La punizione...

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La ragazza lo guardò sconvolta, non lo riconosceva più, non era più sicura che quello fosse suo zio, tuttavia impacciata chiese: <Z..zio cosa vuoi fare?...>. Lui si voltò e la guardò, nei suoi occhi, si vedeva che era fuori di testa, forse per Hyde, forse per l'affermazione di Azraphel o per tutto quel susseguirsi di eventi. Dentro di lui, il suo cuore batteva all'impazzata, quello che voleva fare ad Azraphel non era tanto conforme alla morale, anzi non lo era per niente. <Sì pentirà di avere scelto lui!>; le disse. La ragazza tristemente, rispose: <Zio...>, non le lasciò terminare la frase :<Stanotte...Hyde non verrà...stanotte...Ahahahah! Sarò io a divertirmi! Io prenderò il suo posto!..>. Si avvicinò a lei e Rose indietreggiò spaventata. Lui le accarezzò il viso e poi le disse, dolcemente : <Rose... non avere paura, io non ti farei mai del male...Ma Azraphel merita una dolce e allo stesso tempo, amara punizione...>. Rose non rispose, puntò il suo sguardo verso il basso, per sviare quello incandescente del demone, che le disse : <Va a casa adesso...Non ha senso che tu rimanga qui...Non mi farai cambiare idea...Vai principessa...>. La accompagnò alla porta; la ragazza se ne andò e lui rimase solo con il suo folle desiderio.
Azraphel nelfrattempo era tornato alla libreria; e si era messo a sistemare i libri negli scaffali. Tuttavia per ogni libro che posava su una delle mensole, faceva un sospiro; pensava a come si era comportato, forse era stato troppo duro con Crowley, non avrebbe dovuto dirgli di Hyde in quella maniera, pensava; Oh... caro Azraphel, non sai cos'hai innescato... Gli capitò tra le mani un libro mezzo bruciacchiato, di sua conoscenza : "le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, profetessa". Era tutto impolverato, e lui non aveva intenzione di ricominciare a farsi paranoie sul futuro, così la prima cosa che gli venne in mente, fu quella di posarlo senza aprilo minimamente. Mentre lo stava per poggiare sulla mensola, dal libro cadde un pezzo di carta macchiato di inchiostro nero, lo prese e lo lesse involontariamente : "Un .... che si spezza è difficile da riparare, il mostro non ..."; alcune parti non si leggevano bene a causa dell'inchiostro; Azraphel però, non diede molto peso a quelle parole; mise da parte il foglio e continuò il suo lavoro.
Rose era tornata a casa, i suoi genitori non c'erano, c'era Antony che l'aspettava e che appena la vide gli disse imbronciato : <È successo davvero?... insomma, tu e lo zio Crowley...>. <No!>, rispose lei : <Lo zio Azraphel ha frainteso; aveva avuto un attacco di panico per via di Hyde ed io lo stavo aiutando...>. Antony annuì, tenendo le braccia conserte; una volta dopo aver chiarito, Rose decise di farsi una doccia e si diresse in bagno.
