Capitolo 6

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Jack

Il panico mi fa bloccare e mentre vedo Bea girarsi verso il suono di quella voce, io raggelo. In poco tempo e vicino a noi.

"Vi stavo proprio cercando."

Guardo Tom in cerca di aiuto e lo vede guardarsi intorno in cerca di un'idea, mentre Bea guarda Amanda interrogativa non capendo il perché ci stesse cercando. Un ghigno appare sul quel volto pieno di trucco.

"Allora cosa mi raccontate di ieri?"

Ecco l'unica domanda che oggi non vorrei più sentir pronunciare.

"Ieri?" Ignara di tutto, Bea cerca di capire.

"Amanda mia cara" interviene Tom strizzandomi l'occhio al mio sguardo sbigottito.
"Ti ho cercata anche io, se non sbaglio avevamo un discorso in sospeso..."

Le dice con aria ammiccante. Amanda ha più volte tentato di uscire con lui, ma essendo una compagnia poco piacevole Tom l'ha sempre rifiutata con garbo.
Ritorno a respirare sono certo che il suo intervento ci salverà.
Vedo Amanda girarsi verso di lui con aria sognante.

"Oh si Tom."

"Allora che ne dici di andare a parlare?"
Le cinge la vita facendola sussultare.

"Ce...certo" balbetta lei allontanandosi con Tom il quale ci saluta.

"Ciao ragazzi."

Andando via con l'arpia, riesco nuovamente a respirare tranquillamente, e devo dire che oggi è un'impresa per me.

"Ma cosa è appena successo?"

Bea è incredula, anche lei è al corrente del fatto che a Tom non è mai interessata Amanda, anzi.

"E che ne so, avrà cambiato idea."

"Mah!"

La spingo in auto e finalmente partiamo per il bar.

Bea mi segue in silenzio, so che sta rimuginando sull'atteggiamento di Tom, e io cammino verso l'auto cercando di decidere cosa fare una volta dentro.

Non so se dovrei prendere subito l'argomento o vedere come si comporta lei, cercare di capire se ha memoria della serata e magari farmi dire qualcosa per provare a ricordare anche io.

Finalmente siamo arrivati, apro la sicura e una volta entrambi dentro provo a rilassarmi, per tutto il tragitto, fino a qui, mi guardavo attorno come una spia.

Il problema pettegolezzi universitari al momento è andato, mi dico per rassicurarmi.

Mi volto verso di lei e rimango un attimo incantato, nonostante non abbia dormito molto, il mal di testa e l'esame, per me non c'è niente di più bello al mondo.

Vederla con la mia felpa addosso, i capelli che le ricadono morbidi sulle spalle e il dito in bocca mentre guarda il cellulare mi lascia interdetto.

Scuoto la testa, vorrei sbatterla contro il vetro per impedirmi di continuare a pensare queste cose su di lei, di immaginare di fare certe cose, cose che non dovrei nemmeno lontanamente associare a lei.

E invece sono qui che stringo forte il volante per impedirmi di afferrare la sua mano e succhiare io stesso il pollice che tiene in bocca, per poi prenderla in un bacio appassionato.

Il mio corpo vibra e non so come, riesco a mantenere un contegno.

Porto lentamente una mano sulla chiave e accendo l'auto, forse sono salvo.

Non appena mi avvio Bea lascia scivolare il cellulare in borsa e si gira verso di me.

Faccio finta di essere concentrato sulla strada, quando in realtà la mia attenzione e tutta su di lei.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora