Capitolo 19: Capra batte grifone 1-0!

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"HAZEL!" La ragazza si svegliò alzandosi di scatto dalla scomoda posizione in cui si era addormentata. Impiegò una manciata di secondi per mettere a fuoco l'immagine della sua stanza, per notare la presenza di qualcuno di fianco a lei e infine per associare suo fratello a quest'ultima. D'altra parte Nico non ebbe bisogno di riflettere a lungo per notare il turbamento sul volto della riccia. "Hey tutto bene?" Chiese con voce gentile sedendosi accanto a lei. "Hai fatto un incubo?" Hazel annuì. "Vuoi parlarne?" Sospirando la figlia di Plutone abbassò lo sguardo corrucciata. "Non so, era strano... era molto buio e non ho visto niente, ma percepivo di trovarmi sotto terra. All'inizio ero sola, poi qualcosa mi ha affermato il piede e infine nulla." Gli occhi dorati della ragazza si alzarono incrociandone un paio neri che la osservavano preoccupati. "Mi sentivo schiacciata Nico, quasi oppressa. Non mi è mai capitato quando mi trovo a contatto con pietre e rocce antiche, di solito mi sembra di essere al sicuro nel territorio di mio padre... Non penso di aver neanche mai fatto un sogno tanto realistico." Adesso i due semidei erano spalla a spalla e Nico si chiese se fosse il caso di allungare una braccio per consolarla come aveva visto fare a Frank in passato. "Sembrava di essere nuovamente in quella grotta Nico." Sussurrò la ragazza appoggiando il capo sulla spalla del fratello. Queste parole colpirono il figlio di Ade; sapeva bene come la morte della madre avesse segnato Hazel, ma mai la ragazza aveva accennato a incubi sull'accaduto, almeno non dopo il viaggio in Alaska. Forse alcune cicatrici rimangono per sempre. Anche lui ne possedeva molte, non tutte visibili, anzi la maggior parte se le portava dentro e non permetteva a nessuno di osservarle. Si chiese se in futuro avrebbero mai smesso di soffrire, loro, che salvandosi dalla morte avevano forse ottenuto un destino peggiore. Non era la prima volta in effetti che ci pensava, alla fine Bianca era stata più fortunata perché non aveva dovuto soffrire. Stava per ricadere in quel vortice quando qualcosa lo riscosse. Il sole che filtrava dalla finestra rifletté sull'unico specchio presente nella stanza colpendolo al volto. Luce, sole, Apollo.

Will.

Nico si osservò allo specchio, il riflesso di due fratelli che si consolavano l'un l'altro gli rispose sorridendo. E così decise di fare anche lui. (1) Forse non era un destino così terribile in fondo. "Hazel" Sussurra a sua volta. In risposta la ragazza ruota la testa verso il suo viso per guardarlo in faccia. "Jason è qui."

