miniatura e quant'altro. Qualche volta persino i pochi nobili di Elysia si degnavano di far visita al negozio per comprare qualcosa di carino ai loro bambini, e la maggior parte di loro erano clienti affezionati.

Ma, quel giorno, la porta non si era minimamente aperta. Il campanello non aveva trillato nemmeno una volta. E il signor Toymaker non era sceso al negozio dal piano di sopra dal momento in cui, quella mattina, aveva salito trafelato le scale dicendo che aveva qualcosa di urgente da sbrigare.

Kader non amava mettere il naso negli affari altrui. Stava bene, nel suo piccolo mondo personale. Non le serviva tempestare suo padre di domande, quando sapeva che probabilmente avrebbero discusso di quegli impegni a cena, in tutta calma. Per il momento lei se ne stava dietro il bancone, seduta comodamente su uno sgabello dalle gambe arricciate. Gli orologi a dondolo appesi qui e là sulle pareti scandivano con le loro nere lancette ogni secondo che passava. In uno di essi, una ballerina la cui gonna era formata da un cono bianco rovesciato piroettava con le braccia alzate sopra la testa, dietro una finestrella di vetro. I lati della stanza e le pareti affogavano tra i prodotti che la bottega Toymaker offriva. A terra i cavalli a dondolo erano immobili, le spade di legno appese subito sopra. Tra un quadro e l'altro, al lato opposto, se ne stava uno scaffale impolverato stracolmo di carillon e peluche imbottiti di piume d'oca. Nella mensola subito sopra, ecco la personale collezione di Kader, i suoi giocattoli preferiti: tante, tantissime bambole di pezza accuratamente ricamate e dettagliate, fatte a mano con estrema pazienza e tanta devozione. Quelle erano il suo piccolo tesoro personale. Se la cavava bene con ago e filo, bisogna ammettere, e in momenti come quello, che lei avrebbe chiamato di tempo libero anche se stava comunque lavorando, si occupava di crearne altre cercando di non renderle mai troppo simili a una delle precedenti.

Era quello che stava facendo anche adesso, e se non altro era a buon punto. Stava giusto terminando di far passare il sottile ago di metallo sotto la pelle rosa della bambola legandole alla nuca riccioli ramati. Per i suoi occhi aveva scelto bottoni del colore dell'oro o della paglia. Non represse un sorriso, sollevandola un momento per ammirare il suo lavoro. Sì, si sentiva soddisfatta.

Le sue creazioni si ispiravano alla gente di Elysia, i ragazzi e le ragazze e gli adulti che vedeva camminando per le strette vie del borgo marittimo. Nessuno sembrava essersi accorto della somiglianza, ma non le importava. Sullo scaffale, ecco la fioraia che tutte le domeniche montava la bancarella alla piazza cittadina. Subito accanto, il giovane figlio di un pescatore che Kader aveva visto saltare in barca con il padre e inciampare in una rete. Quello era il suo modo di esprimersi, di sentirsi più vicina alle persone che attiravano la sua attenzione.

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now