Corrado camminava cercando di fare attenzione a dove metteva i piedi e Beatrice davanti a lui cercava di fare la stessa cosa. Dopo l'esperienza nel bosco di Acquamara aveva deciso di indossare scarpe più adatte alla loro missione.

"Quando arriveremo?" chiese Corrado a Iano che gli camminava a fianco.

"Non ne ho idea, nessuno di noi è mai stato qui prima d'ora" rispose sincero.

"E come sappiamo se la direzione è quella giusta?"

"Io non penso che ci sia una direzione giusta o sbagliata, credo che più ci addentriamo nel bosco e più saranno loro a trovarci".

Corrado deglutì e si guardò intorno, tutto era immerso nella più totale oscurità. Si erano allontanati dal fiume e il rumore dell'acqua si sentiva appena. Era ansioso di arrivare ma allo stesso tempo ne era terrorizzato. Non sapeva che cosa pensare sulle streghe, non si era fatto un'idea precisa su di loro, sapeva che erano donne molto sagge e riservate, di cui però era meglio non fidarsi; quindi, non era certo di capire i suoi sentimenti nei loro confronti. Ne era intimorito, ma allo stesso tempo ne era attratto e si rese conto in quel momento che quello strano miscuglio di sentimenti lo accompagnava ormai da parecchi giorni.

Proseguirono spediti seguendo un sentiero piuttosto nascosto che però riuscirono ad individuare tra gli alberi e presto raggiunsero un punto del bosco in cui la vegetazione diradava. La luce della luna riusciva a penetrare in qualche punto fra le chiome degli alberi illuminando il suolo di azzurro. Una nebbia bassa e densa li avvolgeva nascondendo loro i piedi e facendoli sembrare sospesi.

Malia si avvicinò alla lettiga che i Passanti avevano posato a terra e scostò la coperta scoprendo il viso di Galeno. Era molto pallido. Appoggiò una mano sulla sua fronte e si rese conto che bruciava.

Beatrice colse la sua preoccupazione.

"Ce la farà?" chiese impaziente.

"Deve" rispose Malia appoggiando un panno inumidito sulla fronte di Galeno.

Beatrice si chinò sulla lettiga.

"Gli vuoi molto bene vero?".

Poi prese il panno umido dalla mano di Malia che tremava. "Lascia, faccio io" disse.

Malia la osservava, era solo una ragazzina; eppure, qualcosa nel suo sguardo e nella sicurezza con cui si stava muovendo la rincuorò. Pensò che in quei gesti che eseguiva in modo talmente naturale come se nella vita non avesse fatto altro che asciugare la fronte ad altri esseri umani, fosse racchiusa la sua essenza più vera. Si sentì ad un tratto sollevata nel vederla lì, davanti a sé, chinata a prendersi cura di Galeno. Era del tutto irrazionale ma sentiva che tra le sue mani sarebbe stato al sicuro, sentiva che sarebbe andato tutto bene se quella ragazzina ossuta con i capelli arruffati avesse continuato a prendersi cura di lui. Beatrice bagnò ancora il panno con l'acqua della sua borraccia e lo appoggiò sulla fronte bollente di Galeno che cominciava a respirare a fatica.

"Per me è come un fratello, non posso pensare di perderlo. Ci siamo sempre protetti l'uno con l'altro, lui c'era sempre quando ne avevo bisogno. È parte della mia vita" disse Malia.

Beatrice sollevò lo sguardo e le sorrise.

"Dev'essere una bella sensazione" rispose.

"Che cosa?"

"Avere qualcuno"

"Perché dici così? Qui vedo almeno una persona che perderebbe volentieri un occhio per te" disse Malia facendo un cenno con il capo.

Beatrice sorrise.

"Sai quanto mi sento egoista per questo?"

"Perché tu non...?"

Il PassanteWhere stories live. Discover now