☾ 8 - Agguato ☽

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Ti insegneremo a difenderti.

Ri l'aveva avvisata, ma Kader avrebbe dovuto fare molta più attenzione a quelle parole durante la discussione di quel giorno. Qualche ora dopo, nel tardo pomeriggio, la sventurata ragazza sentiva gambe e braccia a pezzi e, più che maledire il proprio fisico gracile e debole, decise di biasimare chiunque fosse quel folle che aveva deciso che Erys sarebbe stata la sua compagna di allenamenti.

Dopo aver saputo di dover partire, Kader era tornata in camera a mettere in valigia quelle poche cose che aveva con sé, ovvero i vecchi vestiti e la bambola. Tutto il resto era stata una gentile concessione della governatrice, che aveva messo a sua disposizione più abiti di quanti ne avesse mai conservati nel suo armadio, in quella cameretta di Elysia che tanto le mancava. Bussando con impazienza, la guerriera dai capelli rossi aveva quasi sfondato la porta e, una volta aperta, le aveva lanciato un'occhiata di sufficienza squadrandola da capo a piedi.

«Tra dieci minuti in cortile. Mettiti qualcosa di decente.» le aveva sibilato contro, pronta ad andarsene, per poi sbirciare oltre di lei, che era decisamente più bassa, per vedere cosa stesse combinando con quei bagagli.

«Ma... credevo che saremmo partiti domani...» balbettò Kader in replica, non comprendendo. Era già abbastanza confusa di essersi ritrovata davanti lei e non il suo collega che puntualmente passava a trovarla.

«Ovvio che partiremo domani, sciocca, ma non perderemo un altro giorno utile. Oggi iniziano i tuoi addestramenti.» sbuffò Erys come se tutto quel doversi spiegare la annoiasse. Dopodiché ammicco ai vestiti che sbucavano dalla valigia. «Vuoi dei facchini, per caso? O una carrozza?» emulò un finto tono di cortesia. La ragazza più giovane piegò di nuovo la testa e si beccò un rimprovero esasperato. «Viaggeremo a cavallo, non puoi portare tutta quella roba. Prendi le cose più importanti e mettile in un sacco, se non vuoi rallentarci e farci morire a neanche metà strada.» In un gesto rapido le voltò le spalle e tornò da dove era venuta. «Dieci minuti!» sentì riecheggiare poco dopo tra le pareti del corridoio.

Kader respirò molto profondamente e guardò la camera mordendosi le unghie. Un addestramento? Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare, dato che l'arma più pericolosa che aveva tenuto in mano nell'arco della sua breve vita era stata una spada di legno. Per di più non ci aveva nemmeno giocato, si limitava a metterle in vetrina nei periodi festivi per annunciare gli sconti. Mise a soqquadro il guardaroba, ma Miss Krävinge le aveva fatto portare solo abiti e vesti da camera. Dubitava di potersi presentare in sottana a un combattimento, per cui schizzò fuori dalla stanza e corse a cercare Ophelia. La trovò nel suo studio e chiese quanto più gentilmente possibile di essere aiutata. Dopo un via vai di domestiche, le fu recapitata in stanza un'uniforme da allenamento, con delle protezioni per il busto, i gomiti, le nocche e le gambe. Una cameriera la aiutò a indossare tutto sopra una maglia e dei pantaloni comodi e una sottilissima rete metallica che scintillava alla luce dei candelabri e del sole. Con quella addosso, riusciva a malapena a muoversi senza sembrare un gigante di roccia con l'artrite. Raggiungere il cortile, o anche solo la base delle scale al piano terra, fu una vera impresa. Dubitava che sarebbe sopravvissuta al viaggio che l'attendeva in quelle condizioni.

Trovò Erys ad attenderla, le mani strette attorno all'elsa di quella che a prima vista avrebbe considerato una spada lunga. In realtà dovette strabuzzare gli occhi e si sentì costretta a mandare giù un nodo alla gola quando notò che la donna stava rapidamente sollevando un martello da guerra che molto probabilmente pesava quanto lei, se non di più. Erys lo tenne stretto tra due mani e lo caricò in spalla senza cambiare espressione. Su una delle parti laterali della testa del martello v'era incisa la figura di una volpe di profilo, dall'altra un ideogramma complesso e articolato, forse una parola scritta in una lingua sconosciuta. Kader dedusse che si trattasse di veziriano antico, una lingua ormai in disuso da qualche generazione, specie dopo la conquista dei Cavalieri di Cenere. Le sarebbe piaciuto sapere cosa vi fosse scritto, ma non osò domandare.

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now