☾ 3 - Cambiamento ☽

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Quando poté ammirare la camera, le labbra le si dischiusero in una mossa istintiva. Quella stanza era davvero enorme, immersa in un lusso che non aveva mai conosciuto se non nei pochi libri acquistati nella piccola biblioteca di quella città, un ricordo dei tanti viaggi di lavoro, durante i quali erano le storie scritte nero su bianco a tenerle compagnia mentre il carro era trainato dai cavalli e suo padre fischiettava una canzone che parlava delle spiagge della baia e del sapore degli agrumi.

Su una toeletta vicina a quella che doveva essere la porta di un bagno personale trovò un set di spazzole e pettini che molto probabilmente erano d'argento. Li sfiorò pensando che uno solo di quei gingilli avrebbe potuto sfamare lei e Avram per un mese intero.

Alla fine si avvicinò alla porta della camera, vi poggiò sopra prima una mano e poi l'orecchio, e attese. Non provenivano suoni dall'esterno, quindi non era sorvegliata. Il suo piano di fuga era diventato di colpo molto più facile da portare a termine. Si sorprende ancor di più a constatare che la porta non fosse stata chiusa a chiave.

Sulla punta dei piedi attraversò, verso una meta che non conosceva, grandi corridoi i cui pavimenti erano tappezzati di moquette cremisi e le pareti coperte da carta da parati di un verde scuro ma brillante, con motivi di gigli e piante che s'arricciavano e si arrampicavano fino al soffitto, sbocciando in ghirigori floreali che solo i grandi quadri o le finestre interrompevano in alcuni punti.

Fu sui dipinti che cadde l'attenzione della giovane e, senza rendersene conto, rallentò il passo per concedersi di fermarsi a sbirciare tra le cornici per solo qualche secondo in più, specie quando notò un affresco grande quanto il tavolo su cui pranzava tutti i giorni, che rappresentava il viso familiare del governatore Krävinge, ben nutrito e con il suo solito cipiglio, e il resto della sua famiglia: una donna austera dal naso così lungo che i ragazzini al paese la chiamavano beccaccino, la cui acconciatura era un vero mistero dato che usava cambiare parrucca ogni giorno della settimana, facendosi spedire direttamente dal suo negozio preferito in Vezira chiome ricce e lisce, corte e fluenti, di ogni colore dell'arcobaleno. Il loro figlioletto, un undicenne così magro da sembrare trasparente, i capelli tagliati a scodella e l'espressione più annoiata del mondo, prendeva posto in piedi accanto alla poltrona su cui era accomodato il padre.

Kader osservò come rapita quei visi. Non aveva a cuore nessuno dei tre nobili, pur avendo parlato con miss Krävinge e il figlio occasionalmente per vendere loro dei giocattoli - tutti rigorosamente criticati dal bambino viziato ma adorati dalla madre - ma in quel momento vederli lì dopo quello che era successo a Elysia la fece sentire incredibilmente a casa. La residenza del governatore era situata sulla spiaggia, nell'unico quartiere di lusso del borgo, nella parte esterna della città, per cui non sapeva cosa ne fosse stato di loro.

Con un sospiro, si convinse a procedere. Non servì una spiegazione per comprendere che quella dove si trovava doveva essere la magione di un nobile di Diantha, ma la stupì non vedere in giro servitori o ospiti. Non era mai entrata in una casa come quella, dunque nella sua immaginazione aveva dipinto camerieri e maggiordomi vestiti di tutto punto e signorine in abiti vaporosi che volteggiavano fra le sale. Al contrario, non incontrò anima viva per diversi minuti. Cercò le scale che l'avrebbero condotta al piano inferiore così da fuggire ma, lungo la strada, dei rumori la attirarono e convinsero a deviare il suo percorso solo per far luce sulla faccenda.

In fondo a un corridoio che si ramificava da quello principale vide una porta socchiusa e, attraverso il minuscolo spazio, scaffali pieni di libri e la gamba di un divanetto.

Trasalì nel sentire un rumore più brusco, una voce sbrigativa che ricordava fin troppo bene.

«Non m'interessa se è stata preparata a dovere o meno. Sapevamo che sarebbe successo prima o poi, e adesso è il momento di agire. Tu più di tutti dovresti sapere quanto è importante che venga condotta dalla Resistenza.»

KADER - Erede della LunaWhere stories live. Discover now