Capitolo 89

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Un solo nome è impresso nella mia mente, che mi fa battere le tempie e mi fa sentire confusa.

«Chi è Molly?» domando con un sopracciglio inarcato.

Sierra in un solo istante impallidisce e i suoi occhi si sbarrano.

Deglutisce rumorosamente, per poi abbassare il viso «non è nessuno, veramente», si affretta a dirmi.

Continuo a guardarla, nella speranza di capire il motivo per la quale mi stia mentendo e dopo un po' aggiunge «è una vecchia amica di famiglia», gesticola con le mani e alla fine farfuglia qualcosa di incomprensibile.

È pallida e la sua pelle quasi si confonde con le pareti bianche di questa stanza.

«E cosa c'entra Jake con questa Molly?» non riesco a frenare la curiosità.

«Niente, erano amici e basta» si alza di fretta dal letto, per poi esclamare prima di uscire «io vado a farmi un giro, ci vediamo dopo».

Sbatte forte la porta, provocando un tonfo che ci fa sussultare.

Io e Lily ci guardiamo dritte negli occhi con espressione indecifrabile, come per capire quel che è appena successo.

Perché se ne è andata? Ma soprattutto, chi è Molly? È veramente una loro vecchia amica di famiglia?

Mille conflitti si abbattono nella mia mente, ma senza ottenere niente.

«Mh, che cosa è appena successo nello specifico?» il sopracciglio di Lily è inarcato, proprio come il mio, che la guardo con un velo di incredulità.

«Non lo so» mormoro, ma più a me stessa che alla ragazza che ho di fianco. Chiudo gli occhi in due fessure e le mani si torturano a vicenda, iniziando a sudare.

«Tu ne avevi mai sentito parlare di questa Molly?» domando, sperando in Lily, ma lei alza le spalle e con sincerità risponde «mai, questa è la prima volta, ma sinceramente non riesco proprio a capire questa sua reazione da cosa sia stata scaturita».

Sto per risponderle, ma d'un tratto sento provenire dei rumori insistenti dalla porta d'entrata, così mi alzo in piedi «vado a vedere io» avverto Lily, lasciandola da sola, distesa sul mio letto e con l'aria pensierosa. Ah quanto la capisco...

Mi affretto a raggiungere l'entrata. Forse Sierra è tornata per dirci qualcosa e si sarà sicuramente dimenticata le chiavi, proprio come suo solito fare, infatti apro, senza chiedere chi è.

«Non ti hanno mai insegnato a chiedere chi è che bussa prima di aprire?» credo di aver azzeccato il Dallas sbagliato.

Cameron è posato comodamente sul muro e con il suo giacchetto in pelle e i suoi capelli tirati all'insù, è ancora più attraente, tanto che le ragazze  che passano affianco a questa camera, si fermano a scrutarlo in ogni suo dettaglio più insignificante, ricevendo così delle mie occhiatacce. La spudoratezza delle ragazze di oggi è scioccante.

«Che c'è Cameron?» domando con un'alzata degli occhi e con l'aria esasperata.

«Ero soltanto passato per vedere se stavi bene» mi scruta da capo a piedi, ma senza mettermi in soggezione, come accade con tutti gli altri.

«Da come puoi notare tu stesso» mi indico «sto benissimo», imito un sorriso tirato.

Incatena i suoi occhi con i miei, fino a far bloccare tutto ciò che ci circonda, persino l'aria sembra essersi fermata. Ci siamo solo io e lui. Noi.

«Emily!» ad interrompere questo momento sono le urla di qualcuno che richiama ad alta voce il mio nome, facendolo rimbombare per tutto il corridoio.

Mi guardo attorno, finché non scorgo la stazza imponente di Luke, che mi corre incontro con il fiatone e l'aria affaticata. Penso di aver appena trovato una persona che come me non resiste molto a lungo quando si tratta di correre.

«Luke» sorrido al mio amico, che in pochi attimi mi affianca.

«È tutto apposto?» domanda preoccupato, accarezzandomi la guancia con una mano.

A guardarlo bene sembra molto preoccupato.

Lo guardo stranito e con una risata isterica rispondo «ma si può sapere  cosa vi prende a tutti?! Sto bene, non si vede?». Sono leggermente alterata, ma la ciliegina sulla torta arriva dopo qualche secondo, quando di fronte a noi si presenta anche Mark, che senza pensarci un solo attimo di più, mi stringe tra le sue braccia.

Tossisco e poi rispondo con poca voce «Mark... non respiro».

Si stacca da me, per poi pormi una domanda che oggi non mi è per niente nuova «stai bene?».
Ironia del destino...

«Mi spiegate che cosa sta succedendo?! Sto bene!» seccata di questa situazione, li guardo tutti e tre con un manto che mi oscura gli occhi.

Iniziano a fissarsi negli occhi, come se non sapessero cosa rispondere.

Che cosa sta succedendo?

Luke deglutisce, mentre si guarda le scarpe che porta quest'oggi.

«Emily! Chi era alla porta?» fa la sua comparsa Lily mentre sbadiglia, ma non appena nota la presenza di questi tre ragazzi, subito si ricompone e si affretta a domandare «che cosa ci fate voi qua?».

Nessuno osa fiatare e noto che le persone che passano affianco a noi, mi guardano attentamente, bisbigliando qualcosa. Tutto ciò mi fa ancora di più innervosire.

«Allora, me lo volete dire voi oppure devo chiederlo ad uno di questi ragazzi che continua a fissarmi?!» ormai sono fuori di me e vorrei tanto sapere che cosa sta accadendo.

«Beh, vedi... in realtà è successa una cosa...» risponde vagamente Mark, con le braccia che tiene strette dietro la schiena ed un piede che oscilla da una parte all'altra.

«Cosa?» inizio a massaggiarmi le tempie, che pian piano iniziano a battere sempre più forte e ripetutamente.

Il mio sguardo si concentra immediatamente su Cameron, che continua a fissarmi senza pronunciare una sola parola. La sua espressione è neutra e ciò mi porta soltanto altra preoccupazione.

«Ma si può sapere che cosa avete?! Prima venite a disturbarci e poi cosa fate?! La figura dei tre idioti che hanno perso l'utilizzo della parola!» Lily dà sfogo ai suoi pensieri ed io sono pienamente d'accordo con lei e con quel che ha detto.

«Okay...».

FINE LINE 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora