Giochi da bambini

3.6K 128 40
                                    

La luce del sole mi acceca, socchiudo gli occhi e sbuffo.
Sono stesa sul divano, ho male alle gambe e ho fame.
Non sento più la presenza di Federico alle mie spalle, il ricordo di qualche ora prima mi abbaglia la mente.

"Buongiorno" mi dice stringendomi da dietro buttandosi sul divano.

"Buongiorno" ho la voce assonata dalle poche ore di sonno.

Sento odore di cibo, di dolce e mi alzo tenendo saldo il lenzuolo a me, ci sono biscotti, nutella e pancake sul tavolo con un succo e una bottiglia di latte.

"Ma come? Non c'era niente in frigo" sono confusa e il sonno non aiuta.

"Mi sono svegliato qualche ora prima di te e sono andato a prendere qualcosa" spiega sedendosi.

"E perché tutto ciò?" chiedo mentre mi siedo di fronte.

"Te lo dovevo, e poi non posso prepararti la colazione?" sorride aspettando una risposta.

"Quando vuoi" dico dando un morso al pancake.

"Domani ho allenamento" mi dice addentando un biscotto.

"Ah ecco c'era il barbatrucco dietro tutto ciò" ora capisco.

"No no, lo sai che ho gli allenamenti, però poi passo da casa mia, prendo alcune cose e vengo qui" sta mangiando come un porco, menomale che fa calcio.

"Ok non preoccuparti stavo scherzando" rido e mi guarda male.

Lo aiuto a togliere quelle due cose usate per la colazione mettendole nel lavandino.

"Non mi piace questo nuovo vestito che hai addosso" mi dice al di là del tavolo.

"Hai visto? Nuovo modello di Gucci, lenzuolo arancione" lo prendo in giro appoggiandomi al mobile.

"Ora te lo tolgo, stai meglio senza" inizia a rincorrermi per tutta casa.

Chissà la gente cosa penserebbe se ci vedesse, una ragazza in un lenzuolo che corre e un ragazzo in mutande che la rincorre.

"Federico no, fermo" non riesco a smettere di ridere.

È oggettivamente più veloce di me ma riesco a farlo perdere nella casa.
Sono stanca di correre e sento i suoi passi al piano di sotto, non sono furba ma fa lo stesso, mi stendo sul letto sembrando un involtino e so che tra poco arriverà.

"Ti arrendi?" lo sento entrare in camera.

"Sono stanca di correre, mi fanno male le gambe" rido guardandolo.

"mmm" riesce a dire incamminandosi verso di me.

Si mette in ginocchio di fianco a me e tira l'orlo del lenzuolo.
Lo tengo al petto ma come ho detto prima non sono furba in queste situazioni.
Me lo toglie aprendo da ambe due i lati del lenzuolo lasciandomi scoperta.
Ride e mi imbarazzo, guardo il cuscino di fianco a me.
Rimanendo sul lato si sporge a baciarmi il fianco opposto, la pancia, in mezzo al seno, il collo e lo sento ridere.

"Cosa ridi deficiente" gli dico coprendomi la faccia.

"Niente" continua a sorridere sulla pelle del mio collo.

"Sei imbarazzata da morire" dice quando mi guarda dritto negli occhi.

Non dico niente, non avrei niente da dire, nessuna bugia niente di niente.

"E io che ti volevo dire di fare la doccia insieme" dice ridendo

Sgrano gli occhi e lo guardo seria.

"Ecco appunto" dice buttandosi sul lato ancora sorridendo.

"Perché ti vergogni di me?" sento la sua voce accanto a me.

"Non mi vergogno di te, mi vergogno di me. Nessuno mi ha mai vista così tanto, ecco come dire, esposta, e mi sembra strano che tu sia così tranquillo a differenza mia." spiego senza guardarlo.

"Non credere che io sia sicuro di me, penso solo che tu non abbia niente di cui vergognarti, non mi stanco di guardarti mai ne così ne vestita con 22 strati di vestiti. Se ti sei esposta come dici tu con me vuol dire che ti fidi almeno credo, quindi dovresti credermi quando dico così" si alza sul gomito e mi guarda.

"Non mi piaccio, fisicamente dico, e quindi penso di non piacere agli altri." dico guardandolo.

"Ovviamente devi piacerti tu per prima ma a me fai impazzire quindi ti do una mano" mi scocca un bacio sulla tempia.

Si alza e va verso il bagno, sento l'acqua scorrere e deduco che si sta facendo la doccia.
Rifaccio il letto e faccio i piatti in cucina, mi metto la sua maglia di ieri sera e finisco di pulire il bancone.
Mi giro e mi spavento, lo trovo attaccato al tavolo che probabilmente mi stava guardando il culo.

"Sei il solito pervertito" gli tiro lo strofinaccio addosso.

"Sempre" dice ridendo facendomi il solletico.

"Mangiamo?" chiedo facendo la faccina da bambina.

"Si però cucini tu" mi ammonisce buttandosi sul divano.

"Non fare l'uomo sposato senza doveri eh, oggi cucino io domani si vede." mi metto le mani sui fianchi.

"Amore se fossimo sposati avremmo fotografi fin sopra i capelli" ride e accende la tv.

Inizio a cucinare qualcosa mentre ascolto di sottofondo il telegiornale.

"Dai vieni" dico mettendo a tavola i piatti.

"Sembro io con te ieri notte" commenta e sorrido imbarazzata.

"Mangia rincoglionito" mi siedo come una camionista in attesa dei suoi 8 piatti in una taverna.

Finito di mangiare va fuori a sistemare meglio la macchina essendo messa nel parcheggio sbagliato.
Sento un vibro provenire dal tavolino vicino al divano.
Mi avvicino, non sono una che spia il telefono del proprio ragazzo quindi mi allontano ma quando sto facendo un passo vibra ancora.
Mi chino senza toccarlo per vedere.

Benedetta: allora vieni o no?
Benedetta: so che sei con lei, dobbiamo parlare seriamente.

Di nuovo lei, sempre lei, di cosa devono parlare? Dove devono andare? Lui le ha detto qualcosa di noi?
Rimango seduta a guardare il telefono.

"Che succede?" mi chiede entrando dalla porta.

"Che significa?" indico il suo telefono.

Guarda i messaggi e digita qualcosa.

"Devo andare, torno fra pochissimo giuro, ti spiego tutto dopo" cerca di darmi un bacio sulla testa ma mi scosto.

"Che significa devi andare? Dove devi andare? Perché lei?" chiedo mentre lui si avvicina alla porta.

"Ti fidi di me?" mi chiede richiudendo la porta e girarsi.

"Certo che mi fido di te" dico confusa

"E allora qual è il problema?" dice e mi guarda.

Mi da un bacio sulla guancia e rimango ferma mentre chiudo la porta.
Mi siedo sconfitta sul divano con ancora la sua maglietta addosso, non lo aspetto perché voglio vederlo vivo ma solo per capire perché cazzo si scrivono.

Papà: tutto bene?

Guardo il telefono e mi metto le mani sui gli occhi, no papà non va un cazzo bene.

Una partita sull'amore || Federico Chiesa <3Where stories live. Discover now