☾ 15 - Come il giorno e la notte ☽

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Per un intero pomeriggio, Auria mostrò a Kader tutto ciò che riteneva più bello della sua città natale. La portò a vedere altri tre templi di Khalios, man mano che percorrevano il perimetro di Khepri. Ognuno di essi era diverso e unico nel suo genere. Quello più vicino al Palazzo del Sole, le disse Auria Gaia mentre passeggiavano ai piedi della muraglia protettiva, era il primo a essere stato costruito, proprio accanto all'oasi da cui Giana aveva avuto inizio. Kader si dimostrò interessata alla storia di come fosse sorto un regno così grande e fiorente, e la figlia del sole fu ben lieta di raccontarle tutto dal principio.

In tempi antichi, quando Domiin era ancora abitata dagli elfi oltre che dagli umani, Giana non era che un deserto inesplorato. Alcuni ricognitori e cartografi furono inviati dai reggenti del tempo a mapparlo - un tentativo oggigiorno vano, dato che le mappe erano andate distrutte o perdute e ad ogni modo Giana era cambiata molto, soprattutto quando i primi sciamani avevano risvegliato i guardiani delle sabbie, i keel voog  - e, durante l'esplorazione, trovarono una gigantesca oasi solitaria, da cui iniziarono a costruire ed espandere quello che un tempo non era altro che un villaggio e che oggi invece era la splendida capitale del regno.

«È per questo che il sovrano di Giana si fa chiamare capovillaggio?» Quella di Kader fu una domanda più che legittima.

Auria batté le mani una volta, entusiasta. «Esattamente! Sei una brava osservatrice, eh?»

Kader abbassò il viso. Per tutta la vita, non aveva fatto altro che osservare tutto e tutti da lontano. Non poteva darle torto.

«Siamo molto legati alle nostre tradizioni, e crediamo che un sovrano dovrebbe più di tutti essere esempio di umiltà. Per questo mio padre non è un re ma un capovillaggio.» raccontò fiera. Non era un segreto che stravedesse per suo padre ma, in un certo senso, era chiaro anche che le loro linee di pensiero fossero diverse. In Auria non c'era alcuna traccia della feroce, brutale determinazione dei suoi genitori.

Il tour portò le due ragazze a un mercato nei pressi del grande cancello di pietra chiara rivolto a sud, verso il Mare del Sole, lontano chissà quanto da Khepri, che di certo non si trovava sulla costa. Kader non aveva idea della sua locazione esatta, ma il suo fiuto non mentiva. Conosceva l'odore del mare, dell'aria salmastra, la brezza marittima. Sapeva quali uccelli vivevano nei pressi della baia, e non aveva visto nessun gabbiano sorvolare Khepri. Tra l'altro, il clima era completamente diverso. Naturalmente i cancelli erano chiusi e, su delle torri di guardia, i soldati camminavano e osservavano tutto ciò che accadeva dentro e fuori dalla città. La ragazza si chiese se, dall'altra parte della muraglia, tutto ciò che era possibile vedere non fosse altro che un mare infinito di dune come quello in cui lei, Ri ed Erys si erano persi.

Non perse di vista le guardie per un solo secondo, mentre Auria la guidava tra i padiglioni del mercato. Comprò qualche delizia locale: non c'era carne in esposizione - spiegò a Kader che nel regno di Giana l'incontro con la natura era sacro, e dunque nutrirsi degli animali sarebbe stato sacrilego - ma fece assaggiare a Kader un curioso estratto derivato dal fiore spinato, un frutto così chiamato perché la buccia presentava spuntoni affilati che ricordavano tanto dei petali. Il sapore era leggermente apro, ma piacevole. Fu l'unica cosa in grado di distrarre Kader dalla sua missione per un po'.

Attraversarono il mercato, rimanendo nella zona periferica di Khepri, che non aveva nulla in meno rispetto a quella centrale o al quartiere del Sol Marat, la cui cima si poteva osservare da ogni angolo della città. Kader camminò al fianco della muraglia, e una curiosa angoscia ebbe la meglio su di lei. Non si era accorta fino in fondo di essere in trappola, per sempre, in un luogo sconosciuto. Se c'era una sola speranza di vendicare la distruzione di Elysia causando la caduta dei Cavalieri di Cenere e del loro leader, il capovillaggio gliel'aveva tolta. Lei e i suoi due compagni di viaggio erano bloccati nel cuore del deserto. Sentì il respiro farsi pesante. Non lo aveva realizzato perché fino a quel momento era stata così occupata a riflettere sulla missione affidatale da Ri che non aveva davvero preso in considerazione l'idea che forse non esisteva una via d'uscita. Forse... sarebbero davvero rimasti lì per sempre.

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now