Cura Delle Creature Magiche

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Passò qualche giorno dal mio chiarimento con Severus. Non avevo fatto nulla di diverso in quel frangente di tempo: solite lezioni, soliti incontri e le giornate erano incredibilmente state tutte uguali; quella mattina però, fu diverso:
Come ogni volta, mi alzai,(e menomale), ma quel giorno, stranamente, mi sentivo particolarmente sveglia ed elettrizzata. Avevo preso l'abitudine di leggere il mio orario scolastico prima di andare a dormire, per poter preparare i libri alla sera e averli pronti per la mattina. In prima ora, mi toccava cura delle creature magiche, e l'insegnante era Hagrid! Ero felice, sapevo già che quella materia mi sarebbe piaciuta, e avere il mezzo gigante come docente avrebbe reso il tutto ancora più piacevole.

Scesi quindi dal letto senza alcuna fatica, mi preparai rapidamente, e corsi in Sala grande per la colazione.
Nel mondo babbano, avevo smesso di mangiare di prima mattina da molto tempo. Probabilmente frequentavo ancora le scuole medie l'ultima volta che avevo gustato con calma una colazione prima di recarmi verso la mia scuola babbana.
Da un giorno all'altro ho cominciato a svegliarmi con una nausea terribile, e ho rinunciato ad uscire di casa con lo stomaco pieno. Ad Hogwarts invece, non so neanche io come, avevo ripreso l'abitudine. Bevevo un cappuccino e mangiavo sempre qualcosa di diverso: a volte biscotti, e quando avevo più fame mi concedevo di assaporare o un cornetto o una brioche ripiena.
Quella mattina, l'appetito non era troppo, quindi mangiai qualche biscotto e sollevai lo sguardo verso il tavolo dei professori. Piton, conoscendolo, stava sicuramente bevendo una tazza di caffè nero, nero come il suo frock coat e il suo mantello, rigorosamente senza zucchero. Stava leggendo distrattamente la Gazzetta del Profeta, rivolgendo di tanto in tanto qualche parola alla professoressa Mcgranitt e al preside.

Smisi di "studiare" per un attimo il professore di pozioni, e mi voltai verso Hagrid; gli sorrisi, e tornai a concentrarmi sulla mia colazione. Una volta terminato il pasto, salutai Harry, Ron, Hermione e le mie amiche con un cenno del capo, e alzandomi, uscii dalla sala grande, con l'intenzione di dirigermi verso la capanna del mio amico mezzo gigante.

Il libro per la lezione di Cura delle creature magiche, era molto strano, e mi incuteva un po' di timore: era marrone e aveva gli occhi, quattro per l'esattezza, e una bocca. Quest'ultima però, si trovava proprio sul bordo destro, attaccata alle pagine dove il libro andava aperto, ed era bloccata da una cinghia sempre marrone. Il particolare "tomo", tra l'altro, era provvisto di denti abbastanza aguzzi, che avrebbero potuto tranquillamente staccare qualche dito.
Il libro, di tanto in tanto, emetteva qualche strano verso, facendomi sussultare. I bordi erano ricoperti da strane "protuberanze", che avevano la stessa forma delle zampe di ragno. Non mi sentivo proprio tranquilla nel tenerlo in mano, e portarlo sottobraccio, ma non avevo altra scelta, e di Hagrid mi fidavo.

Raggiunsi quindi la capanna, e per mia sfortuna scoprii che avevo lezione con i Serpeverde. Sbuffai frustrata. Gli unici membri di quella casa che non provassero odio per me, erano la mia amica Chiara e Piton. Per tutti gli altri ero la sanguesporco, tra l'altro anche incapace, dato che nessuno di loro pareva essersi dimenticato dei problemi che avevo riscontrato in trasfigurazione mesi prima. Sospirai, pregando di poter seguire la lezione senza problemi e di non essere disturbata da nessun ragazzino maleducato.

Per fortuna, Hagrid cominciò in fretta la spiegazione, partendo dal modo in cui lo strano libro andava aperto: il mezzo gigante ci disse che dovevamo accarezzarlo gentilmente sul bordo, e che poi si sarebbe aperto da solo. Titubante e un po' intimorita cominciai con quel movimento, lentamente.
Il libro non sembrava avesse alcuna intenzione di aprirsi; cominciavo proprio bene....
Hagrid mi vide in difficoltà e mi si avvicinò:

"Alice, il libro sente che hai paura, ecco perché non si apre. Mantieni la calma e vedrai che otterrai la sua fiducia"

Dovevo ottenere la fiducia di un tomo...

Nata Babbana Where stories live. Discover now