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capitolo undici sensi di colpa
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Steve Harrington bussò violentemente alla porta d'ingresso della Residenza Wheeler.
Normalmente, non sarebbe stato così ansioso di dover incontrare i genitori della sua ragazza. Ma a quanto pare, non era qui per incontrarli formalmente — era qui per sua cugina, quella bionda, a cui piaceva stuzzicargli i capelli e mostrargli come essere una persona migliore.
Pregò oltre ogni minima immaginazione che Nancy non fosse qui. Non era ancora pronto per vederla. Sinceramente, si sentiva in colpa per l'intero incidente, l'imbarazzo misto al dolore che sentiva per il fatto che lei trascorreva del tempo con Jonathan era abbastanza per farlo sentire ancora non pronto per vederla.
Una donna che non conosceva aprì la porta, guardandolo leggermente confusa. I suoi occhi sfiorarono il suo aspetto e il sacchetto di plastica che aveva in mano.
"Posso aiutarla?" chiese educatamente. Più rimaneva lì, più notava le sue somiglianze con Nancy. Era vero, la bellezza era di famiglia.
"S-sì, Ringo è qui? Sono un suo amico," balbettò, mentre gli occhi guardavano oltre le spalle della donna per individuare la ragazza in questione.
"Un amico," gli fece eco Karen con un sorrisetto, chiedendosi se questo fosse il ragazzo con cui Ringo era uscita prima. "È nella sua stanza, è la seconda porta a destra."
Steve la ringraziò velocemente, prima di correre oltre la donna è salire su per le scale per raggiungere la stanza prima che qualcun altro potesse fermarlo.
"Manteniamo le porte aperte in questa casa!" Karen chiamò in modo protettivo dal primo piano, spingendo Steve a ridacchiare divertito. Se solo sapesse quante volte era già stato qui, e come sapeva esattamente quale stanza fosse la loro.
Steve ha avuto la decenza di bussare in anticipo, tre rapidi colpi contro la porta prima di aprirla. Fortunatamente per entrambi, era completamente vestita e non in una posizione compromettente.
