Capitolo 94

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Una porta in legno e il numero 109 si presentano di fronte a me e per un attimo mi fermo ad osservarli e a pensare se sia giusto o sbagliato che io adesso mi trovi qua, davanti questa stanza che molto probabilmente porta ondate di ricordi con se, spezzati e volati al vento.

Deglutisco rumorosamente mentre mi guardo intorno, ma successivamente, con le lacrime agli occhi e il cuore che batte all'impazzata, la mia mano inizia a battere ripetutamente alla porta.

Passano attimi, in cui la mia mente naviga altrove e in cui l'ansia mastica il mio corpo, torturandolo. Ho paura di qualche rifiuto, ma anche di incontrare nuovamente quegli occhi tanto adulati dal mio cuore che batte alla sola vista.

Il tempo sembra non passare e a me sembra di stare qua da ore, quando in realtà probabilmente si tratta soltanto di questione di attimi, ma poi, come se un'ondata di pentimento mi avvolgesse, mi volto per andarmene via, lontana da tutto e tutti. Sembra che ormai la soluzione ad ogni mio problema sia proprio questo: scappare, correre e andare via. Odio questo lato di me, con tutta me stessa.

I miei piedi iniziano a dirigersi per una meta ancora non precisa, ma poi una folata di vento che mi accarezza il corpo ed una dolce melodia che mi sfiora l'udito, mi fa fermare sui miei stessi passi «Emily...».

Chiudo d'istinto gli occhi, mentre una lacrima mi solca ancora una volta la guancia.

Mi volto lentamente e assaporo ogni attimo prima di incontrare il mio inizio e la mia fine, quegli occhi in cui mi ci perdo sempre e in cui mi ci ritrovo in un solo istante.

«Cameron» sussurro a mia volta non appena scorgo il suo sguardo stupito, mentre mi fissa intensamente.

«Perché piangi?» mi domanda visibilmente preoccupato, mentre si avvicina in tutta fretta a me.

I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza, mentre i respiri si assaporano a vicenda. Quella miscela di menta mi travolge, facendomi rimanere per un attimo incantata e stordita nello stesso momento.

«Che cosa ti è successo piccola mia?» mi domanda dolcemente, mentre una mano si posa con delicatezza sulla mia guancia ed io mi godo ogni centimetro della sua pelle che entra in contatto con la mia.

«Ti prego Cameron, ho bisogno di te...» sussurro con un filo di voce, mentre affondo il viso nel suo incavo. Mille ricordi riaffiorano dentro me e sapere che lui ora non è più mio, mi crea una sorta di malessere.

Metto da parte la parte razionale e do retta al mio cuore. Al momento l'unica cosa di cui ho bisogno per affrontare questo mare in tempesta e per uscirne illesa, è questo ragazzo che mi tiene stretta a se.

«Vogliamo andare in camera mia? Almeno mi spieghi che cosa ti succede, sempre se vuoi ovviamente» mi guarda negli occhi in una maniera che mi stupisce sempre di più.

Annuisco, senza proferire nessun'altra parola, mentre mi lascio trasportare dalla sua mano che si intreccia alla mia e con un senso di protezione mi conduce.

Entriamo dentro e con mio grande stupore la camera è in ordine, ma al momento questo è quel che mi interessa di meno.

Mi conduce nella sua stanza e non appena varco la porta, sul mio viso si disegna un'espressione stupita: una grande libreria affianca la scrivania, mentre vari libri sono sparsi per tutta la camera, come sul tappeto o sul comodino.

Ed è proprio vero, non si smette mai di conoscere una persona, manca sempre quel pezzo di puzzle per completarlo, ma solo successivamente si capisce che questo puzzle è infinito, perché dopotutto il carattere di ognuno di noi non smette mai di essere arricchito da varie particolarità.

Rimango ferma su me stessa, mentre mi guardo intorno lievemente in imbarazzo. Forse ho sbagliato a venire qua...

Cameron mi fissa con i suoi occhi profondi e intensi «vieni qua», mi indica il posto affianco a lui sul letto.

