Capitolo 72

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Bea

Mi aggiro sofferente per la cucina in cerca di un anestetico e di qualcosa da mangiare. Ovviamente non ho chiuso occhio stanotte. Il saperlo fuori chissà dove; a fare chissà cosa; mi ha distrutta ieri sera.

Le immagini di noi si sovrappongano con quelle di lui tra le gambe di un'altra. Sento un groppo in gola, me la devo fare passare, ma fa sempre più male. Dai Bea sai solo che era fuori non è detto abbia fatto qualcosa. La mia coscienza è troppo buona.

Finalmente, una buona notizia, nello sportello in alto, trovo tutto quello che cercavo: afferro le pillole e i biscotti, e mi siedo a tavola dove avevo già preparato latte e caffè. Ingoio tutto con rabbia, quel ragazzo mi farà impazzire, quanto lo odio.

Ma perché proprio lui? Non potevo innamorarmi di Jason, o meglio ancora di chiunque altro, sarebbe stato più facile. Invece no. Dovevo innamorarmi del mio migliore amico, stronzo e immaturo, così da perdere entrambi.

Poggio la testa sulle braccia incrociate sul tavolo sospirando, non voglio piangere, non voglio piangere. Sono una ragazza forte e ce la farò.

Sento qualcuno entrare dalla porta.

"Dai Bea, già così a quest'ora?" Lisa entra pimpante dalla porta di casa. Noto che indossa lo stesso vestito di ieri e solo tutto più sfatto.

So che ha ragione e non le rispondo neanche, ma le faccio anche io una domanda, non mi va di rovinarle il buongiorno.

"Sei tornata alla buon'ora, devo dedurre sia andata bene?"

Le si illuminano gli occhi. "Non hai idea, di quanto sia andata bene. Sono completamente soddisfatta." La vedo stiracchiarsi e sospirare beata. "E stasera lo rivedrò." Fa un ghigno felice e viene vicino a me, per rubarmi un biscotto.

Alla mia faccia stralunata. Lei sbuffa.

"Bea, hai promesso. Stasera andremo alla festa di fine anno e ti vestirai super sexy, bambina."

Me ne ero dimenticata, o meglio volevo dimenticare sperando lo facesse anche lei. "Ti prego, Lisa, lasciami a casa. Non sto bene, ho mal di testa, non ho dormito. Ti prego."

La sua testa continua a muoversi a destra e sinistra, so che non ho possibilità decido di giocare l'ultima carta. "E poi quello stronzo ha dormito fuori stanotte." Dirlo ad alta voce mi fa male, sembra più pesante il significato delle mie parole, quando escono dalla mia testa.

"Ma di che parli?"

"Secondo te? Di Jack. Ieri abbiamo dato un passaggio a Tom e ho ascoltato una sua telefonata in cui: Jack lo avvertiva che sarebbe rimasto fuori a dormire. Sai cosa significa vero? Che ha scelto. E' finita, non mi vuole."

Parlo disperata, mentre le lacrime che avevo trattenuto, mi scendono sulle guance, perché quando sembra, che ho raggiunto il fondo, in realtà riesce a farmi andare ancora più giù.

Lisa si avvicina, si siede accanto a me e mi abbraccia, quel calore mi fa bene.

"Mi spiace tanto piccola, vorrei tanto aiutarti. Anzi..." La sento tirarsi su di botto e poi strillare. "Ti aiuterò. Stasera sarai così figa, che gli verrà un colpo a quel coglione." A un ghigno perfido.

Mi pulisco il viso dalle lacrime e la guardo sconsolata.

"Non credo sia una buona idea." Tremo al solo pensiero del suo piano.

"No, è un'ottima idea. So che non è la soluzione al tuo dolore, ma al tuo ego sì. Facciamo vedere quanto sei bella, il fatto di non poterti avere lo distruggerà."

"Ti ricordo Lisa, che la carta della gelosia, mi ha portata a questo fallimento."

"Sì, ma ti ha anche detto di amarti, quindi... diamogli l'ultimo colpo di grazia."

E fa un gesto col la mano come a colpirlo realmente.

"Sono titubante a continuare questo gioco alla fine mi ritrovo sempre a piangere." Piagnucolo, appunto.

"Chi avrà il colpo di grazia?" Biascica Sara, ancora addormentata, mentre entra in cucina strisciando i piedi, con i capelli tutti arruffati. Si gratta la nuca e si siede accanto a me. Anche lei tentata dai miei biscotti.

"Baggianate" mi risponde Lisa. "Quell'idiota di Jack." Dice invece a Sara, euforica, mentre versa un caffè per lei e uno per Sara, che lo guarda con gli occhi a cuoricino.

"Che ha fatto stavolta?"

"Non ricordi, che ieri sera ha detto a Tom che avrebbe dormito fuori?"

Le spiega Lisa, come se lei fosse stata la, con noi. Sara la guarda e alza le mani in segno di resa.

"Non mi parlate di ieri sera, troppo alcol."

"Vabbè" la zittisce Lisa. "Questa sera, alla festa, si pentirà delle ultime settimane." La sua risata è malefica, mi sento in compagnia della strega cattiva.

"Tu mi fai paura Lisa, e tu Bea non darle corda." Dice Sara inzuppando un biscotto nel mio latte. E io le indico il suo caffè infastidita.

"Invece vedrai..."

E da lì inizia la solita discussione infinita, su cosa sia giusto fare, che non mi vede partecipe, troppa fatica. Mentre le due pazze discutono, le parole di Lisa mi girano in testa, in fondo sì, se devo proprio andare alla festa, voglio essere bella quando lo rivedrò, anzi strafiga.

"Okay, ci sto!" Interrompo le due sbattendo la mano sul tavolo.

"No, Bea!"

Urla Sara, mentre Lisa saltella per la stanza gridando:

"Preparati a rosicare Jack."

Arrendersi all'inevitabileWhere stories live. Discover now