☾ 13 - Prigionia ☽

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«Non era nostra intenzione superare i confini.» soffiò Ri, stanco di essere tenuto all'oscuro. Se non altro aveva l'occasione di spiegarsi anziché essere subito sbattuto di nuovo in cella in attesa di una sorte incerta. «Proveniamo da Diantha, nella Venturea. Ci stavamo dirigendo a nord, verso Albora, ma ci è stato teso un agguato e siamo stati circondati. La nostra unica alternativa era fuggire nel deserto e dopo aver seminato i nostri nemici abbiamo smarrito la via.» non risparmiò particolari ma, allo stesso tempo, non aggiunse dettagli che sarebbe stato meglio tenere per sé. Per esempio, non citò i Cavalieri.

Sperava di cavarsela così, tuttavia il capovillaggio non era della stessa opinione. Alzò il mento, riservando al ragazzo uno sguardo sospettoso. «Per quale motivo eravate in viaggio? E chi sono questi nemici di cui parlate?»

«Con tutto il rispetto,» tornò a dire Ri, senza perdersi d'animo, «non credo di essere tenuto a discuterne con voi, dato che la cosa non vi concerne. Lasciateci andare e non metteremo mai più piede a Giana.»

Kader fu colpita dal suo coraggio, anche se non si sarebbe aspettata niente di diverso da un uomo come lui. Cercava sempre di far sentire tutti al sicuro, di assumersi le colpe e le responsabilità di ogni cosa, ecco perché stava parlando facendo da portavoce anche per Kader ed Erys, che al momento era chissà dove.

La regina storse le labbra, suscitando un'espressione preoccupata nella figlia, che intrecciò le dita e iniziò a rigirarsi gli alluci. «Sono Cavalieri di Cenere.» disse ad alta voce, provocando sgomento, «Non possiamo lasciarli andare. Quelli come loro portano solo guai.»

Nella sala il vociferare si trasformò in una vera ondata di caos. La gente parlava e ipotizzava, qualcuno provò a porre delle domande ad alta voce, altri troppo agitati tentarono di avvicinarsi al corridoio centrale e furono respinti con un avviso dalle guardie armate.

Ri provò ad aprir bocca ma, questa volta, fu Kader a muovere un passo avanti. «Noi non siamo Cavalieri di Cenere!» esclamò, pentendosene l'attimo dopo. Si sentì pizzicare la gola e abbassò di nuovo la testa, stringendosi nelle spalle. Non era riuscita a trattenersi. Aveva visto come operavano i Cavalieri di Cenere, quello di cui erano capaci. Loro le avevano portato via tutto: la sua casa, suo padre, il suo migliore amico e, stando alle storie che la Resistenza le aveva raccontato, anche la possibilità di una vita normale e tranquilla a Selenite e la sua famiglia biologica. I Cavalieri di Cenere erano solo mostri senza cuore, una realtà del tutto diversa da quella in cui credevano Ri, Erys, la governatrice Krävinge e i loro alleati.

Il capovillaggio curvò le sopracciglia, incuriosito dal suo inaspettato moto d'audacia. Ri le toccò una spalla per riportarla indietro, al suo fianco, e nel frattempo la regina, e questa volta anche il suo figlio maggiore, la guardarono come dei leoni osservano la preda un attimo prima di ridurla a brandelli. Solo la principessa vestita di bianco e oro sembrava preoccupata per lei e provò a scuotere la testa per farle segno di non spingersi troppo oltre. Chiaramente conosceva bene ciò di cui la sua famiglia e la sua terra erano capaci.

Il capovillaggio abbassò una sola volta, con forza, il pugno chiuso sul bracciolo del trono. Il rumore causato si propagò nella sala in un'eco che andò scemando in lontananza e tutto il resto tornò immobile e ricadde nel silenzio. «Potete provarlo?» domandò dunque.

Kader guardò alla sua destra, poi a sinistra, cercando un qualsiasi ricordo che l'aiutasse a rispondere. Oramai vi era dentro fino al collo e non poteva tirarsi indietro. Si aggrappò disperatamente a una memoria, sperando fosse esatta, e annuì con forza. «I Cavalieri di Cenere hanno un tatuaggio identificativo. Una... fenice nera. Uno dei loro comandanti lo portava sul collo.» Si morse la lingua. Forse aveva parlato troppo.

Il sovrano quasi sorrise. «Sì, so dei loro marchi. La mia regina non ha torto nel dubitare di voi, dato che esistono numerosi artifici per nasconderli, se necessario. Mi domando come tu faccia a conoscere un comandante delle loro armate, però.» centrò in pieno l'argomento, facendola rabbrividire, «A quale comandante ti riferisci?»

KADER - Erede della LunaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora