Capitolo 43

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Jack

Un dolore al collo mi fa svegliare, sono proprio scomodo, a fatica apro gli occhi e mi porto la mano destra alla parte dolorante. Vedo la stanza avvolta nel buio unica eccezione la luce che proviene dalla televisione ormai ferma sui titoli di coda. Credo di essermi addormentato guardando il film, cerco l'orologio e sono le tre di notte, muovendomi credo di aver infastidito Bea infatti sento un lamento provenire dalla coperta che mi avvolge, la alzo e vedo che è accoccolata sul mio petto mentre dorme serenamente.

Ci siamo addormentati abbracciati ed erano giorni che non dormivo così bene, mi sento rilassato e... i miei pensieri vengono interrotti quando sento qualcuno russare rumorosamente, ovviamente è Jason, anche lui si è addormentato sulla poltrona, sorrido e mi appoggio più comodamente sul bracciolo, tornerò a dormire, non mi dispiace affatto questa situazione, anzi approfittandone stringo a me Bea, godendomi il contatto dei nostri corpi.

Sto per riprendere sonno quando, come un fiume in piena, i miei ricordi tornano tutti a ricomporre il puzzle nella mia mente, mi irrigidisco, invaso da quelle immagini e da emozioni talmente forti che mi manca il respiro.

Spalanco gli occhi e mi porto la mano sinistra in faccia preoccupato, non è possibile! L'ansia mi fa stringere il petto, mentre rivivo quella sera, stringo gli occhi come ad impedire che questi possano volare via un'altra volta. Bea si muove fra le mie braccia, spero non si svegli ora, sono troppo sconvolto per affrontarla. Cerco di normalizzare il respiro, ma è difficile riuscirci quando senti il mondo crollarti addosso.

La sua mano si posa sulla mia e io sobbalzo.

"Jack, tutto bene?"

Mi mormora con voce assonnata e anche un po' preoccupata, non percepisco più il suo corpo sul mio, si è sicuramente tirata su per guardarmi, ma io continuo a tenere gli occhi chiusi. La sua mano, calda, accarezza il mio braccio, riempiendo il mio corpo, traditore, di brividi, e la consapevolezza che non riesco più a trattenermi con lei mi colpisce come uno schiaffo. Che fine hanno fatto i miei sentimenti fraterni? Che fine ho fatto io?

"Dai Jack, non mi fare preoccupare", mi supplica, "guardami! Ti prego, guardami!"

Toglie la mano che ho tenuto per tutto il tempo in faccia e l'accontento aprendo gli occhi. Lascio che il suo azzurro incontri il mio verde senza maschere.

"Cosa è successo?"

Mormora insicura leggendo il dolore nel mio sguardo e non solo quello.

"Mi hai mentito."

Affermo con risentimento e la paura si insinua in quel mare, che ora mi fissa in tempesta.

"Che vuoi dire?"

La voce le trema e i suoi occhi sfuggono ai miei, ma non lo permetterò e giunto il momento della verità. Capovolgo la situazione ed ora lei si trova sotto di me, mi puntello sui gomiti per non schiacciarla, vedo i suoi occhi spalancarsi dalla sorpresa, e io sono del tutto impreparato all'emozione che provo nel sentire ogni parte del mio corpo a contatto con il suo, non riesco a trattenere un gemito che esce dalle mie labbra, palesandole l'effetto che mi fa. Come può ridurmi così? Le sue labbra dischiuse e il suo respiro accelerato, mi danno il colpo di grazie, perdo il controllo, non ricordo più, neanche, perché siamo in quella posizione. Mi avvicino leggermente a lei e sento il suo respiro solleticarmi il viso, passo la lingua sul mio labbro inferiore, e l'aria si carica di elettricità.

Sto per cedere. Voglio solo sentire il suo sapore.

Sono ormai ad un soffio dallo sfiorarla quando le immagini del nostro primo bacio rovinano l'incanto. Mi allontano ristabilendo la giusta lontananza da lei, che mi permette di mantenere la lucidità.

"Mi hai mentito, perché?"

Le chiedo arrabbiato. Lei si divincola sotto di me, ma non mi sfugge il lampo che attraversa i suoi occhi, sta cercando la cosa giusta da dirmi, ma io non voglio la risposta giusta. Voglio la verità.

"Bea, guardami!" Le ordino e poco dopo la vedo fissarmi con sguardo di fuoco.

"Cosa vuoi che ti dica? Come sai che ho mentito?"

Mi sfida, facendomi innervosire.

"Perché? Perché ricordo tutto."

La vedo rabbuiarsi.

"Ricordi tutto?"

"Si, dannazione, tutto. Quindi ti chiedo, ancora una volta, perché mi hai nascosto la verità?"

La vedo mordersi il labbro e i suoi occhi diventare lucidi.

"Perché hai dimenticato tutto, idiota!" mi urla furiosa mentre una lacrima le scivola sulla guancia.

Un dolore mi invade il petto e mi tiro su come scottato lasciando la presa, lei sfruttando la mia confusione si divincola e fugge via verso le scale.

Arrendersi all'inevitabileWhere stories live. Discover now