Conforto

3.9K 139 56
                                    

Sola, nella mia camera, da ore, senza smettere di pensare alle sue parole e dargli una ragione sensata per avermele dette.
Perché? è la domanda che mi ripeto da ore senza trovare una risposta.
Ore che i suoi amici bussano per sapere se respiri ancora.

"Amore che è successo? Mi fai entrare?" sento la voce autoritaria di mio padre al di là della porta.

"Papà lasciami stare, quando te ne vorrò parlare verrò da te ora sei la penultima persona con cui voglio parlare, non perché non voglia vederti ma perché so già cosa mi diresti quindi fai finta come se non ci fossi stasera grazie" dico cercando di non far trasparire la voce rotta.

"Ricordati che ci sono, ti voglio bene" mi raccomanda e sorrido debolmente all'amore nei confronti di mio padre.

Speravo che con mio papà se ne andassero tutti e invece no.

"Giulietta, ei, ti va se parliamo un po'? Che dici? Anche se non mi rispondi so che sei lì" sento la voce di Nicolò e me lo immagino con un piccolo sorriso sul volto.

"Ti serve qualcosa? Dimmi" chiede mettendosi a disposizione.

"Dov'è Spina?" chiedo gentilmente.

"Ora te lo vado a chiamare" dice e sento dei passi allontanarsi.

"Giulia apri sono io avanti" sento la voce del mio amico dietro la grande porta di legno.

Mi alzo con le poche forze che ho in corpo e giro la chiave, vedo nella penombra una sagoma sulla soglia e deduco che sia lui.

Accende la luce e le mie pupille vogliono il loro tempo per reagire alla luce.

"Ei, ei, no, vieni qui" saltella buttando le stampelle e si butta sul letto.

Mi fa avvicinare con fatica e mi fa appoggiare la testa sul petto, questo gesto mi fa scoppiare ancora di più in lacrime.

"Sfogati, piangi, rompimi anche l'altro piede ma sfogati" dice sghignazzando e rido piano.

Mi fa tirare su seduta e prende una maglia sul mio comodino per asciugarmi le lacrime.

"Che è successo? Nicolò mi ha raccontato che ha mosso un po' troppo la lingua nei tuoi confronti ma volevo sapere da te" mi racconta.

Prendo un grande respiro e inizio a raccontare, a ogni sua parola scende una lacrima.

"E' incazzato, o meglio, gli rode il culo che un altro ti guardi, sembra quasi ossessivo e gli brucia anche che Locatelli ti abbia presa di peso e appoggiata sul letto" gesticola facendomi ridere.

"Neanche ti avesse scopata" dice sconvolto

"Leo capisci è quello il problema, io non lo farei, non perché sia lui o cose simili" dico smorzando la frase a metà.

"E perché allora" mi chiede confuso.

Lo guardo e spero che capisca, in un primo momento cerca di farmi continuare e poi lo vedo sbarrare gli occhi.

"Tu, tu sei, tu sei ancora-" è un po' sconvolto.

"Si" lo interrompo.

"Ora so che mi dirai che sono pazza o che sono una santa e-" mi mette le mani sulle spalle.

"E' una tua scelta a chi dare il tuo corpo, certo sono sorpreso perché oggi non ci si aspetta di trovare una ragazza a 18 anni ancora vergine però secondo me fai bene" mi rassicura con un gran sorriso.

Mi abbraccia e mi stringe.

"Grazie" sussurro.

"Non piangere più, hai capito o meglio non ti chiudere più qui piuttosto vieni da me" mi ammonisce e annuisco.

"Vieni giù che stiamo un po' in compagnia" mi tende la mano quando si alza.

"Arrivo, mi sistemo un po'" mi guarda storto e giuro che scendo.

Chiude la porta e appena mi alzo sento la sua voce.

"Sei una testa di cazzo capisci, devi imparare a chiudere quella bocca Chiesa, non puoi sminuire una ragazza così, tieni a bada la lingua" alza la voce Leo.

"Non volevo farla stare così male cazzo, mi fa incazzare, prima mi dice di smetterla di guardarla perché c'è troppa tensione e poi la vedo con Manuel fare gli occhi dolci. Non sa neanche lei che cazzo vuole fare, volevo solo farla sentire come mi sono sentito io quando l'ho vista in braccio a Locatelli" spiega, porca troia lo prenderei a pugni.

"La tua gelosia non comporta ferire un'altra persona, se hai la merda nel cervello non comporta che tu debba sfociarla sulle persone" posso immaginare Spina fare un passo.

"Sai quanto vorrei andare lì dentro? Non mi fa neanche avvicinare a lei e ha ragione, mi dispiace, ho detto cose che non pensavo" stringe i denti.

"Devi darle tempo, devi chiederle scusa ma non ti aspettare che ti perdoni subito, tu non l'hai vista io si, ha gli occhi gonfi, le guance rigate di lacrime, la voce rotta." abbassa il tono di voce

"Dai Fede andiamo giù" dice Nicolò

Sento dei passi allontanarsi ma sento bussare.

"Giulia, parlami per favore" sento la sua voce spezzarsi.

"Fede, non hai sentito Leo?" chiedo facendomi forza.

"Non so come farmi perdonare, non ti conosco abbastanza" dice piano e sento una sua mano appoggiarsi sulla porta.

"Non posso uscire se sei lì fuori" cambio discorso.

"Allora ci vediamo giù" si stacca dalla porta e respiro.

Scendo giù e vedo tutti girarsi, mi sorridono e cerco di non sembrare una che ha pianto fino a cinque minuti prima.

"Hai fame? Polpette? Cotolette? Pizza? Pasta? Mandolino?" fa la battuta Insigne per sdrammatizzare.

"Direi che per ora l'acqua va bene" rido appoggiandomi al muro.

Guardo in basso e sento dei passi avvicinarsi, alzo la testa e vedo Federico con un bicchiere d'acqua in mano.
All'inizio pensavo fosse un bel gesto ma se pensa di farsi perdonare con dell'acqua se lo sogna.

Prendo il bicchiere e quando me lo sto per portare alle labbra glielo verso in testa facendolo rabbrividire.
Gli metto il bicchiere tra le mani e vado fuori a prendere una boccata d'aria.

"Fede ti sta bene, almeno non ti ha dato un calcio nelle palle" sento Nicolò ridere.

Il vento mi colpisce il volto e butto aria nei miei polmoni.

Dopo 5 minuti decido di rientrare, apro piano la porta e sbuffo.

Vado verso le scale, vedo Fede lì vicino e mentre stavo per salire il primo gradino le nostre dita si sfiorano e il mio cuore perde un battito.
Mi giro verso di lui e mi sorride debolmente mentre io salgo le scale toccandomi la pelle che brucia dove lui l'ha sfiorata.

Porca puttana sta diventando tutto così complicato.

Una partita sull'amore || Federico Chiesa <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora