Capitolo 108

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Poso una mano sulla sua spalla, facendolo irrigidire.

«Cameron, ma si può sapere che ti passa per la mente?! Mi spieghi perché te ne sei andato senza avvisare? E che cosa ci fai qua? Potevi benissimo venire con me e Luke a ques...» vengo interrotta dalle sue parole, che risuonano acidamente e con freddezza «faccio quello che voglio, Emily».

Continua a guardare davanti a se, senza curarsi di me, come se improvvisamente diventassi invisibile, o come se lo fossi sempre stata.

Rimango con le labbra schiuse, fin quando non scuoto la testa, ricomponendomi «beh, potresti stare anche un po' calmo e non utilizzare questo tono visto che ero soltanto in pensiero per te», lo ammonisco, fulminandolo con lo sguardo, anche se lui al momento non può vedermi.

Sbuffa, per poi voltarsi verso di me, ma la sua espressione neutra e infastidita sono come un colpo al cuore per me. Che cosa sta succedendo?

«Mi puoi fare un favore? Torna in hotel» tuona con occhi spenti.

Lo guardo per qualche attimo, senza sapere che dire o fare, come presa alla sprovvista. Non mi aspettavo di certo una reazione così strana da parte sua, ma poi dico con tono secco «no». In realtà la mia voce fuoriesce senza che io gli dia il permesso, ma ormai penso che neanche le mie stesse azioni si preoccupino del mio volere.

«Come scusa?» alza un sopracciglio e mi guarda accigliato, forse perché si aspettava che io gli obbedissi, come ho sempre fatto d'altronde, ma sono stanca di farmi sottomettere da tutti.

«Hai sentito bene Cameron, non me lo fare ripetere una seconda volta» incrocio le braccia al petto.

Questa conversazione mi sta alquanto infastidendo, provocandomi una sensazione strana allo stomaco. È come ritornare ai vecchi tempi, quelli dove ci siamo conosciuti e dove entrambi eravamo cane e gatto, in poche parole sapevamo soltanto scagliarci insulti a vicenda.

«Emily...» esclama come se fosse un avvertimento, anzi una minaccia, ma non mi va di farla sembrare così, perché lui in realtà non è così. Lui non è il mio Cameron. Vero?

«Ma si può sapere che ti prende?! Hai per caso perso la memoria e sei tornato ai tempi dove non facevamo altro che litigare?! Sai, non ti capisco affatto, prima mi baci, mi dici che mi ami e mi fai sentire come se fossi speciale, mentre adesso mi stai trattando come se fossi uno straccio, come se tu non volessi avere niente a che fare con me o come se mi volessi fuori. Adesso rispondi tu alle mie domande ed una volta fatto, tranquillo che me ne andrò e non ti disturberò più, ma prima ho bisogno di sapere» dico velocemente e senza intoppi, buttando fuori tutto quello che mi passa per le mente.

«Sinceramente? Non lo so, ma non sono sicuro di poter continuare così» ammette dopo qualche attimo di silenzio.

«Così come?» lo incito a continuare. Al momento non capisco niente e sono sempre più confusa. Perché le cose tra noi due devono sempre andare così? È come se non potessimo essere felici insieme, come se qualcosa si opponesse ai nostri sentimenti.

«Non saprei, te l'ho detto, forse sono stanco di aspettare. Sai, ci ho pensato molto durante l'assenza tua e di Luke questo pomeriggio, ovviamente senza giungere ad alcuna conclusione ed è per questo che sono uscito senza avvisare, per prendermi una boccata d'aria e per ragionare a mente lucida. Il fatto è che sei così tanto difficile, Emily, sei come un cubo di rubik, lo so che è un paragone molto strano da sentire, ma pressoché è simile a ciò che intendo... ogni volta che sono ad un passo dal tuo cuore, è come se i colori che pian piano stavo terminando e compattando, si ridistribuissero in modo disordinato, costringendomi a ricominciare, ma appunto, mi sono scocciato di ricominciare, ormai faccio solo questo» spiega, senza guardarmi in faccia, senza guardare le lacrime che mi scorrono lungo le guance arrossate e senza guardare il mio cuore che si spezza.

Le sue parole fanno male, sono come una pugnalata al petto ed io sono così adirata con me stessa. Forse mi sono innamorata della persona sbagliata, ma purtroppo non si decide chi amare, ci devi convivere e basta.

Lo guardo senza dire niente, esortandolo ad andare avanti.

Sospira rumorosamente, poi mormora «ma non so che fare, forse questo viaggio farà bene ad entrambi e ci darà quelle risposte che tanto aspettiamo, così quando torneremo, decideremo e saremo sicuri delle nostre azioni», finalmente si volta a guardarmi e non appena scorge le mie lacrime, posa una mano sul punto dove scorrono, per poi asciugarle delicatamente e con dolcezza, solo come lui sa fare.

Mi fa cenno di avvicinarmi ed io non mi faccio pregare due volte e così mi stringe tra le sue braccia, mentre mi lascio abbandonare tra i singhiozzi, che ricoprono l'unico rumore che ho intorno.

«Non piangere, Emily. Comunque andranno le cose, sappi che non ci divideremo mai, non ho intenzione di allontanarti da me, ma ho bisogno di iniziare a costruire la mia vita e so che noi non siamo ancora pronti, però sappi soltanto una cosa e ricordartelo... tu sarai sempre la ragazza che ho amato di più nella vita ed io non mi potrò mai dimenticare di te... mai» mi accarezza il viso, mentre i suoi lineamenti si addolciscono sempre di più.

«Cameron, cavolo, mettiti nei miei panni, hai idea di ciò che ho passato? Di tutto il dolore che ho dovuto subire a causa tua? Ma non te ne voglio fare una colpa, perché ormai quello riguarda il passato, ma il timore resta sempre... la mia insicurezza resta e purtroppo è difficile rimuoverla. Volevo aspettare per essere sicura delle mie azioni e per potermi godere la nostra storia, non mi sembrava corretto nei tuoi confronti stare con te, perché questo mi avrebbe portata a soffrire, anzi, ci avrebbe portati a soffrire e non saremmo stati felici, ma concordo pienamente con la tua scelta, dopotutto non puoi aspettarmi una vita intera con l'incertezza che io non mi senta mai pronta» i miei pensieri si miscelano ai singhiozzi che irrompono e la verità fa più male di quanto pensassi.

«Quindi...» si prende un momento di pausa, poi continua «...vediamo come terminerà questo viaggio».

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now