Capitolo 8

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Jack

Apro la porta e l'aria di casa mi fa bene, mi fa già sentire meglio.

"Chi è la?"

Urla il padre di Bea, John.

"Ovviamente noi!"

Gli urlo di rimando, mentre poso la valigia all'inizio della scala, la salirò sopra dopo.

Sei genitori esuberanti si precipitano verso di noi e sono abbracci e baci. Stranamente è più di due mesi che non ci vediamo, visto che i sei sono stati in vacanza per molto tempo, mi sono mancati ma ne avevano bisogno ne è la prova la loro felicità e serenità.

Mi perdo in quel calore, per poi ritrovarmi Bea davanti, ci guardiamo, per qualche secondo, e infine allungo il braccio e la stringo a me.
Le cingo la vita e la spingo verso il mio corpo, per poi girarmi a guardare la nostra famiglia, spero che non mi veda Jason, ma avevo bisogno di sentirla vicina.

Il mio corpo si risveglia, ma non me ne curo, quello che voglio godermi è la pace di averla vicino a me.

La sento abbracciare la mia vita e poggiare la testa sulla mia spalla, le accarezzo il fianco trattenendo il fiato, mi sento in una bolla in cui ci siamo solo noi, e scopro di non esserle indifferente visto che mi sembra di sentirla fremere, ma non faccio in tempo a capire se fosse vero, perché John me la strappa dalle braccia.

Li guardo avviarsi mentre lui ci invita a seguirli nel giardino di dietro.
Sospiro frustrato e infastidito, ma che mi prende? Geloso di Jason, infastidito da suo padre, scuoto la testa e decido di andare in bagno.

E' tutto il giorno che non ho un attimo di pace, entro e felice chiudo la porta a chiave dietro di me. Mi dirigo subito al lavandino per sciacquarmi il viso.

Mi osservo allo specchio e un me sconvolto mi fissa senza avere risposte a quei sentimenti che mi scuotono dentro, ho solo altre domande.

Vorrei tornare al dormitorio, vorrei far finta di niente e lasciarmi tutto alle spalle.

Come ogni venerdì sera o sabato potrei rimorchiare qualcuna per poi dimenticare il viso l'indomani. Per me sono tutte uguali, mi danno un attimo di adrenalina e mi hanno per quel momento in cui sono dentro di loro, ma poi tutto finisce e io non ho più niente da dare loro come loro non hanno nulla da dare a me.

Abbasso il viso e chiudo gli occhi, perché è proprio questo il problema, Bea per me è tutto, lo è sempre stata e sempre lo sarà. Lei è la mia famiglia, la mia migliore amica, lei e Jason sono miei fratelli e non posso passare a domani senza essere certo di non aver fatto cazzate, di sapere che lei sta veramente bene.

Il resto non conta, io non conto, lei è sempre prima di tutto.

Afferro il ripiano e lo stringo disperato, devo trovare il coraggio.

Mi guardo nuovamente e la situazione non è molto cambiata, sono ancora con lo sguardo smarrito, pazienza, devo uscire da questo bagno non posso nascondermi qui dentro. Mi affretto a tornare in giardino e le risate della mia famiglia mi fanno sospirare, sento un colpo alla schiena.

"Tutto bene?"

Finalmente l'espressione di Jason non e più assassina.

"Bene J, sto cercando il coraggio."

Gli confesso mentre mi perdo a guardare Bea scherzare con i nostri genitori. Ancora una volta sento una forza irresistibile di andare da lei e... non ho neanche il coraggio di continuare il sogno ad occhi aperti che mi stavo facendo.

"J non so da dove cominciare, e se io e lei avessimo..."

"Non dirlo! Ti prego." Mi implora Jason.

"Se così fosse, cosa penserebbe di me se le confessassi di non ricordare nulla."

Abbasso lo sguardo, ma come mi sono cacciato in tutto questo? Lei è sempre stata off-limits, che cosa mi è preso ieri sera? Non riesco a spiegarmi. Se non fosse per quella foto direi che si sono inventati tutto, perché non mi sono mai permesso di considerarla in quel senso, e invece...

"Ascolta, Jack, noi dobbiamo sapere, anche se ho l'impressione che non sia successo nulla".

"Dici?" No ne sono sicuro.

"Si, guardala è molto tranquilla, la solita Bea".

Rialzo gli occhi su di lei e il mio sguardo incrocia il suo, per un attimo rimaniamo così, lei ha il solito sorriso sulle labbra, ma in fondo a quell'azzurro, riesco a vedere qualcosa di diverso. La consapevolezza che lei sa mi assale.

"Io non credo J."

"Comunque, non ti arrovellare, basta tenerla lontana da quel giornale e tutto si aggiusterà. Se avesse avuto qualcosa da dirti lo avrebbe fatto. Magari è preoccupata dal tuo atteggiamento di oggi che, effettivamente, è alquanto strano." Conclude lui.

"Grazie, davvero, non saprei cosa fare senza di te."

Sono ironico ovviamente.

Lo lascio per avvicinarmi a suo padre intento a cucinare la carne alla griglia, e meglio che cambi aria.

Arrendersi all'inevitabileWhere stories live. Discover now