Harry quella mattina pensò che il lago nero non fosse più tanto pericoloso se comparato all'arena. Negli ultimi venti minuti aveva rischiato di essere colpito da tre schiantesimi diversi; insieme a Ron avevano pensato di velocizzare le lezioni teoriche per concentrarsi maggiormente sulla pratica e sugli incantesimi di attacco. La lezione del giorno avrebbe dovuto trattare 'Stupeficium' e 'Protego', dividendo a coppie i ragazzi e facendoli esercitare fra loro, ma le cose non furono facili come avevano sperato. "Ok, ragazzi basta così!" Urlò Ron cercando di sovrastare le voci dei loro 'studenti'. "Miseriaccia è più dura del previsto! Voi due tenete la bacchetta in maniera errata! E tu! Tu pronunci male l'incantesimo!" Il rosso corse verso coloro ai quali stava parlando muovendo freneticamente la bacchetta. Intanto Harry si avvicinò a   che sembrava la sola ad aver capito come fare insieme a Lou. "State andando bene." Provò a consolarli vedendoli abbattuti. "Certo...così non riusciremo mai ad abbattere niente." Borbottò calciando un sasso lì vicino. "Inoltre se non impariamo queste magie di base non possiamo pensare di poter evocare un Patronus corporeo, giusto? Ci avevi detto che era più complicato." Aggiunse il capo cabina; entrambi sembravano molto demoralizzati, come tutti del resto. Harry si ritrovò a pensare se fosse così che la professoressa McGranitt li aveva visti per tutti quegli anni. Il pensiero lo fece sorridere. "Ragazzi state andando benissimo. Questi sono incantesimi da terzo anno, capite? Voi state saltando la maggior parte delle preparazioni e avete avuto pochissimo tempo! Pretendete troppo da voi stessi: dovreste essere orgogliosi di quello che avete ottenuto!" E per sottolineare il concetto aggiunse: "Lou tu hai generato una barriera al secondo tentativo! Ethan ha trasformato un sasso in una rana che mangiava pure! So che vi sembrano sciocchezze, ma fidatevi di me, siete grandiosi e  sono sicuro che non avrete problemi ad evocare un Patronus." I due ragazzi sembrarono sollevati e il mago riuscì a vedere la gratitudine negli occhi del maggiore, allora per cambiare argomento chiese: "Comunque, avete visto Hazel? Anche lei è migliorata molto, ma oggi non è venuta." Fu la voce di Jessie a rispondergli raggiungendolo da dietro. "Penso sia rimasta in cabina..." La ragazza si interruppe arrossendo vistosamente quando incrociò lo sguardo dei compagni. "Ecco, cioè...ieri mi ha detto di voler esercitarsi ancora su... intendo dire..forse sì ecco..." "Jessie scorcia un po'." Si intromise qualcuno. "...potrebbe essersi...addormentata?" Quasi sussurrò la bionda sempre più a disagio dopo il commento del fratello. "Ah certo, beh grazie Jessie." La rassicurò Harry sorridendo impacciato. "AHHHH COSÌ MI FATE SEMBRARE HERMIONE!" Ron stava tornando indietro con uno sguardo disperato, si accostò all'amico e disse: "Non dirlo ad Hermione, ma non so come facesse con noi due!" E poi se ne andò nuovamente suscitando una fragorosa risata da parte di Harry. Un'ora dopo Harry stava nuovamente correggendo l'errata posizione di un suo alunno quando Chirone li raggiunse, portava con se l'arco e la faretra. "Un altro essere magico è riuscito ad entrare!" "Hanno superato il fossato?" Chiese qualcuno. "Peggio, sa volare. Avevo inviato Nico Di Angelo a recuperare Jason e Grover come mi avevano chiesto nell'ultimo messaggio-iride arrivato questa mattina... Grover si agitava continuamente e ho pensato fossero stati sorpresi da qualche mostro, ma adesso ho qualche dubbio se centrino con tutta questa faccenda: ormai dovrebbero già essere tornati!" Spiegò con voce calma, anche se il suo sguardo era turbato. Il centauro non era neanche a cinque metri di distanza che i ragazzi della cabina di Ecate gli erano già corsi dietro, le bacchette alzate. "Veniamo anche noi!" "Sono sicura potremmo dare una mano." "Finalmente ci possiamo esercitare con veri nemici!" Spiegavano, strillavano e urlavano a una voce sola, e intanto si accalcavano spintonandosi fra loro intorno a Chirone il quale, colto di sorpresa da questa improvvisa vitalità, fece qualche passo indietro. In suo soccorso arrivo Ron, gli occhi stanchi e frustrati per le ore passate a correggere pronunce e posizioni. "EHY, fermatevi e datevi una calmata! Oh volete farvi ammazzare tutti? Quel coso vola e voi riuscite a malapena a non farvi rimbalzare gli incantesimi in faccia! Oh andiamo!" E a gomitate si fece spazio raggiungendo l'istruttore del campo. "Harry ha detto che siamo pronti!" Ribatté uno e il rosso lancio uno sguardo torvo all'amico. "Ehm, che ne dite se invece voi rimaneste qui a esercitarvi?" Propose quest'ultimo sentendosi chiamare in causa e, per stimolare la loro curiosità, aggiunse: "Potreste provare con Expecto Patronum... la teoria la sapete tutti no?" Si, la teoria la sapevano tutti ed infatti, vinti dall'ebbrezza di provare quel famoso incantesimo e scoprire la forma del proprio guardiano, i ragazzi si riversarono in tutta l'arena lasciando liberi i tre di occuparsi del problema principale.
