Capitolo 119

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Dopo un anno ecco che la scena si ripete prontamente, ma a differenza dell'altro non ho mai odiato così tanto il suono della campanella e persino il colore di quella porta bordeaux mi provoca un fastidio che mi fa storcere il naso. Le paura tornano a galla, ma sono frenate dalle parole che mi ripete Lily da quando ho messo un piede fuori dal letto.

«Stasera sarà uno spasso, me lo sento!» sorride radiosamente mentre batte ripetutamente le mani con enfasi «e poi è veramente da tanto che non facciamo un uscita come si deve!».

Sembrano tutte emozionate ed elettrizzate per l'uscita organizzata da Sierra, tranne me, o per lo più sono meno emozionata di loro.

«Sì, un vero sballo...» borbotto ironicamente una volta che entriamo nell'aula.

«Su con la vita, amica mia! E poi chissà -mi circonda le spalle con un braccio- forse ci sarà anche Matt» le si illuminano gli occhi soltanto a nominare il nome del ragazzo che le piace da quando andava al liceo, il che mi porta a ridere sotto i baffi mentre mi guardo intorno per trovare dei banchi liberi e subito i miei occhi si posano sui penultimi, così mi affretto ad andare ad occuparli prima che qualcuno rovini i miei piani.

Questa scena mi ricorda molto quella dell'anno scorso...

«Emily, mi stai ascoltando?» Lily mi raggiunge a passi lunghi e svelti, incrociando le braccia al petto mentre si siede affianco a me.

«Sì, ti sto ascoltando» sorrido, anche se con la mente sono da tutt'altra parte, specialmente non appena due persone varcano la porta... Cameron e Matt che ridono fragorosamente sedendosi al banco davanti al nostro, senza degnarci però di un loro sguardo.

«Dimmi che anche tu stai vedendo quello che sto vedendo io» mormora Lily al mio fianco, mentre ha lo sguardo incollato sulle due persone che si sono sedute a qualche centimetro da noi. E come darle torto...

«Purtroppo sì» sospiro, per poi posizionare sul banco il libro di poesia. Questo è un nuovo corso che ho scelto di frequentare, trascinando quasi con la forza Lily visto che non era tanto entusiasta, ma a quanto pare adesso sembra al settimo cielo e non mi stupirei se più tardi mi saltasse addosso o mi costruisse una statua in oro.

«Emily, ti prego, dimmi che non è un sogno. Tirami un pizzicotto per favore» mi avvisa Lily mordendosi il labbro e così io faccio esattamente ciò che mi ha detto: le tiro un innocuo pizzicotto sul braccio che la fa sussultare.

«Mi hai fatto male! "Tirami un pizzicotto" è un modo di dire» e proprio per questa sua esclamazione Matt si volta dalla nostra parte, sorridendo «ciao ragazze! Come state?».

«B... Bene» balbetta Lily e per questo sono costretta a portarmi una mano sul viso per cercare di frenare le risate, che mi muoiono in gola non appena anche Cameron si gira nella nostra direzione.

«Ciao» mi fa un cenno imbarazzato con il capo, che io ricambio con fatica.

«Emi...» le parole che stava per pronunciare vengono interrotte dall'entrata della professoressa. Una donna fin troppo allegra per insegnare, però il suo entusiasmo subito mi cattura e mi attrae.

«Buongiorno a tutti ragazzi, io sono la professoressa Moon e come ben sapete questo è il corso di poesia, ed io sarò lieta di indirizzarvi verso questa strada oserei dire melodiosa, perché come ben sapete, la scrittura è un arte, a mio avviso la più importante e con essa si possono esprimere i propri sentimenti, esternarli, ma bando alle ciance... aprite il libro a pagine sette» si siede sulla sedia dietro alla cattedra mentre inizia già a spiegare il primo paragrafo.

Sto sottolinenando con un evidenziatore giallo i concetti principali, quando una pallina accartocciata mi compare davanti. Dopo aver controllato la professoressa, che intanto spiega, lo apro con cautela e cercando di fare il meno rumore possibile.

"Dove lo hai lasciato il tuo cagnolino?".

Rido tra me e me per quel che ha scritto Cameron, per poi prendere anche io una penna in mano "potrei dire la stessa cosa sulla tua".

Lancio il foglio accartocciato sul suo banco e solo dopo alcuni attimi sento la sua risata strozzata, di cui, per fortuna, la professoressa non si accorge e, dopo alcuni attimi, me lo passa nuovamente.

"Ha scelto un altro corso, per tua sfortuna".

Questa volta decido di non rispondergli, ma conservo il bigliettino dentro la tasca della felpa, per poi continuare a prestare attenzione alla lezione e a fissare le spalle di Cameron che siede di fronte a me.

Questo ragazzo è come un emicrania. Purtroppo con i suoi continui sbalzi d'umore mi sta facendo uscire pazza; una pazza con il sorriso.

«Bene ragazzi, siccome mancano due minuti al suono della campanella potete iniziare ad andare nell'aula dove si terrà la vostra prossima lezione. Vi auguro una buona giornata e mi raccomando! Rileggetevi le pagine che vi ho introdotto oggi».

Non ce lo facciamo ripetere due volte che subito, tutte le persone che riempivano l'aula, sono fuori, intente a camminare verso la prossima meta, proprio come me e Lily che dobbiamo andare esattamente nell'aula di matematica, dove ci aspettano Sierra e Jade. Quest'ultima ieri, dopo che ero sparita, ha deciso di andare da sola a parlare con le ragazze che, dopo che ha raccontato quello che le succede, l'hanno accolta a braccia aperte. Sono molto felice, ma questo sentimento se ne va via non appena entriamo in classe e l'unica persona che ci si presenta davanti è il professore già sistemato al suo posto.

Si prospetta un'ottima giornata...

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now