Capitolo 122

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Ci sono suoni che si imprimono sulla tua stessa pelle e che diventano come cicatrici; suoni che ti scaturiscono i brividi e che ti lacerano il petto. E questo urlo, oserei aggiungere agghiacciante, questo sì che mi sta uccidendo lentamente e con ferocia...

«Che cosa è stato?» domanda Cameron con tono incerto, concentrando il suo sguardo su di me, ma io questa volta non lo posso ricambiare, perché il mio è volto in un'unica direzione: le scale.

Le gambe iniziano a farsi sempre più molli, come se fossero due gelatine; le labbra tremano e gli occhi vorrebbero far fuoriuscire delle lacrime, ma prima che me ne possa accorgere, sto correndo con tutte le forze che mi rimangono nel corpo, saltando a due a due le scale, senza fregarmene di cadere.

Quell'urlo si propaga nuovamente intorno a me e scava una fossa nella mia mente e nei miei pensieri, che sono coperti da un manto di preoccupazione e anche se penso già di sapere quel che sta accadendo, vorrei così tanto sbagliarmi, sperare che non sia vero.

Sento i passi di Cameron affiancarmi e una volta essere arrivati alla fine delle scale, davanti a me si presenta un gruppo di persone ammucchiate, che spingono per poter vedere meglio quel che sta accadendo. La musica diventa sempre più bassa ed io l'unica cosa che odo è il vuoto e mentre i ragazzi si portano le mani sulle labbra o sulla nuca, io inizio a farmi largo tra di loro, immergendomi nella folla e cercando di superarla.

Visi disperati ed occhi lucidi sono l'unica cosa che vedo e ciò porta il mio cuore ad aumentare di battiti e il sangue iniziare a velocizzare il suo percorso nelle vene, che pompano sempre di più, ma tutto ciò si blocca non appena dinanzi a me si presenta l'immagine che tanto temevo di vedere...

Il mondo in un solo secondo smette di girare e tutto ciò fa male, come una lancia scagliata contro il petto.

La figura di Jade stesa a terra è come una pugnalata al cuore: le sue guance sono rigate da lacrime e da sfumature di trucco colato, mentre le sue labbra leggermente screpolate sono aperte ed emettono degli urli strozzati e laceranti. Strazianti.

Mi porto una mano all'altezza della bocca, coprendola, mentre anche le mie guance sono scavate da lacrime di dolore e non ci penso un momento in più ad andare per terra affianco a lei e a stringerla forte tra le mie braccia, facendo discostare di poco Sierra e Lily che hanno il viso pieno di sofferenza.

«Shh, andrà tutto bene...» le sussurro in un orecchio. Vorrei così tanto aver ragione in questo momento, ma la sua espressione mi comunica tutto il contrario.

«Emily... lui non ce l'ha fatta... è- è morto. Mi aveva promesso che sarebbe restato per sempre con me, al mio fianco. LUI ME LO AVEVA PROMESSO!» urla in preda dal panico passandosi le mani tra i capelli e tirandoseli.

«MI HA ABBANDONATA!» continua affondando il viso tra le mie braccia.

«Adesso è in un luogo migliore» le sussurro a pochi centimetri di distanza.

«Ma questo posto non è affianco a me» esclama con la voce rotta dai singhiozzi.

La stringo ancora più forte a me, ma due mani mi afferrano dalla vita, allontanandomi dalla mia amica, che intanto giace tra le braccia di Taylor che hanno preso il mio posto.

Mi volto, scorgendo gli occhi di Cameron lucidi e dilatati e subito lo stringo a me, mormorando in tono debole «perché la vita è così Cam? Un attimo prima sorridi e l'attimo dopo di quel sorriso ne rimane solo una fotografia. Un lontano ricordo».

«Em, la vita è una carogna, adesso andiamocene di qua, dobbiamo portare Jade in un posto più sicuro. È distrutta» mi stringe a lui e insieme ci facciamo spazio verso l'uscita, seguendo gli altri ragazzi e vedendo la figura di Jade che cammina a stento e con fatica, fino ad arrivare alla porta che poche ore prima abbiamo varcato per entrare, dove si blocca, prendendosi la testa tra le mani e si volta, guardandoci uno per uno, immagazzinando i nostri sguardi disorientati da questo suo improvviso gesto, ma è questione di pochi attimi che la sua figura si stacca da Taylor e poi sorride a tutti, con le poche forze che ha. La vedo deglutire, sussurrando con voce rotta «scusatemi». L'attimo dopo la sua figura si allontana sempre di più da noi, che ci affrettiamo a rincorrerla urlando il suo nome, ma non appena esco fuori, l'unica cosa che mi fuoriesce dalle labbra, sono delle grida «JADE, NOOOOO!».

Purtroppo la vita è come un soffio del vento: un attimo prima si scontra contro i vari ostacoli, l'attimo dopo non c'è più...

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now