Avanzando verso il punto incriminato Harry cominciò a sentire delle strane urla: versi striduli si confondevano a lamentele e stranissimi epiteti italiani che l'innocente mago non seppe riconoscere. Ora, bisogna dire che a prima vista la scena era divertente quanto singolare: un biondo armato di spada sembrava stare cercando di colpire una pignatta invisibile mancando di vari metri il vero nemico, invece Nico (unico ragazzo che i due maghi riconobbero) era molto più preciso e  forse avrebbe potuto anche abbatterlo se non fosse che ogni volta che si avvicinava abbastanza un urlo del biondo lo fermasse. "NON UCCIDERLO!" "È lui che cerca di uccidermi se non l'hai notato!" "È spaventato e tu con quei tentativi di decapitarlo non aiuti!" "Neanche tu sei molto di aiuto sai?" "Gli piacciono le cose luccicanti ok? Se agito così la spada vede il riflesso del sole e si distrae..." "Se agiti così la spada sembri un..." qui un altro epiteto che Harry non comprese, ma a quanto pare il biondo sì poiché il suo viso divenne dello stesso colore dei campi di fragole che caratterizzavano il campo. Ah e c'era anche un ragazzo capra che suonava uno strano flauto saltellandogli attorno. Divertente insomma, almeno per chi a differenza di Harry non avesse già incontrato in precedenza un essere del genere e sapesse quindi la sua pericolosità. "Harry..." Balbettò Ron impallidendo alla vista dell'animale.
"Lo so..." "Dovremmo chiamare Hermione?" "Dipende, tu sai come calmare un ippogrifo?" La risposta dovette attendere perché in quel momento Nico fu colpito al petto da una zampata del volatile e Harry rivisse momentaneamente la sua prima lezione con Hagrid al terzo anno. Non seppe cosa lo spinse a reagire in quel modo, forse l'intuito, forse l'incoscienza, ma si ritrovò fra il nuovo amico e l'animale, le mani tese e alzate verso quest'ultimo quasi volesse convincerlo a fermarsi. La vocina di Hermione nella sua testa gli diceva di correre, scappare e non voltarsi indietro, ma Harry la ignorò. Ormai era calato un silenzio quasi totale, interrotto solo dai radi versi stizziti dell'ippogrifo. Un solo pensiero: non devo distogliere lo sguardo, non devo distogliere lo sguardo, non devo distogliere lo sguardo. Lentamente il giovane mago chinò la testa e sperò di tutto cuore di non ritrovarsi azzannato. Fortunatamente non fu così, anche l'animale abbassò il capo e accettò dunque la sua presenza. "Si è calmato?" A parlare era stato il ragazzo capra che Harry associò al satiro di cui si era tanto parlato. "Impressionante...ci abbiamo messo anni a portarlo fin qui e Nico ci ha quasi rimesso un braccio quando ha effettuato il viaggio d'ombra e- NICO!" La consapevolezza sembrò colpirlo all'improvviso, Jason fece un movimento brusco verso l'amico ancora a terra, quando l'ippogrifo si infastidì. "Ehm, piano bello..." Provò a dire bloccandosi di colpo. Harry allora si avvicinò nuovamente e accarezzandolo sul muso disse: "Devi inchinarti." "Come?" Jason non era certo di aver capito bene, inchinarsi? Ad un grifone? (2) "Si, se vuoi conquistarti la sua fiducia devi inchinarti e mentre lo fai è importante, anzi importantissimo, guardarlo negli occhi." "Ok..." Jason eseguì e finalmente poté posare la spada e soccorrere Nico. Il ragazzo fu trasportato in infermeria, ma Austin, che era di turno in quel momento assicurò che non era nulla di grave. "Non dirlo a Will." Sussurrò il figlio di Ade. "Non voglio che si preoccupi." "O chi ti metta sotto chiave in infermeria per una settimana giusto?" "Anche."  Grover invece sembrava essere più in difficoltà, fissava l'ippogrifo terrorizzato e senza alcuna intenzione di muoversi. "Perché, perché Jason ha voluto portarlo qui?" Piagnucolò piano. Devi solo inchinarti! Facile a dirsi, loro erano semidei certo, ma lui era un satiro, sicuramente molto più gustoso e saporito di loro. "Mi staccherà la testa!" "Non avere paura, fidati di me!" Gli aveva spiegato un ragazzo con gli occhiali che lui non aveva mai visto prima di allora. E così aveva fatto, si era chinato e aveva quasi avuto un infarto quando lo aveva sentito sussurrare un 'oh oh'. "Che significa 'oh oh'?" La voce gli stava venendo a mancare e non fu sicuro se l'avessero sentito. "Nulla nulla, ehm rimani così ancora un po' ok?" "Cosa succede?!" Sussurrò disperato. "... non si sta inchinando..." Panico. "Ah no! Aspetta!" Cosa?! "Ok ok, tranquillo lo ha fatto!" Grazie al cielo. "1-0 per te." Sussurrò divertito attento a non farsi sentire dal l'ippogrifo. "Ehy puoi alzarti ora." Il suo calzino doveva essere ancora molto lungo ok Parche? "Amico? Lo hanno portato via..." Era vero, ormai l'ippogrifo era chiuso con i pegasi, ma il satiro sentiva i muscoli troppi tesi per poterlo muovere, è così rimase così, per altri tredici minuti.
"Ma sta bene?"

(1) No, Nico non è matto e lo specchio non è indemoniato. Nico pensando a Will d'istinto sorride e guardandosi allo specchio, notato questo particolare, capisce che in fondo è felice di come stanno le cose.

(2) Jason e Grover pensano sia solo uno strano grifone e lo hanno portato al campo pensando di poterlo addomesticare.

Angolino della autrice:
Sono tornata! Si lo so, è più di un mese che non aggiorno...ma oggi capitolo lungo :)
Jason e Grover sono finalmente arrivati, Will ha scoperto che Annabeth ha avuto un incubo e Nico ha saputo quello di Hazel.
Cosa succederà adesso? Io personalmente quando leggo mi faccio sempre mille teorie, voi? Se ne avete una scrivetemela nei commenti—>

Con la speranza di tornare presto vi chiedo elemosina di stelline se il capitolo vi è piaciuto (siate sinceri).

(Sto revisionando alcuni capitoli, se vedete strani aggiornamenti é per questo)

Maghi e semideiWhere stories live. Discover now