Erano ormai le 19.00 e Crowley, o quello che sembrava Crowley, si stava preparando per andare da Azraphel; e per evitare l'insorgenza di Hyde, prese non una , non due, ma ben 5 di quelle pillole. Poi uscì di casa e si diresse alla libreria. Azraphel era ancora intento a sistemare libri, e aspettava l'arrivo di Hyde. Appena si aprì la porta l'angelo sobbalzò, si voltò verso la porta. E fu sorpreso da quello che vide, non si aspettava di vedere il demone davanti a sé; ma ciò che lo preoccupò fu il suo sguardo, gli sorrideva in un modo che a lui non piaceva per niente, un sorriso maligno, cattivo ; aveva uno sguardo malizioso, che gli faceva molta paura, ma allo stesso tempo lo attraeva. Il suo cuore batteva forte, l'angelo prima arrossì, poi si ricompose e arrabbiato, disse: <Cosa ci fai qui?! Sto aspettando una persona, non puoi stare qui! Crowley! >. Il demone non rispose si limitò a fare una secca risata, per poi sorridere nuovamente, irritando l'angelo che rispose: <Cosa c'è da ridere, Crowley?!!>. Crowley si avvicinò piano sogghignando, per poi diventare serio improvvisamente e rispose alla domanda, tenendo lo sguardo fisso sul viso dell'angelo : <Lui non verrà...>. Quell'affermazione spaventò l'angelo, che indietreggiò improvvisamente e balbettando rispose : <C..cosa in...intendi...Crowley...?>. Crowley sorrise e poi rispose : <Quello che hai sentito...>. Cominciò a camminare verso di lui, imprigionandolo tra il bancone e due, dei tanti scaffali della libreria. Azraphel non sapeva cosa fare aveva paura, era arrabbiato, ma allo stesso tempo era attratto da lui; così gli fece una domanda : <Crowley...mi fai paura, cosa vuoi fare?...>. Il demone si avvicinò ancora di più tanto da fargli sentire il suo fiato sul collo, l'angelo arrossì. I due si trovarono faccia a faccia, Crowley si era per un attimo fermato, a contemplare la bellezza del suo angelo. La rabbia, la voglia di fargliela pagare per quello che gli aveva detto ebbero la meglio; lo scagliò contro uno scaffale e lo baciò con enfasi, e con tanto di lingua in gola, che l'angelo però non ricambiò. Una volta finito il bacio; l'angelo rosso, ansimante, ma arrabbiato disse: <Basta, Crowley hai fatto abbastanza! Io non...>, non lo lasciò terminare la frase, che lo baciò nuovamente allo stesso modo; stavolta però fece scivolare la mano più sotto della camicia e cominciò a sbottonargli i pantaloni. L'angelo si scostò immediatamente; e per allontanarlo involontariamente, gli diede un pugno, che sì lo allontanò, ma gli fece sanguinare il naso. Tuttavia la risposta del demone, completamente impazzito, fu quella di lanciarsi nuovamente verso di lui, facendolo scivolare piano a terra, per poi baciarlo nuovamente e mettergli una mano dentro i pantaloni. <Crowley...basta...o mi...>, non terminò la frase, perché entrambi allo stesso tempo "vennero", dopo un urlo di appagamento. Ma il demone non era ancora contento, gli tolse i pantaloni e dopo svariati movimenti venne dentro di lui, i loro cuori battevano all'impazzata, ansimavano, gemevano di piacere; e anche se nella testa di Azraphel sembrava sbagliato, in realtà quello che stava succedendo gli piaceva. Continuarono in svariate posizioni, sì Crowley era andato totalmente fuori di testa, anche se l'angelo era stremato, lui continuava e continuava, anche se l'angelo gli diceva di smettere, lui non si fermava. Poi eccolo, il solito dolore, che segnava l'arrivo di Hyde. Stavolta però non lo avrebbe fatto prevalere, no ; quello era il suo momento, no quello di Hyde, era il suo angelo e non gli avrebbe permesso di prendere il controllo. Il sangue dal naso non si fermava; il mix perfetto sangue sudore e sperma. L'angelo era davvero allo stremo e urlò : <B...basta! Crowley! Sono stanco...>. Il demone stavolta si fermò e i due sfiniti caddero sul pavimento ansimanti. L'angelo si voltò dandogli le spalle e quasi piangendo disse: <Sei contento adesso?!...Hai ottenuto quello che volevi...>. Crowley sospirò, poi la pazzia e la gelosia si impadronirono nuovamente di lui e rispose: <Sì...Azraphel...tu non sai il fastidio che mi dà, lui non è meglio di me! Lo vuoi capire?! Sono geloso! Va bene?! L'ho ammesso! Tu sei mio!>, lo fece voltare verso di sé con prepotenza. Azraphel si spaventò e lo guardò terrorizzato. A quello sguardo di paura, Crowley si bloccò, si rese conto che con questo suo gesto, lo aveva perso per sempre; il suo angelo adesso aveva paura di lui, era lui il mostro non Hyde... Si rialzò, si rivestì, coprì l'angelo con la sua giacca e si diresse verso la porta, ma prima di andare si voltò verso di lui e disse con un sorriso triste : <Ti amo angelo...ricordami per quello che ero...non per quello che sono diventato>. Azraphel lo guardò andare via, cosa voleva dire con quelle parole?

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