Capitolo 18: Ustioni e sensi di colpa

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DOMANDA IMPORTANTE IN FONDO AL CAPITOLO!

"Lui sta arrivando!"

Annabeth si svegliò di soprassalto, la fronte sudata e il fiato corto. Era seduta su un letto dell'infermeria del campo mezzosangue, il sole che filtrava dalle veneziane sembrava star calando o forse sorgendo, non ne ara certa, ma sicuramente erano già tornati da molto. Solo in quel momento si accorse di non essere sola, seduto su una sedia di fianco a lei e con un braccio penzolante che sfiorava il pavimento, Percy Jackson dormiva profondamente. La figlio di Atena osservò i suoi lineamenti, lo faceva spesso quando era distratto, ma ora, con i raggi del sole che lo colpivano da dietro, il ragazzo sembrava ancora più divino di quanto non fosse già letteralmente. Sorrise costatando che il sguardo era tranquillo, forse in quel momento non stava sognando o magari, per una volta i suoi sogni erano positivi, come per i mortali. Sogni. Eppure sentiva una strana sensazione, osservando le sue braccia vide che le ferite si erano ormai completamente rimarginate, ma era come se il suo malessere fosse interno, non superficiale. Deglutendo Annabeth cercò di ricordarsi cosa avesse sognato, perché lei lo aveva fatto. Si era svegliata spaventata, e ricordava di aver provato sensazioni molto realistiche; solo non ricordava quali, ne quale fosse l'argomento del sogno. Alla fine si arrese, stendendosi e chiudendo gli occhi, forse se si fosse riposata, al risveglio sarebbe riuscita a ricordare qualcosa. Ci mise parecchi minuti a rallentare i battiti cardiaci e a rilassarsi completamente, ma la visione del suo ragazzo seduto ad aspettarla la cullò dolcemente in un sonno senza sogni.