Non me lo faccio ripetere due volte e do retta al mio istinto, che mi spinge ad andare da lui, mettendo così per un momento da parte le varie ostilità che si intrecciano alla nostra storia contorta, ma come tutte, intensa e velata da una scia magica e speciale.

Deglutisco, per poi avvicinarmi e sedermi al suo fianco.

Rimaniamo così, immobili, solo con un leggero venticello che ci accarezza e asciuga le lacrime che continuano a scorrere lungo le mie guance.

«La verità è sempre pronta a stravolgermi. Sembra che quando inizio a vedere quello spiraglio di luce, le tenebre sono pronte ad incombere su di me e ad affievolire sulla sfumata di felicità che sembrava toccarmi. Sai che c'è Cameron? Sono stanca di tutto e di tutti, sono stanca di essere travolta sempre da mille bugie e nessuna verità. Non ce la faccio più» scoppio in un pianto liberatorio, che riecheggia in queste quattro mura.

«Piccola, vieni qua» apre le sue braccia ed io ci affondo dentro, per poi lasciarmi cullare da loro. Mi sento a casa in questo momento.

«Finirà mai tutto questo?» singhiozzo, sul punto di impazzire.

«Certo, ti prometto che ti aiuterò io a ricominciare, dammi solo la possibilità di riparare ad ogni mio danno fatto e di farti vedere l'amore che provo per te, perché sì Emily, io sono follemente e perdutamente innamorato di te, lo sono da quando i miei occhi hanno scontrato i tuoi quella mattina di un anno fa e anche adesso, mentre ti stringo tra le mie braccia e il cuore mi batte forte, quasi fino a strillare anche lui che ti amo con tutto me stesso, con ogni cellula del mio corpo. Ricordi la frase che ci ripetevamo sempre? Due cuori incatenati non possono essere separati e infatti è proprio così, ogni tentativo di dividerci sarà invano, perché semplicemente non possiamo separare due cose che si appartengono» mi accarezza il viso mentre lo fisso intensamente.

I suoi occhi diventano sempre più lucidi. Cameron sta piangendo e lo sta facendo a causa mia.

Sospiro lentamente, per poi scorgere un pensiero nella mia mente, una frase che mi rimbomba dentro: cogli l'attimo, Emily. Non pensare al domani quando puoi pensare ad oggi... al presente.

E così compio un gesto spontaneo e puro. Una sola decisione è impressa nella mia mente affollata da mille disastri.

Mi avvicino cautamente alle sue labbra, mentre lo guardo negli occhi, quelle iridi che mi catturano sempre e che mi fanno perdere nel loro infinito oblio.

Ed è questione di attimi e poi le mia labbra sfiorano le sue, mentre i nostri respiri affannati si miscelano e i nostri cuori battono all'impazzata. Un bacio sincero in questa giornata buia mi fa scorgere la luminosità della vita. Inizia una danza con le nostre labbra, in cui i sentimenti si intrecciano con l'amore che nutriamo l'un l'altro.

Basta un solo bacio, basta lui, il resto non conta.

Ed è proprio vero... due cuori incatenati non possono essere separati...

E non mi importa di quel che accadrà domani, se io e lui torneremo come prima o cambierà qualcosa, l'unica cosa che mi interessa adesso è godermi l'attimo, assaporando queste labbra che per molto ho sognato.

Aspettiamo una vita intera che l'amore bussi alla nostra porta, che ci scaldi il cuore e che ce lo faccia battere. Lo aspettiamo un po' come i bambini aspettano un nuovo regalo, o come quando si attende una festa. La differenza tra questi? I sentimenti. Li aspettiamo da una vita intera e poi quando arrivano li vedi che ti travolgono, che ti cullano tra le loro braccia e si prendono cura di te. Che cos'è l'amore? Non lo so, penso che nessuno lo sappia spiegare, perché ognuno di noi ha una propria definizione, un modo di raccontarlo diverso da tutti, una storia vissuta sulla propria pelle. La mia definizione? Gli occhi di lui.

FINE LINE 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora