I Ricordi Di Piton

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Al contatto con Piton trasalii e mi bloccai.

"mi segua", mi disse solo.

Uscimmo dal ripostiglio, io camminavo dietro, con le braccia incrociate e il capo basso, e lui davanti, con il mantello svolazzante e la schiena dritta.

In silenzio, scendemmo le scale, verso i sotterranei.
Entriamo nell'aula di pozioni, poi nella porta che conduce al suo ufficio.
Si sedette alla sua scrivania, e mi fece segno di accomodarmi su una delle due sedie posizionate di fronte a lui.
Fece comparire davanti a me, un pacchetto di fazzoletti e una tazza.

"Beva l'infuso, avrà un effetto calmante e si sentirà meglio"

Senza dire nulla, con lo sguardo rivolto verso il basso, presi con mani tremanti la tazza bollente e me la portai alle labbra.

L'infuso caldo, che lentamente mi scese in gola fino a raggiungere lo stomaco, ebbe immediatamente l'effetto promesso: presi a respirare un po' più lentamente e smisi di tremare.

Bevvi lentamente ma non troppo. Una volta finito, non mi sentivo un fiore, questo no, ma sicuramente andava meglio di qualche attimo prima.
Perlomeno ero in grado di ascoltare un discorso e sarei stata più o meno capace di intavolare una conversazione se ci fosse stato bisogno.
Nonostante tutto, non me la sentivo di parlare per prima.
Piton era entrato nella mia testa e aveva sentito cosa mi avevano detto, facendomi rivivere tutto una seconda volta.
Mi sentivo umiliata, e il fatto che lui sapesse esattamente cosa mi stava turbando, rendeva tutto più difficile; possiamo dire che la mia dignità fosse andata a farsi fottere!
Restai in silenzio, senza mai guardarlo negli occhi; non riuscivo proprio!
Giocherellavo con la mia collana, e l'unico rumore udibile nella stanza era il mio respiro, che era leggermente più pesante del normale.
Dalla collana, passai all'attacco delle mani, e presi a torturarmele.
Mentre cercavo di staccare ogni pellicina, Piton parlò improvvisamente:

"Sa, detesto parlare della mia vita privata, tanto meno con gli studenti. Tuttavia... La sua è una situazione... Particolare"

Alzai lo sguardo e lo puntai per la prima volta nei suoi occhi, per fargli capire che lo stavo ascoltando.

Quando si rese conto di avere la mia attenzione, andò avanti.

"voglio farle visionare una parte dei miei ricordi: le farò vedere cosa mi interessa che sappia, e poi verrà spinta fuori dalla mia testa; tutto chiaro?"

Senza darmi il tempo di replicare, venni spinta da una forza abbastanza potente mi ritrovai in uno dei tanti corridoi di Hogwarts.

Intuii di essere entrata nella mente del professore, e mi guardai intorno. Mi stava mostrando un ricordo.

Davanti a me, si trovava un ragazzo, che avrà avuto più o meno la mia età; era abbastanza mingherlino e aveva dei sottili capelli di un nero corvino, abbastanza lunghi. Poi, lo guardai bene in viso: gli occhi erano color ossidiana, il naso un po' adunco e le labbra sottili. Misi insieme i "pezzi" e... Avevo capito che davanti a me si trovata il professor Piton! Un piton di qualche anno fa, ovviamente.

Comunque, il prof versione "baby", iniziò a camminare da solo per il corridoio.
Teneva diversi libri in mano, aveva lo sguardo leggermente perso.
Ad un certo punto, si avvicinò a lui un ragazzo moro, con i capelli un po' spettinati. Il nuovo ragazzo, portava un paio di occhiali rotondi e aveva sul viso un ghigno poco simpatico.

"Ehi mocciosus, guarda dove metti i piedi!"

Il tipo dagli occhiali rotondi tirò una spallata a Piton, e gli fece cadere tutti i libri.

Arrivarono altri tre ragazzi, seguiti da una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo.

I tre nuovi arrivati ridevano, la giovane donna si limitava a guardare Piton, affiancando poi mr occhiali rotondi. Perché non lo aiutava? Che senso aveva fissarlo senza difenderlo?

Nata Babbana Where stories live. Discover now