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Will era preoccupato, non per Annabeth, la ragazza stava bene e si sarebbe ripresa in fretta, soprattutto grazie agli incantesimi che i maghi le avevano prontamente lanciato. Dopo lo svenimento della ragazza e la crisi di Percy (fermata da Hazel) erano riusciti a tornare al campo con la passaporta e Annabeth era stata portata e curata all'infermeria dei figli di Apollo. Nettare, acqua e bende disinfettate avevano completato l'opera. Adesso bisognava solo aspettare che la figlia di Atena riprendesse le forze e si risvegliasse. Ognuno era tornato alle proprie mansioni, Chirone aveva parlato di un messaggio arrivato dal figlio di Zeus, Jason, il quale annunciava il suo imminente ritorno al campo greco, ma qualcuno non riusciva proprio a concentrarsi, la testa costantemente divisa fra lavoro e dubbi.
Quel qualcuno era Will Solace e a preoccuparlo era stata l'ultima chiacchierata con il suo ragazzo, poco prima del ritorno al punto di ritrovo infatti, Nico era apparso dalle ombre di un vecchio ginepro e lo aveva tirato da parte. "Ho una bruttissima sensazione." Lì per li non aveva capito cosa significasse, erano in un bosco a dir poco sinistro, avevano appena seminato un gruppo numeroso di mostri e stavamo cercando qualcosa di cui non sapevano nulla, inoltre erano semidei, non c'era nulla, anche solo ipoteticamente, di positivo nella loro situazione. "No, non c'entra il bosco, è...non lo so, è da giorni che mi sento così ormai, so che c'è qualcosa di sbagliato, ma non capisco cosa e questo mi turba ancora di più." A quel punto avevano sentito le voci dei compagni. "Nico, sono sicuro che non è nulla. E poi ti avevo detto di non viaggiare nell'ombra, ricordi?" A che il figlio degli inferi incrociò le braccia imbronciato (inutile dire che Will lo aveva trovato adorabile) per poi ritrovarsi stretto fra le braccia del biondo, il quale, dopo aver lasciato un delicato bacio sulle sue labbra, si era messo a correre verso i compagni sorridendo e invitando il ragazzo a seguirlo. Questo però era stato prima. Ripensandoci Will si era chiesto più volte se effettivamente qualcosa fosse diverso dal solito, poi temendo di averlo offeso con la sua noncuranza, era andato alla tredicesima capanna per scusarsi. In quel momento si trovava di fronte alla porta, aveva già bussato due volte, ma nessuno sembrava intenzionato ad aprirgli. Stava per prendere in considerazione l'idea di sfondare la porta e supplicarlo di perdonarlo, quando una voce lo sorprese alle spalle. "Cerchi Nico?" A parlare era stata Hazel, la ragazza si era avvicinata in modo spaventosamente silenzioso e ora lo guardava curiosa da sopra una pila di libri. "Oh Hazel, beh si.. credo sia arrabbiato con me, puoi aprirmi?" La riccia sorrise dolcemente inclinando la testa, Will ebbe però la sensazione di aver detto qualcosa di divertente. "Will, stai tranquillo: Nico non si è offeso, qualunque cosa si tratti rilassati perché sei troppo importante per lui... ora comunque non è qui, Chirone lo ha mandato a prendere Jason, Groover è con lui e a quanto pare hanno bisogno di un piccolo aiuto." Rispose semplicemente avvicinandosi alla porta e cercando di aprirla, cosa che le risultò abbastanza difficile a causa dei libri. "Voi una mano?" "Grazie, pesano più di quanto sembri." "A cosa ti servono?" Chiese curioso il ragazzo. "Sono libro di magia, ora che Annabeth è fuori gioco ho dovuto aiutare io Hermione e Rachel, inoltre Ron mi ha assegnato un nuovo incantesimo entro domani: devo trasfigurare un osso in una piuma e verificare che non affondi in acqua..." Sbuffando Hazel posizionò gli ultimi libri sulla scrivania e afferrò la scatola contente la sua bacchetta. Legno di nocciolo, undici pollici, rigida e nucleo di crine di unicorno. Queste erano le parole scritte in rune antiche sulla scatola che Hermione aveva consegnato ad Hazel tempo prima, i ragazzi al campo erano subito corsi ad osservare i figli di Ecate e la ragazza mentre tentavano i primi incantesimi, dopo due schiantesimi e una pietrificazione erranti si era deciso, di comunque accordo, di girare a largo dall'arena.
