Capitolo 46

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Bea

Mi stringo a lui e lascio che il suo calore riscaldi il freddo che ho dentro.

Non so se questa discussione è andata bene o no, non so se essere felice per aver scoperto di non essergli indifferente o essere triste perché nonostante questo non sta scegliendo me.

Quella sera la passione ci aveva annebbiato la mente, fosse stato per me non mi sarei certo fermata, ho sempre desiderato che la mia prima volta fosse lui, anche senza la certezza di un futuro insieme. Il mio sentimento per lui è forte, profondo, indissolubile e niente potrà impedirmi di provarlo anche se alla fine non dovessimo stare insieme, perché quando si ama, lo si fa e basta. Io mi sarei donata a lui per sentirmi finalmente completa, ma lui, purtroppo, ha trovato la forza di fermarsi proprio perché non era certo di quello che potesse darmi. Avrei voluto con tutto il cuore essere ricambiata ma purtroppo allora come adesso lui non è pronto per me.

Ed io? Io sono pronta per lui? Sono pronta per noi?

Si! Lo sono con tutto il cuore, con la mia anima, io sono certa che siamo destinati a stare insieme ma non so come fare per farlo capire anche a lui. Dovrei dargli tempo, lasciarlo decidere in autonomia ma se poi la paura lo fermasse. D'altronde cosa mi resta da fare.

Sento i sentimenti esplodermi dentro, raggiungere ogni fibra del mio essere e alla fine venir fuori incontrollati.

"Io ti amo!"

E' un sussurro ma intenso come un urlo. Una lacrima scivola sulla mia guancia, bagnando la sua maglia.

"E ti chiedo di fare chiarezza nella tua vita. Capisco che è una situazione strana, e accetterò anche un tuo no, ma non ho potuto evitare che questo accadesse. Mi spiace, davvero, per te, per quello che ti ho causato, ma non mi spiace per me. Perché nonostante tutto, conserverò con cura il ricordo di quei momenti."

Stringo gli occhi, per trattenere altre lacrime che premono per uscire.

"Avevo bisogno di dirtelo, di mettere in chiaro di cosa ti sto parlando, ma va bene così, non dire niente per adesso ti prego, non sopporterei altro oltre a quello che ci siamo già detti. Da domani cercherò di tornare la vecchia Bea, spero che tu riesca a fare lo stesso, e quando e se ti sentirai pronto a parlare io ti ascolterò."

La voce mi si spezza, mentre sento il cuore stritolarsi per il dolore, avrei voluto altro. Avrei voluto che lui mi stringesse confessando il suo amore. Avrei voluto sentire ancora una volta le sue labbra sulle mie. Avrei voluto essere sua e invece non è per noi il finale rosa. Ho ancora molto da lottare.

Non ci siamo mossi, ne abbiamo più parlato da quando gli ho confessato i miei sentimenti, siamo rimasti semplicemente vicini, a cercare conforto l'uno dall'altra. Sono ancora appoggiata a lui e non ho nessuna voglia di interrompere questo contatto e a quanto pare neanche lui, una magra consolazione per me.

Il tempo scorre lentamente, ed è sicuramente una notte inaspettata quella che stiamo vivendo. Certo quella sera è come se avessimo rotto il vaso di pandora e sapevo che era questione di tempo prima che un confronto tra di noi avesse messo a nudo le nostre anime.

Siamo persi nei nostri pensieri quando lo sento muoversi, a malincuore tiro su la testa scansandomi da lui. Mi giro in cerca del suo viso e vedo che mi sta fissando, mi blocco incantata dalla dolcezza dei suoi occhi verdi.

Il mio cuore batte impazzito quando lui alza le mani e le poggia a coppa sul mio viso, avvicina la sua fronte alla mia fino a toccarmi.

"Cosa devo fare con te?" Mormora roco.

"Cosa riesci a farmi."

I suoi pollici accarezzano le mie guance e mille brividi mi percorrono il corpo, vorrei si avvicinasse di più. Mi mordo il labbro per trattenermi.

Lui si accorge del mio gesto e passa il pollice destro sul labbro fino a liberarlo dai miei denti. Si allontana leggermente e mi fissa le labbra che il suo dito continua a sfiorare, d'istinto schiudo le labbra, invitandolo ad unirsi a me. Il calore cresce nel mio ventre e non riesco a stare ferma, mi tiro su e i nostri nasi si sfiorano. Abbiamo entrambi il fiato corto e la distanza che ci divide è ormai un soffio, le nostre labbra si aprono e...

Un trambusto nel corridoio ci fa separare, interrompendo l'incanto della nostra bolla, ci giriamo entrambi verso la porta e la vediamo aprirsi di colpo.

"Cazzo! Ho sbattuto al tavolo".

Un Jason assonnato si lamenta accarezzandosi il ginocchio.

"Mi avete lasciato giù da solo. Che fate? Andiamo a letto? Potevate svegliarmi?" fa i capricci come un bambino.

Nessuno gli risponde, siamo seduti ancora sul letto ed entrambi ancora scossi per quello che stava per accadere. All'improvviso l'espressione di Jason diventa sospettosa.

"Che combinate voi qui?"

Jack si alza lentamente dal letto, prendendo in mano la situazione.

"Andiamo Jason, il sonno ti dà alla testa".

Lo spinge fuori dalla stanza per poi girarsi a chiudere la porta. I nostri occhi si ritrovano, ancora una volta, e vedo il rimorso passare nel suo sguardo e questo mi ferisce, ma prima di poter fare qualcosa lui chiude la porta e va via.

Resto li confusa, ad osservare la porta chiusa, forse nella speranza che lui torni indietro. Ovviamente questo non avviene e allora mi lascio andare sul letto disperata. Tutto il mondo e contro di noi!

"Oh mio dio!" mi copro il volto con le mani "non posso credere di avergli detto che lo amo".

Nel buio della stanza faccio una preghiera che alla fine lui scelga me. Speriamo che questa fine arrivi presto, non penso di poter mantenere la sanità mentale ancora a lungo in queste condizioni.

A quel punto crollo in un sonno profondo.

Arrendersi all'inevitabileWhere stories live. Discover now