☾ 11 - Insidie del deserto ☽

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Nel deserto, notte e giorno sembravano appartenere a due universi opposti. Kader si era sempre sentita più a suo agio nelle ore notturne, quando il buio quietava il caotico viavai delle giornate, quando tutti dormivano e lei poteva osservare in pacifico silenzio le stelle e la luna che illuminavano la Baia del Gatto, donandole una bellezza eterna, con le onde del mare che riflettevano lame di pallida, tremula luce. Ora nulla era come prima: sfinita dalle camminate pomeridiane, confusa dall'immensità di quel terreno che le pareva infinito quanto quello stesso mare che era abituata a osservare da lontano, senza mai sfidarlo, la notte non poteva che cercare di riposare, mettendosi in pericolo.

Lei e i suoi compagni erano in cammino nel deserto di Giana da almeno quattro giorni, ormai. Si muovevano perlopiù all'alba e al tramonto, quando le temperature offrivano loro clemenza. Con il sole alto il calore diventava asfissiante, il sudore grondava sulla loro pelle. I membri della Resistenza avevano strappato i loro mantelli per farne delle cappe con cui proteggere la testa. Qualcuno aveva gettato via lungo la strada pezzi del suo vestiario, il primo giorno, ma quella stessa notte se ne era pentito. Kader si era stretta a Ri ai piedi di uno dei pochi alberi, magri e altri, che come gli sporadici ciuffi d'erba secca adornavano quell'immenso oceano dorato. Il rumore dei denti che sbattevano e digrignavano aveva fatto da sottofondo al loro breve e turbolento riposo.

Il peggio era arrivato con il mattino successivo. Al risveglio di tutti, un membro del gruppo di scorta non aveva riaperto gli occhi. Stremato dal combattimento, dalla fatica e dalle ferite, non aveva superato la notte. Lo stesso era accaduto a uno dei cavalli. Per qualche motivo, un altro degli animali era scomparso. Fuggito o fatto preda da uno dei mostri delle sabbie, non era facile dirlo.

Già dal mattino, i discorsi tra Ri, Erys e le guardie offerte loro dalla governatrice di Diantha si erano fatti più accesi e aggressivi. A tardo pomeriggio, quando il sole iniziava a calare, la maggior parte dei soldati si accorse di avere la febbre, o che le loro ferite erano peggiorate. Qualcuno non era stato parsimonioso e aveva finito le sue scorte d'acqua. Ci fu un altro litigio. Erys rischiò di fare del male a qualcuno, mentre Ri provava a calmare gli animi.

Ma il mattino dopo Kader e i due membri della Resistenza si risvegliarono da soli. Caramel e gli altri cavalli erano scomparsi. Le guardie avevano lasciato un biglietto su un pezzo di carta strappato, l'inchiostro qui e là sbavato segno di una mano spedita e maldestra. Lo trovarono accanto a due zaini in cui i disertori avevano quantomeno lasciato provviste sufficienti per qualche giorno.

Torniamo indietro. Forse siamo ancora in tempo per ritrovare la strada e rientrare in Venturea. Avviseremo la governatrice cosicché mandi una squadra di soccorso a cercarvi. Che la Dea vi guidi.

Erys aveva fatto una scenata, Ri era rimasto seduto per qualche minuto a testa bassa, una mano fra i capelli. Kader si sentiva colpevole di tutto ciò, e trattenne le lacrime per non infastidire nessuno. Anche se nelle ultime settimane era accaduto tutto troppo in fretta, stava imparando a conservare le sue emozioni in un piccolo lato di sé, un angolino buio dove nasconderle, sperando che prima o poi se ne sarebbero andate. Scoprì che neanche questo era semplice.

Non tornarono indietro. Non sapevano in che punto di Giana si trovassero di preciso, e lungo il loro cammino avevano incontrato pericolose creature che avevano aggirato come potevano, e non era il caso di presentarsi di nuovo davanti alle loro tane. Non sapevano neanche se i soldati della scorta sarebbero riusciti a tornare a Diantha, o se addirittura fossero ancora vivi. Ri aggiunse che forse i Cavalieri di Cenere li stavano aspettando al confine, laddove avevano perso le loro tracce.

La ragazza ripensò al loro comandante, il giovane dai capelli corvini. Una piccola parte di lei sperò che fosse riuscito a sopravvivere al guardiano delle sabbie, anche se era suo nemico. Non riusciva a gioire della morte altrui.

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now