Dopo essersi salutati e con il cuore un poco più leggero, Will si diresse verso l'infermeria per il suo giro pomeridiano, avrebbe così dato il cambio ad Austin e potuto controllare le condizioni della figlia di Atena. Come aveva previsto Austin fu ben felice di andarsi a cambiare, per lasciare a lui il compito di medicare un figlio di Ares e andarsi a godere la pausa. "I pazienti sono tutti stabili, i tuoi due amici stanno ancora dormendo, lei ha ripreso colore e sembra stare molto meglio." Gli spiegò brevemente il fratello, poi abbassando la voce aggiunse: "Nathan oggi è di pessimo umore, occhio quando gli cambi le bende o potrebbe morderti!" Detto questo scoppio in una fragorosa risata, interrompendosi però a causa delle urla del diretto interessato. "QUANDO ESCO DI QUA TI METTO LE MANI AL COLLO AUSTIN! E comunque anche tu saresti furibondo se ti avessero tenuto sveglio tutta la notte!" Will scoccò ad Austin uno sguardo eloquente. "Di che parla?" Il ragazzo gli rispose con una alzata di spalle. "Dice di essere stato svegliato e di non essere più riuscito ad addormentarsi a causa delle ustioni... bah quello lì è sempre nervoso." E detto questo uscì, lasciando un povero Will con più domande che risposte. "Allora Nathan, la tua cartella dice che ti sei ustionato gravemente durante una prova con i carri di fuoco, questo circa trentotto ore fa, non ti hanno potuto medicare a causa dell'eccessivo sanguinamento e che, rimosso il primo strato di tessuto, entro stasera dovremmo riuscire a darti del nettare e a rimandarti dai tuoi fratelli. Dico bene?" Chiese il biondo sorridendo al paziente che invece non sembrava trovare nulla di positivo in quello che il suo dottore aveva appena detto e che dunque rispose infastidito: "Non saprei, sbaglio o sei tu il medico qui?" "Giusto, allora mi dici come è successo? Nel senso, perché proprio un carro di fuoco? È un'idea stupida lo sai?" "Dillo ai figli di Efesto, sai, la lista delle persone che vorrei colpire si sta allungando parecchio..." "Ah si?" Will non badò molto alle minacce, dopotutto essere costretti a letto con entrambe le braccia fasciate e una gamba mezza carbonizzata non doveva essere facile e lui era abituato a pazienti isterici. "Si: i figli di Efesto, il tuo amico Austin, la tipa nella stanza accanto e ora anche tu!" Replicò acido Nathan. "Aspetta che?" La tipa nella stanza accanto? Perché quel ragazzo ce l'aveva con Annabeth? "Perché mai vorresti farla pagare anche ad Annabeth? Non penso centri qualcosa con il carro infuocato sai?" Chiese allora mentre ungeva la ferita e prendeva le pinzette dal kit che si era portato con se. "Quella mi ha-ahi-tenuto sveglio -ah- tutta la notte- eh fa piano!" Si lamentò dolorante. "Scusa, cerco di essere il più delicato possibile; ma in che senso non ti ha fatto dormire scusa? Mi hanno detto che ha dormito tutto il tempo." "Certo, parlando continuamente però, ad un certo punto si è messa ad urlare e penso si sia svegliata, ma a quel punto io ero sveglio e a causa delle ustioni non sono riuscito a riposare neanche un minuto!" "Ha urlato?" "Si, forse ha avuto un incubo... un classico per noi no? Ehi! Ti ho detto di andarci piano!" "Si sì, scusa, ma cosa ha detto di preciso?" Che sia questo ciò che diceva Nico? "Qualcosa riferito ad un inseguimento forse, mi sembra 'Sta arrivando!' o qualcosa del genere..." A quel punto Will perse completamente interesse nel discorso e continuò a medicare il suo paziente in modo assente: chi stava arrivando? Era veramente questo quello che preoccupava Nico? E se era così, chi stava arrivando?
Mentre lasciamo Will a tentare di comprendere le paure del suo ragazzo, la storia si sposta sulla sorella di quest'ultimo e sui suoi sogni.

È buio, ma Hazel sa di trovarsi sotto terra, lo sente, lo percepisce, le rocce che la ricondanno sono troppo antiche per trovarsi in superficie. Ha i piedi bagnati, strano, si muove e sente l'eco dei suoi passi affiancarsi al rumore del vento... Hazel si chiede se sia normale sentire il vento in un tunnel sotterraneo, forse no, ma ormai non ha più il controllo della situazione, il suo istinto le dice di scappare, che qualcosa sta arrivando e che lei non dovrebbe trovarsi lì. Qualcosa le sfiora la caviglia e un urlo squarcia il silenzio surreale di quel luogo. Hazel non ha mai avuto speranze, e fortunatamente lei lo sa.

Angolino dell'autrice:
Oggi avrei un domanda, la storia continua ad essermi posta come "per adulti" nonostante non ci siano (a mio parere) scene di violenza, linguaggio blasfemo o inadatto, e neppure contenuti sessuali... ora la mia domanda è: sapreste per caso dirmi se c'è un motivo per questo?
Continuo a toglierlo, ma puntualmente riappare... per caso nella storia ci sono dei punti troppo forti? Perché io davvero non vedo nulla di strano.
Grazie dell'attenzione.

Maghi e semideiWhere stories live. Discover now