Sabato, 8 Aprile 2020

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Caro diario,

Ma quanto ti ho raccontato ieri? In un'altra vita potrei fare la romanziera.

Ah ah ah, bella questa!

Stasera vedremo gli altri, sono un po' emozionata e non lo nascondo. Spero che vada tutto bene. Lo spero per me, per Leo e per Miky.

Questo pomeriggio invece sono andata dalle mie cuccioline. Quanto mi sono mancate! Oggi poi erano un'esplosione di allegria e buon umore, specialmente Rama.

L'ultima volta che ero stata da loro, Rama stava affrontando un problemino di bullismo, così ho deciso di chiederle come andassero le cose.

<<Benissimo! La situazione l'ho sistemata subito quel lunedì!>>

Aveva gli occhi corvini che sbrilluccicavano fieri.

<<Racconta!>>

Aida ci guardava con compassione. E non è nemmeno adolescente!

<<Appena arrivata all'asilo erano tutti lì a indicarmi e a dire le solite cose tipo "è arrivata la rana!", e allora non ci ho visto più.>>

Mi fa troppo ridere il fatto che Rama, nello spiegare le cose, si esprima in un modo così professionale e adulto.

<<Mi sono avvicinata al Lorenzo Mangiaterra e gli ho detto "Zitto, rospo!">>

<<Bravissima!>>

Aida si nascondeva il viso tra le mani.

<<Rama, raccontale come sono davvero andate le cose...>>

Mmm.

<<Uffa. Ho fatto quello che mi aveva detto Cloti! Gli ho detto "Zitto rospo!" e gli ho tirato un pugno sulla faccia...>>

Ops. Ho creato un mostro. Inoltre il pugno in faccia è un'azione molto ricorrente nella mia vita. <<Ma insomma, Rama!>>

<<Sì, lo so. Me l'hanno già detto tutti. Con la violenza non si risolve mai niente eppure io ho risolto il mio problema! E poi cosa credete?! Il bene non è diplomatico! Devo ricordarvi di Aslan e la strega cattiva?>>

Da dove ha tirato fuori il "diplomatico"?!

<<Sono contenta che non ci sia più quel problema, però ricordati: per battere un bullo non bisogna essere dei bulli.>>

<<Capito.>> Me lo auguro davvero.

Purtroppo reagire ad una situazione di oppressione è d'obbligo. Anche io sono stata vittima di bullismo alle medie, venivo presa in giro per il mio nome. Ma si può? Che mancanza di inventiva. Mi chiamavano "Clitoride", fantasioso? Non direi. La maggior parte dei miei compagni di classe mi derideva così, io ho sempre fatto finta che non me ne fregasse granché anche se, in realtà, ci soffrivo da morire. Non avevo molti amici a quell'età.

Un giorno mi capitò di vedere una trasmissione in cui parlavano di problemi legati al sesso. SI alludeva a questo clitoride come la cosa più magica che si potesse desiderare. Il giorno dopo reagii. Non appena entrata in classe Giacomo mi si parò davanti.

<<Clitoride, sei sempre in ritardo, ma alla fine vieni sempre!>>

Tutta la classe era esplosa in una risata collettiva.

<<Giacomo, il cervello e il clitoride sono le cose più belle che si possano avere e, ahimè, mi sembra che tu non abbia ricevuto nessuno di questi doni.>>

La classe era senza parole.

<<Sei solo una povera stronza!>>

<<Eh no, caro, quella non è una cosa bella!>>

Il noioso diario di Clotilde - Il pericoloso mondo delle ripetizioniWhere stories live. Discover now